Dall'Italia
A cento anni dalla nascita di Marcello Mastroianni
Il cinema italiano e internazionale celebra in questi giorni il 100esimo anniversario di un vero e proprio mito: Marcello Mastroianni. Nato il 26 settembre 1924 (ma registrato all’anagrafe il 28 settembre) a Fontana Liri (adesso in provincia di Frosinone ma allora in provincia di Caserta), fu uno dei più grandi attori del cinema italiano. Iniziò la sua carriera costituita da 144 film con piccoli ruoli in importanti pellicole tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta come “La corona di ferro”, diretto da Alessandro Blasetti nel 1941. Il vero e proprio esordio avvenne nel 1948 con “I miserabili” di Riccardo Freda, mentre il successo nostrano e mondiale avvenne nello stesso anno, grazie alla partecipazione al capolavoro di Mario Monicelli intitolato “I soliti ignoti”. In questa commedia leggendaria, Mastroianni divise lo schermo con altri fantastici attori come Vittorio Gassman, Totò, Claudia Cardinale e Renato Salvatori.
Due sono stati gli incontri che hanno maggiormente caratterizzato la sua carriera, con il regista Federico Fellini e con l’attrice Sophia Loren. È grazie al film maker riminese che Mastroianni divenne un vero e proprio divo internazionale, in quanto fu protagonista di due memorabili film di Fellini: “La dolce vita” del 1960 (iconica la scena nella fontana di Trevi con l’attrice svedese Anita Ekberg) e “8 e ½”. La collaborazione tra i due giganti produsse altre tre lungometraggi significativi come “La città delle donne” del 1980, “Ginger e Fred” del 1985 e “Intervista” del 1987. Per Fellini, Mastroianni interpretò anche un cameo in “Roma” del 1972, ma la scena in cui comparve fu cancellata dal montaggio finale.
Con Sophia Loren (che ha compiuto 90 anni lo scorso 20 settembre), ha formato una delle coppie più iconiche del grande schermo, interpretando insieme 14 film. Tra essi spiccano capolavori come “Ieri, oggi, domani” di Vittorio De Sica del 1963, “Matrimonio all’italiana” sempre di De Sica del 1964 e “Una giornata particolare” di Ettore Scola del 1977. La coppia cinematografica Loren-Mastroianni era talmente in auge che il regista toscano Franco Zeffirelli, quando era impegnato nella scelta dei protagonisti de “La bisbetica domata” (uscito nel 1967), aveva originariamente pensato proprio a loro, per poi virare su Richard Burton ed Elizabeth Taylor. Il divo laziale era talmente famoso oltreoceano da essere nominato come il divo straniero più ammirato negli Stati Uniti dal prestigioso settimanale “Time”.
Mastroianni fu diretto da grandi registi italiani ma anche da quelli internazionali come Louis Malle (“Vita privata” del 1962), John Boorman (“Leone l’ultimo” del 1970), Roman Polanski (“Che?” del 1972), Theo Angelopoulos (“Il volo” del 1986 e “Il passo sospeso della cicogna” del 1991), Robert Altman (“Prêt-á-Porter” del 1994) e Wim Wenders (“Al di là delle nuvole” del 1995 e co-diretto da Michelangelo Antonioni). La sua infinita carriera si è tradotta in un ricco palmares costituito da otto David di Donatello, otto Nastri d’argento, due Golden Globe, due premi BAFTA, cinque Globi d’oro, un Ciak d’oro, due “Prix d’interprétation masculine” al festival di Cannes (il premio come miglior attore), due Coppe Volpi come miglior attore protagonista al festival di Venezia e un Leone d’oro alla carriera sempre nel capoluogo veneto nel 1990.
Per quanto riguarda il premio attoriale di Cannes, è stato il terzo interprete ad averlo vinto due volte (dopo Dean Stockwell e Jack Lemmon), nel 1970 per “Dramma della gelosia” di Ettore Scola e nel 1987 per “Oci ciornie” di Nikita Sergeevic Michalkov. Tra gli otto David vinti, spiccano i cinque come miglior attore protagonista, dato che lo issa al secondo posto nella categoria, preceduto solo dai sette allori di Alberto Sordi e Vittorio Gassman. Gli altri tre David sono stati un premio alla carriera nel 1983, una medaglia d’oro del comune di Roma nel 1986 e un premio alla carriera postumo nel 1997. Non riuscì mai a vincere un premio Oscar, accumulando tre nomination come miglior attore protagonista nel 1963 per “Divorzio all’italiana” di Pietro Germi, nel 1978 per “Una giornata particolare” di Ettore Scola e nel 1988 per “Oci ciornie” di Nikita Sergeevic Michalkov. La parabola umana di Marcello Mastroianni si concluse a Parigi il 29 dicembre 1996, ma la sua parabola artistica durerà in eterno.