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PIAZZA SAN PIETRO

Il Papa all'udienza: “In Libano terribile escalation, è inaccettabile”

Bergoglio ha dedicato l'udienza di oggi alle tentazioni di Gesù nel deserto: "Col diavolo non si dialoga, lo si scaccia".

(Foto Vatican Media/SIR)

“Gesù, nel deserto, si è liberato di satana e ora può liberare da satana. È quello che gli evangelisti mettono in luce con le numerose storie di liberazione di ossessi”. Lo ha detto papa Francesco, che ha dedicato la catechesi dell’udienza di oggi a Gesù che nel deserto viene tentato dal diavolo e poi “scaccia i demoni con l’ispirazione del regno di Dio”.

“Oggi assistiamo a uno strano fenomeno riguardo al demonio”, ha osservato: “A un certo livello culturale, si ritiene che semplicemente non esista. Sarebbe un simbolo dell’inconscio collettivo, o dell’alienazione, insomma una metafora”.

“Ma la più grande astuzia del demonio è far credere che non esiste”, ha obiettato il Papa: “Il diavolo è astuto, è furbo”, ha aggiunto a braccio: “Ci fa credere che non esiste e così domina tutto”.

“Eppure il nostro mondo tecnologico e secolarizzato pullula di maghi, di occultismo, spiritismo, astrologi, venditori di fatture e di amuleti, e purtroppo di sette sataniche vere e proprie”, il paradosso evidenziato dal Papa: “Scacciato dalla porta, il diavolo è rientrato, si direbbe, dalla finestra. Scacciato dalla fede, rientra con la superstizione”.

Al termine dell’udienza, Francesco ha definito “inaccettabile” l’escalation in atto in Libano, esprimendo la sua vicinanza al popolo libanese ed esortando a pregare per la pace e per tutti i Paesi martoriati dalla guerra.

Se tu sei superstizioso, incoscientemente stai dialogando col diavolo. Col diavolo non si dialoga!”, il monito a braccio del Papa, secondo il quale “la battaglia contro il demonio, contro lo spirito del male si vince come la vinse Gesù nel deserto: a colpi di Parola di Dio. Gesù non dialoga col diavolo, mai ha dialogato col diavolo. Lo caccia via, ma mai dialoga”.

“Mai dialogare col diavolo”, l’imperativo ancora fuori testo: “Quando viene con le tentazioni fermati, prega la Madonna e caccialo via, come Gesù ci ha insegnato”. “Dopo che Cristo, sulla croce, ha sconfitto per sempre il potere del principe di questo mondo, il demonio - il paragone scelto durante la catechesi - è legato, come un cane alla catena; non può mordere nessuno, se non chi, sfidando il pericolo, gli va vicino. Può latrare, può sollecitare, ma non può mordere, se non chi lo vuole”. “Se tu sei uno scemo e vai al diavolo, ‘come stai tu?’, ti rovina”, ha detto a braccio: “Diavolo, distanza: col diavolo non si dialoga, lo si caccia via. E tutti noi abbiamo esperienza di come il diavolo si avvicina con qualche tentazione dei dieci comandamenti. Quando noi sentiamo questo, fermi, distanza. Non avvicinarsi al cane legato con una catena”.

“La prova più forte dell’esistenza di satana non si ha nei peccatori o negli ossessi, ma nei santi”,

ha spiegato Francesco. “È vero che il demonio è presente e operante in certe forme estreme e disumane di male e di cattiveria che vediamo intorno a noi”, ha argomentato: “Per questa via, però, è praticamente impossibile giungere, nei casi singoli, alla certezza che si tratta proprio di lui, dato che non possiamo conoscere con precisione dove finisce la sua azione e inizia il nostro proprio male. Per questo la Chiesa è assai prudente e assai rigorosa nell’esercizio dell’esorcismo, a differenza di ciò che avviene, purtroppo, in certi film!”. “È nella vita dei santi che il demonio è costretto a venire allo scoperto, a mettersi contro luce”, ha sottolineato il Papa: “Chi più chi meno, tutti i santi e i grandi credenti, testimoniano della loro lotta con questa oscura realtà, e non si può onestamente supporre che fossero tutti degli illusi o semplici vittime dei pregiudizi del loro tempo”.

“La tecnologia moderna, oltre a tante risorse positive che vanno apprezzate, offre anche innumerevoli mezzi per dare occasione al diavolo, e molti vi cadono”, il grido d’allarme di Francesco: “Pensiamo alla pornografia in rete, dietro la quale c’è un mercato fiorentissimo, lo sappiamo tutti, è il diavolo che lavora lì”, il monito: “è questo un fenomeno assai diffuso, da cui i cristiani devono però ben guardarsi e che devono rigettare con forza”.

“Qualsiasi telefonino ha accesso a questa brutalità, a questo linguaggio del diavolo, la pornografia in rete”, l’aggiunta a braccio. “La consapevolezza dell’azione del diavolo nella storia non deve scoraggiarci”, ha concluso il Papa: “Il pensiero finale deve essere di fiducia e di sicurezza. "Sono col Signore, vattene via!". Cristo ha vinto il demonio e ci ha donato lo Spirito Santo per fare nostra la sua vittoria. La stessa azione del nemico può volgersi in nostro vantaggio, se con l’aiuto di Dio la facciamo servire alla nostra purificazione”.

“State attenti, il diavolo è furbo, ma noi cristiani, con la grazia di Dio, siamo più furbi di lui”, l’invito finale ancora fuori testo.

 

Fonte: Sir
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