Diocesi
È morto il vescovo Lino Garavaglia
È morto pochi minuti fa il vescovo emerito monsignor Lino Garavaglia. Era ricoverato alla casa di riposo don Baronio da una settimana.
Era nato nel 1927. In diocesi nel 1991 subentrò a monsignor Luigi Amaducci che venne trasferito a Ravenna.
Rimase titolare fino al 2004 quando nella nostra Diocesi gli subentrò monsignor Lanfranchi.
Notizia in aggiornamento.
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Pubblichiamo il testo che il professor Marino Mengozzi ha redatto poche settimane fa, e pubblicato sull’edizione cartacea n. 20 del 21 maggio scorso per la rubrica dedicata alla Tradizione, nella sezione vescovi.
Esterino, Lino nella professione religiosa, nasce a Mésero (Milano) il 9 settembre 1927 da Luigi e Davidina Belloli.
Il 4 ottobre 1945 entra nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, dove fa la professione solenne nel 1951. Al termine degli studi teologici, è ordinato sacerdote nel Duomo di Milano il 5 dicembre 1954. Frequenta i corsi dell’Istituto Medio-Estremo Oriente presso l’Università di Milano, si diploma in Missiologia all’Università di Lovanio e in Giornalismo alla Scuola Superiore dell’Associazione Giornalisti Alta Italia.
Ricopre vari incarichi: segretario provinciale (1956-76) e nazionale per le Missioni (1966-73); rappresentante dei religiosi nel Consiglio presbiterale della diocesi di Milano (1969-81); definitore della Provincia Cappuccina Lombarda (1970-73); vice-provinciale (1973-79) e superiore nel convento di via Piave a Milano (1976-79); delegato italiano al Consiglio plenario dell’Ordine a Mattlì (1978); ministro della Provincia Cappuccina di Lombardia (1979-82); vice-presidente (1979) e presidente (1981) del Consiglio Italiano Superiori Provinciali; definitore generale dell’Ordine (1982-85). Fonda e dirige la rivista “Cammino: annali francescani” (1964-76); dirige la rivista nazionale “Continenti” (1968-76).
Il 2 febbraio 1986 è eletto vescovo coadiutore di Tivoli: consacrato a Roma l’8 marzo dal cardinale Lucas Moreira Neves, fa l’ingresso in diocesi il 6 aprile; il 25 giugno 1987 succede a Guglielmo Giaquinta.
Il 25 marzo 1991 è trasferito alla sede di Cesena-Sarsina, ove entra il 5 maggio (con il motto In caritate radicati).
Lino giunge a Cesena presentando tratti subito colti dai romagnoli: affabilità, immediatezza di rapporti e simpatia. Nell’omelia dell’ingresso le parole centrali sono: formazione, vocazioni, collegialità, corresponsabilità, condivisione, dialogo, promozione umana. Mette subito mano alla vigna affidatagli, con un ritmo di lavoro e d’impegni che caratterizzerà tutto il ministero.
Il suo progetto pastorale può essere riassunto in tre macrotappe: il triennio dedicato all’evangelizzazione, la preparazione e la celebrazione del sinodo diocesano, la visita pastorale. Le mutate situazioni sociali, culturali e ambientali gli fanno mettere mano a una nuova territorialità parrocchiale, nella prospettiva delle unità pastorali. Il suo Magistero scritto, che spiega e accompagna le scelte, consta di quasi un centinaio di documenti, distinti in Lettere pastorali, Lettere tematiche o dettate da circostanze (in prevalenza rivolte ai presbiteri, ma anche a categorie specifiche), Note pastorali.
L’evento di maggior rilievo è costituito dal sinodo, che mancava a Cesena dal lontano 1929 (celebrato dal vescovo Alfonso Archi, 1927-1938). L’idea di progettare un’assemblea sinodale era già appartenuta a Gianfranceschi nel 1959; vi aveva pensato anche Amaducci nel 1990. Garavaglia realizza il primo sinodo della diocesi di Cesena-Sarsina, che si apre nel dicembre 1995 e termina nel 1999 (15 aprile: consegna alla diocesi del Libro sinodale; settembre: pubblicazione degli Atti del sinodo). Nel biennio 1999-2000 ha luogo la Visita pastorale, al termine della quale il vescovo indirizza alla diocesi una significativa Lettera pastorale (Ripartire da Emmaus, 25 marzo 2001). Egli guida il grande giubileo del 2000, aperto in diocesi il 25 dicembre 1999 e chiuso il 5 gennaio 2001. Una veloce rassegna operativa: ridefinizione geografico-pastorale della diocesi; nuovi spazi della Curia (1997); nuova sede del Centro pastorale a palazzo Ghini (1997); ricostituzione della comunità del Seminario minore (1996); inaugurazione della Casa del Clero (1996); avvio della Scuola diocesana di formazione pastorale (1995); nuovo impulso alla Caritas diocesana; sostegno all’attività missionaria; Centro della pastorale universitaria, scolastica e dell’educazione con cappellanìa a Boccaquattro; costruzione di nuove chiese, canoniche e opere parrocchiali, oltre a ristrutturazioni, risanamento e manutenzione straordinaria di altre chiese e locali pastorali; lavori alla villa San Pier Damiani di Balze, a palazzo Ghini, al Centro universitario di Boccaquattro, all’episcopio di Sarsina, alla Cattedrale (lungo e oneroso intervento alla copertura, restauri all’altare del Bregno e alla cappella della Madonna del Popolo), alla basilica di Bagno di Romagna, alla chiesa di San Domenico; Servizio beni culturali (1992) e poi Ufficio per l’arte sacra e i beni culturali (1999); museo della Cattedrale nella cappella di San Tobia (2000); portone bronzeo (opera di Ilario Fioravanti) nella chiesa madre, dono della Banca di Cesena (2001); nuova sistemazione dell’archivio diocesano (1995); nuovo Liceo della Comunicazione “Immacolata” (1999) in Seminario; nuova sede in Seminario del «Corriere Cesenate» (2002).
Alla cultura il vescovo Lino ha riservato un’attenzione speciale, con numerose iniziative e volumi sulla storia della diocesi di Sarsina e della Chiesa di Cesena, sui pontificati di Pio VI e Pio VII, sulla Cattedrale. Ha chiuso il processo diocesano di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio don Quintino Sicuro, ha avviato e concluso quello del Servo di Dio canonico Carlo Baronio.
Quando si appresta a salutare la cattedra di san Mauro e san Vicinio, può registrare frutti di buona semina e lasciare alla città l’esito di rapporti sempre cordiali e collaborativi (Sarsina nel 2001 e Cesena nel 2002 lo fanno cittadino onorario), ma porta con sé il cruccio dell’impoverimento del presbiterio (17 ordinazioni sacerdotali, 43 sacerdoti defunti).
Il 9 settembre 2002 Garavaglia rassegna le dimissioni, il 3 dicembre 2003 annuncia il nome del suo successore: Antonio Lanfranchi, della Chiesa di Piacenza-Bobbio, cui cede il pastorale il 25 gennaio 2004.
Lino vive da emerito nell’amata Cesena, in disparte e in silenzio. (fin qui il testo pubblicato).
Fino a questa mattina, quando è giunta la notizia della sua morte.