Dalla Chiesa
Monsignor Bettazzi: “Non serve un nuovo Concilio, dobbiamo ancora attuare quello passato”
“Siamo a metà del guado, ma ricordiamoci che dobbiamo ancora passarlo”. Il guado a cui fa riferimento con questa battuta monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea e ultimo vescovo italiano ancora in vita ad aver partecipato al Concilio Vaticano II, è la piena attuazione del Concilio stesso.
Monsignor Bettazzi, 98 anni, è intervenuto questa mattina a Verona al convegno organizzato per fare memoria dei 60 anni del Seminario per l’America Latina (poi confluito nel Cum), facendo memoria della sua esperienza di giovane vescovo (allora ausiliare di Bologna) durante il Concilio. “Quell’esperienza – ha ricordato Bettazzi – ci ha insegnato l’importanza della collegialità e della sinodalità, parole che papa Francesco sta riportando al cuore della Chiesa. In molti all’inizio del Concilio si aspettavano che gli esiti fossero già scritti, ma così non è stato per volontà di papa Giovanni XXIII che volle che fosse il popolo di Dio, attraverso i vescovi provenienti da tutto il mondo, il vero protagonista di questo processo storico”.
Monsignor Bettazzi ha ripercorso le tappe principali del Concilio e ha tracciato il percorso compiuto dalla Chiesa negli anni successivi. Un percorso non privo di difficoltà e resistenze. Per questo, a chi chiedeva la necessità di un nuovo Concilio, monsignor Bettazzi ha risposto: “Non credo serva un nuovo Concilio perché dobbiamo ancora attuare quello passato e il rischio sarebbe di tornare indietro invece che andare avanti. Purtroppo se guardiamo alla liturgia, al clericalismo ancora tanto c’è da fare. Fortunatamente però il Signore ci ha donato un Papa come Francesco che, pur non avendo vissuto i giorni del Concilio, lo sta mettendo in pratica”. Da qui l’auspicio che il cammino della Chiesa italiana verso il Sinodo possa portare frutti. “papa Francesco aveva auspicato per la prima volta un Sinodo della Chiesa italiana già a Firenze nel 2015. Ora il tempo è maturo”.