A Bagno di Romagna giorni di festa del Perdono

La comunità di Bagno di Romagna celebra la Festa del Perdono, momento atteso e vissuto dalla parrocchia dedicata a Santa Maria Assunta. Da giovedì 7 marzo il crocifisso è deposto al centro della Basilica di Bagno di Romagna.Ieri, venerdì 8 marzo, giorno della festa del Perdono, alle 11,15 il vescovo ha celebrato la Messa alla quale hanno partecipato gli studenti del territorio.Domani, domenica 10 marzo la Messa delle 11,15 sarà animata dalla corale di Gualdo; alle 16 il Crocifisso sarà portato processionalmente lungo le vie del paese termale, con la partecipazione della banda Santa Cecilia. Alle 16,30 la Messa in basilica celebrata dal parroco monsignor Alfiero Rossi. Alle 19 ci sarà il bacio al crocifisso e la ricollocazione nel suo altare di questa opera del 1450 (nella foto).«Da tempo immemorabile si vive e si concede la Perdonanza nel territorio bagnese – sono le parole del parroco don Alfio – sin da quando alcuni sacerdoti passavano di parrocchia in parrocchia, consentendo così anche ai fedeli più lontani, come i contadini che vivevano nelle vallate dell’entroterra, di riscoprire il sacramento della confessione, facendo così esperienza della misericordia e del perdono divino».La festa del Perdono si struttura in due fasi: l’Indulgenza plenaria, cioè l’assoluzione della pena dovuta per i peccati commessi, è concessa a tutti coloro che si saranno avvicinati alla confessione, mostrando profondo e sincero pentimento. In secondo luogo, l’indulgenza è concessa a tutti coloro che riceveranno anche il Corpo e il Sangue del Signore e avranno soddisfatto il precetto pasquale (confessarsi e comunicarsi almeno a Pasqua).La Perdonanza venne istituita ufficialmente il 29 settembre 1294 da papa Celestino V. «Fu proprio l’ex eremita benedettino Pier dal Morrone, che aveva fatto della penitenza una scelta di vita e che era salito inaspettatamente al soglio di Pietro – don Alfio ne descrive la storia – a ideare la Perdonanza in una maniera innovativa ed estensiva rispetto a quella concessa da Onorio III a San Francesco d’Assisi e che era riservata a quei fedeli che avessero visitato la Porziuncola». La Bolla di papa Celestino V decretava “absolvimus a culpa et pena” (remissione dei peccati e assoluzione dalla pena) tutti coloro che, visitando devotamente la basilica abruzzese di Collemaggio nel giorno 29 agosto, si fossero sinceramente pentiti di atti illeciti compiuti verso il prossimo. «Il Papa introdusse il concetto di ‘riconciliazione’ tra Dio e gli uomini – prosegue don Alfio – che implica il superamento della ‘rottura’ derivante dal peccato. Il concetto venne ripreso da Paolo VI che ne approfondì il salvifico valore nell’indìre il Giubileo del 1975. E sulla stessa nobile scia anche papa Francesco ha indetto, nel dicembre 2015, l’Anno Santo della Misericordia».Proseguendo nella riflessione tra storia e fede, «vale la pena ricordare nella giusta luce papa Celestino V che invece il poeta Dante aveva condannato senza appello per la sua ‘viltade’ collocandolo all’inferno in mezzo agli ignavi – prosegue don Alfio – a causa del gesto del rifiuto del Papato ad appena cinque mesi dalla sua elezione -. Se è pur vero che il Sommo poeta assunse verso di lui questa dura posizione, è anche vero che Petrarca, altro grande poeta del Trecento, pur condividendo l’accusa di viltà in riferimento alle dimissioni, ebbe modo di lodarne ‘lo spirito altissimo e libero e l’umiltà inimitabile’».A conclusione di questo excursus storico, monsignor Alfio auspica «che la ricorrenza solenne del Perdono rappresenti una tappa ulteriore del cammino spirituale e morale verso una società migliore e più buona. E Dio solo sa quanto ce ne sia bisogno oggi».

Resta aggiornato iscrivendoti al canale WhatsApp del Corriere Cesenate. Clicca su questo link