Morti sul lavoro, Bevilacqua (Ugl Emilia Romagna): “Fenomeno in aumento”

Nel 2016 sono morti 641 lavoratori sui luoghi di lavoro, oltre 1400 se si considerano i morti sulle strade e in itinere.

“Sono cifre preoccupanti in costante ascesa che ci preoccupano. Dimostrano che la precarizzazione del mondo del lavoro produce morti e che gli strumenti di controllo e repressione degli infortuni sono del tutto insufficienti, così come le risorse destinate dal governo per fronteggiare questa autentica emergenza”, afferma il segretario generale di Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua.

Oltre il 25% delle vittime ha più di 60 anni. Gli edili rappresentano il 20% di tutte le morti. La maggioranza di queste vittime cadono dall’alto, dai tetti e dalle impalcature. Gli agricoltori schiacciati dal trattore rappresentano il 20% di tutti i decessi e l’agricoltura, come tutti gli anni, supera abbondantemente il 30% di tutti i morti sul lavoro.

“Nelle aziende dove è presente il sindacato le morti diminuiscono radicalmente” osserva il segretario regionale Ugl, che commenta i dati dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro.

Le cifre fornite dall’Osservatorio sono superiori a quelle fornite dall’Inail. Il motivo?

Per Bevilaqua “quelle diffuse dall’Inail altro non sono che le statistiche relative alle denunce di infortunio dei soggetti assicurati. Escono dal computo i lavoratori in nero, quelli non assicurati e i soggetti di non pertinenza. Inoltre, non costituisco oggetto di statistica gli infortuni non riconosciuti dall’Inail che si concludono con la morte del lavoratore. Complessivamente si parla del 30% dei morti sul lavoro esclusi ogni anno dalle statistiche“.

“Questi dati confermano la tragicità del fenomeno delle morti bianche, assolutamente sottovalutato dal governo e dalle principali forze politiche, e altresì dimostrano il ruolo essenziale dei sindacati che esercitano e impongono maggiori controlli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. E’ necessario un cambio di passo, anche nelle misure di contrasto al lavoro nero e nel settore dell’accoglienza dei migranti che – ormai è chiaro – costituiscono sacche da cui imprese non virtuose attingono per utilizzare manodopera irregolare e a rischio”, conclude il segretario Bevilacqua.