Ad Alfero il “Sentiero dello Spirito” nel ricordo di padre Renzo

«Perché viva la memoria. Alfero ricorda i suoi missionari e rende loro onore e omaggio». Un monumento e un sentiero sono i due segni di conoscenza e riconoscenza promossi dal gruppo “Amici di padre Renzo”, che fa capo alla parrocchia del paese nel territorio di Verghereto.

Il monumento riporta le testimonianze di quattro missionari originari di Alfero di Verghereto, esempi di radicalità del Vangelo. Sono padre Roberto Guerra (1891-1955) frate francescano nato ad Alfero e martire in Cina dove è morto in carcere. fra Guglielmo Maria Bernabini (1884-1966) fu custode della Grotta del Latte a Betlemme. Padre Silvio Spighi (1913-1996) era un frate cappuccino inviato da Alfero in Australia nel 1947 e lì è sepolto dopo una vita di cura pastorale dedicata agli italiani emigrati. Padre Renzo Mancini è il sacerdote ‘campione di carità’ nato a Castel d’Alfero nel 1952 e una vita vissuta con generosità in missione in Etiopia, dove è morto nel 2022 in seguito a un incidente stradale.

A padre Renzo è dedicato il gruppo di alferesi che hanno avuto in lui un punto di riferimento nell’amicizia e nella fede. E hanno ‘dato gambe’ a questi progetti che stanno trovando concretezza. «Con una mano di padre Renzo, di certo, a sostenerci e a incoraggiarci – specificano -. Vi è una progressione, non c’era un progetto iniziale. Gli eventi si sono concatenati fino ad arrivare a queste iniziative. È nostro desiderio dare memoria concreta a persone nate nel nostro territorio che possono essere esempio per i giovani, oggi spesso sono avari di progetti. Questi sacerdoti missionari, partiti da Alfero, hanno portato un messaggio di pace e di amore nel mondo. Alcuni sacrificando la vita: padre Roberto Guerra è stato martire in Cina, morto in carcere dove era stato condotto per aver predicato la fede».

L’inaugurazione del monumento in sasso dedicato ai missionari – con busto di padre Guerra e Tau francescano – si è svolta domenica 18 agosto (nelle foto, la Messa celebrata da don Edero Onofri e il monumento ai missionari).

Domani, domenica 25 agosto verrà inaugurato il “Sentiero dello Spirito” dedicato a padre Renzo Mancini: alle 9,30 coloro che desiderano percorrere il sentiero si ritroveranno a Castel d’Alfero. Alle 12,30 è previsto il pranzo presso la Fonte Sulfurea, sul Sentiero dello Spirito. Alle 17,15 la cerimonia di inaugurazione; alle 18 la Messa presieduta dal parroco di Alfero don Adolph Majeta e a seguire il rinfresco.

Padre Renzo è un frate cappuccino che per quasi quarant’anni ha vissuto in Etiopia, «dove è stato uomo di pace, generoso, itinerante – specifica il Gruppo a lui dedicato -. Questo sentiero farà ripercorrere alcune tematiche care a padre Renzo: l’amore per Dio, per gli altri, per il Creato, per la cura degli ultimi. Tutte le riflessioni sono tratte dall’enciclica Laudato si’ scritta nel 2015 da papa Francesco sulla cura della casa comune». I brani sono stati suggeriti dai frati francescani cappuccini di Imola, confratelli di padre Renzo, con l’intento di favorire la riflessione personale in chi percorre il cammino nei boschi che incorniciano il paese.

Sono dodici le edicole disposte lungo il percorso, secondo i toponimi del posto: la prima è a Campatoliso; a seguire, al monte dei Falòni, ai Trogoli, all’Incisa, al Paretaio (bivio per Castagneta), al Pian del Grillo. Nel punto panoramico di pian di Maggio, nella castagneta di Alfero, è posizionata una croce. Le tappe successive del sentiero dello Spirito toccano le località di Fontanafredda, le Cupe, la fonte sulfurea di Patrice, il sasso spaccato, la chiesa vecchia per concludersi a la Soda e ritorno alla chiesa della Madonna della Neve a Castel d’Alfero. Dieci i chilometri di bell’Appennino, per un percorso da percorrere in circa 3 ore e mezza.

“Era una mattina come tante altre quel 28 agosto 2022, stavo lavorando quando mi è arrivata notizia della morte di Renzo, risalente al giorno precedente – è il ricordo di un amico d’infanzia di padre Renzo Mancini -. Sembrava una notizia triste al pari di altre, ma il pensiero ha aperto il mio cuore ai ricordi. Quel sorriso accogliente di Renzo è comparso nitido alla mia mente e ho sentito il bisogno di inviare un messaggio per la Messa funebre celebrata il giorno successivo”. “Pensavo tutto finisse lì – prosegue – in quel messaggio pieno di preghiera, ma non è stato così. I pensieri sono andati al movimento scout di cui Renzo si era sempre interessato, alla sua casa natale nella borgata medioevale di Castel d’Alfero nel comune di Sarsina, alla sua vita sempre in salita e al dono della stessa oltre al suo corpo alla terra africana, volendo per sua volontà essere seppellito in Etiopia”.

“La strada tanto cara agli scout, la crisi religiosa e di valori della nostra società attuale e nello specifico nel nostro paese – continua il ricordo dell’amico del missionario alferese – mi portavano a voler legare la forza missionaria di Renzo alla nostra realtà. Così è nata forte l’idea di creare un sentiero che potesse contenere Alfero al centro del suo cuore. Un sentiero che doveva partire dalla casa natale in Castel d’Alfero e ritornare nello stesso punto della partenza”.

Al desiderio è stato presto dato gambe, “ma quante difficoltà incontrate. Quale percorso? Come condividerlo con l’esperienza della sentieristica del monte Fumaiolo?“, questi gli interrogativi emerse a inizio del progetto. “Non poteva essere un sentiero come gli altri: doveva parlare al cuore – prosegue nella descrizione il componente del gruppo dedicato a padre Renzo -. Doveva lasciare spazio alla riflessione e compito ancor più arduo, se possibile, riportare nei giovani la sete per un proprio discernimento, riscoprendo il valore del silenzio soprattutto mediatico. Non so se il sentiero riuscirà in questo obiettivo, di curare lo Spirito ferito di tutti noi, ma la speranza è conservata nei cuori di quanti si sono adoperati per realizzare questo percorso“.

Alcune coincidenze, curiose, si sono verificate durante la realizzazione del sentiero. “Il percorso fatto assolutamente a caso: al termine il disegno presenta una forte somiglianza con il continente africano, terra amata e dove padre Renzo è sepolto“, conclude. Inoltre da consigli dati da esperti della sentieristica, “il colore per evidenziare il percorso è stato consigliato il giallo, ma il giallo senza il bianco non risalta in modo adeguato e pertanto involontariamente si sono ricreati i colori del Vaticano. Queste valutazioni sono per noi semplici casualità, ma il desiderio è che questo percorso faccia ritrovare la giusta strada ai tanti giovani che sembrano averla persa e ridare fiducia per il loro futuro“.

Alla fine, l’invito: “Vi aspettiamo lungo il sentiero dello Spirito con la speranza che anche voi, come noi, possiate trovare al vostro fianco un amico, come il nostro Renzo”.

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