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Partenza e non eterna appartenenza

Giornata del migrante e del rifugiato, la Messa in Cattedrale

Domenica 29 settembre alle 15,30 in Cattedrale a Cesena la celebrazione presieduta da don Amati. La riflessione del diacono Ettore Rossi: "Il popolo migrante abbia la consapevolezza che Dio cammina con loro"

foto archivio Agensir

Domenica 29 settembre ricorre la 110ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.

A Cesena, la Giornata sarà celebrata con la Messa presieduta da don Giordano Amati in Cattedrale a Cesena domenica 29 settembre alle 15,30.

Nel Corriere Cesenate in uscita questa settimana è pubblicato il messaggio che il vescovo Douglas propone nell'occasione.

Pubblichiamo di seguito la riflessione del diacono Ettore Rossi, direttore dell'Ufficio diocesano per i migranti e gli immigrati.

La fede è un cammino. Prendo volentieri spunto per queste mie riflessioni dedicate alla Giornata mondiale del migrante e del rifugiato da un frammento tratto dalle linee pastorali per il 2024/2025 che il nostro vescovo Douglas ha presentato all'Assemblea diocesana del 15 settembre scorso.

Due cammini paralleli: il cieco che ormai vedente si apre alla luce, alla luce della fede, e il suo cammino è ora deciso verso il “Signore”; i Giudei (con tale termine Giovanni indica coloro che non vedono in Gesù il Messia) che al contrario induriscono il loro cuore e intraprendono un cammino inverso.

La sacralità del cammino (per la sopravvivenza, per la salvezza, per sfuggire dalla guerra, dalle calamità, dalla povertà, per salvaguardare la fede ecc.) che ogni essere umano compie trova anche negli interventi del Santo Padre una sottolineatura accorata (messaggio per la Gmmr 2024 “Dio cammina con il suo popolo” e udienza del 28 agosto: “… Respingere i migranti è un peccato grave. Cari fratelli e sorelle, uniamo i cuori e le forze, perché i mari e i deserti non siano cimiteri, ma spazi dove Dio possa aprire strade di libertà e di fraternità”.

Il cammino del migrante e del rifugiato meritano rispetto, accoglienza e aiuto. Purtroppo ancora oggi questo processo dinamico trova in ogni parte del pianeta ostacoli e problematiche di vario tipo.

La nascita di ogni essere vivente rappresenta in primis figliolanza prediletta del Signore e conferimento di cittadinanza del mondo. Queste peculiarità dovrebbero garantire all’essere umano di poter occupare spazi e tempi nel rispetto delle leggi divine e civili. La primaria nazionalità di ogni essere umano funga da partenza e non da eterna appartenenza. In altre parole, pur mantenendo la propria cittadinanza sia consentito, in primis dalle autorità del proprio Paese, di potersi trasferire e di converso alle nazioni riceventi di non ostacolare se non per motivi sanitari, di sicurezza, di precaria condizione economica e sociale questo dinamico e inarrestabile movimento. Le politiche demografiche costituiscano oggetto di accordi e di perenne monitoraggio fra gli Stati, garantendo equilibrio economico e sociale a ogni comunità.

Pura utopia?

La Parola del Signore nella domenica della Gmmr ci venga in soccorso.

Parte dello Spirito Santo da Mosè il Signore lo pose sopra i settanta uomini ed essi profetizzarono. Due di loro non erano nel gruppo, erano “migrati” a parte, eppure profetizzarono lo stesso. Volevano che Mosè glielo impedisse (Nm. 11, 25-29).

Non sia mai, il Signore cammina con loro.

Il vangelo di Marco poi rincara la dose: “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva”. Ma Gesù disse: “Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi”.

Il cammino inverso dei giudei (sopra riportato) e dei ricchi descritti in atteggiamenti egoistici e disumani da San Giacomo (Gc. 5, 1-6) non contiene la sacralità, bensì la profana materialità ebbra di ogni spiritualità.

I migranti hanno il diritto di profetizzare e di compiere miracoli a Dio piacendo.

La 110ma Gmmr infonda nel popolo migrante la consapevolezza che Dio cammina con loro e conseguentemente nelle comunità raggiunte dal loro passaggio la consapevolezza che anch’essi, i migranti, sono portatori della presenza del Signore Dio, Padre di tutto e di tutti, tutti tutti.

Prevalga questo atteggiamento rispetto a ogni pregiudizio.

La nostra diocesi celebrerà la 110ma Gmmr domenica 29 settembre con una Messa in Cattedrale a Cesena alle 15,30 presieduta dal parroco monsignor Giordano Amati. Nell’occasione sono invitati i migranti e tutte le comunità della Diocesi.

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Giornata del migrante e del rifugiato, la Messa in Cattedrale
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