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Papa in Belgio: agli universitari, “finché il mercato resta al primo posto la nostra casa comune subirà ingiustizia”

“La Chiesa denuncia questi soprusi, impegnandosi anzitutto nella conversione di ogni proprio membro, di noi stessi, alla giustizia e alla verità”

Bruxelles, 27 settembre 2024: Viaggio Apostolico di Papa Francesco in Belgio. Incontro con le Autorità. Foto Vatican Media/SIR

“Noi siamo nel mondo per custodire la sua bellezza e coltivarla per il bene di tutti, soprattutto dei posteri, il prossimo nel futuro”. Così il Papa, incontrando gli studenti universitari nella sede francofona dell’Università di Lovanio durante il suo viaggio apostolico in Belgio e Lussemburgo che si concluderà domani, ha delineato il “programma ecologico” della Chiesa. “Ma nessun piano di sviluppo potrà riuscire se restano arroganza, violenza, rivalità nelle nostre coscienze, anche nella nostra società”, il monito: “Occorre andare alla fonte della questione, che è il cuore dell’uomo. Dal cuore dell’uomo viene anche la drammatica urgenza del tema ecologico: dall’arrogante indifferenza dei potenti, che mette sempre davanti l’interesse economico”.

“Io ricordo una cosa che mi diceva sempre mia nonna: stai attento nella vita, perché il dialogo entra dalle tasche”, ha aggiunto a braccio. “Finché sarà così, ogni appello sarà messo a tacere o verrà accolto solo nella misura in cui è conveniente al mercato”, il monito: “E finché il mercato resta al primo posto, la nostra casa comune subirà ingiustizia”.

“La bellezza del dono chiede la nostra responsabilità: siamo ospiti, non despoti”, ha ribadito Francesco, esortando gli studenti a considerare la cultura “come coltivazione del mondo, non solo delle idee”. Per il Papa, “qui sta la sfida dello sviluppo integrale, che riguarda tutte le persone in tutti gli aspetti della loro vita: fisica, morale, culturale, sociopolitica” e al quale “si oppone qualsiasi forma di oppressione e di scarto”.

“La Chiesa denuncia questi soprusi, impegnandosi anzitutto nella conversione di ogni proprio membro, di noi stessi, alla giustizia e alla verità”, ha assicurato Francesco, spiegando che lo sviluppo integrale “è vocazione alla vita giusta e felice, per tutti. L’opzione da fare è dunque tra manipolare la natura e coltivare la natura. A partire dalla nostra natura umana – pensiamo all’eugenetica, agli organismi cibernetici, all’intelligenza artificiale”.

Fonte: Sir
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