A Cesena è sempre più emergenza casa

Famiglie ridotte allo stremo che non riescono a pagare gli affitti e impossibilitate a reperire un appartamento sul libero mercato: a Cesena è sempre più emergenza casa. Per rispondere a questo bisogno crescente è nata in città la ‘Rete antisfratto’ di cui è promotore Davide Fabbri, ex consigliere comunale da sempre molto attento alle vicissitudini cittadine. Dopo aver sventato insieme ad altri attivisti lo sfratto esecutivo di una coppia di anziani in via Certaldo lo scorso 18 maggio, Fabbri ha deciso di costituire un gruppo operativo al fine di sollecitare le istituzioni a fare di più e al contempo impegnarsi in azioni concrete di solidarietà. In passato a Cesena fu messo in piedi da alcuni cittadini un’esperienza analoga, denominata lo ‘Sportello antisfratto’, che però ebbe vita breve.

“In città sono una quarantina gli sfratti che incombono e altrettante sarebbero le esecuzioni immobiliari causate da insolvenza di mutui o debiti ─ ha informato Davide Fabbri durante l’assemblea della Rete antisfratto che si è tenuta giovedì pomeriggio ─. A causa della crisi economica e sociale, resa più acuta dalla pandemia, sono necessari atti concreti per contrastare l’emergenza abitativa. Un’emergenza, a dire il vero, infinita: già negli anni ‘90 se ne parlava, ma in tutto questo tempo le istituzioni non hanno portato avanti un’attenta politica sociale della casa né saputo contrastare l’aumento della povertà e delle disuguaglianze”.

Sono molti i casi di persone che si sono ritrovate in situazioni di precarietà impreviste a causa della diminuzione del proprio reddito per la perdita o riduzione del lavoro e faticano a sostenere mensilmente la spesa per l’affitto di casa. Un problema complesso le cui soluzioni non si intravedono nel brevissimo termine. “Le nostre proposte sono quelle di aumentare il fondo comunale per il sostegno all’affitto attualmente insufficiente per rispondere a tutte le richieste, incrementare gli alloggi di edilizia residenziale pubblica, predisporre un nuovo bando per l’assegnazione delle case popolari e la ristrutturazione del patrimonio immobiliare sfitto e vuoto”, ha affermato l’ex consigliere comunale.

Da un lato necessitano abitazioni a prezzi calmierati, a fronte di ben 3.800 appartamenti sfitti presenti in città, e dall’altro di un maggior numero di alloggi di edilizia residenziale pubblica, le cosiddette case popolari: sono pochi quelli costruiti negli ultimi vent’anni a causa delle minori risorse statali stanziate. “Negli ultimi dieci anni sono stati dati solo 152 nuovi alloggi a fronte di liste di attesa lunghissime”, evidenzia ancora Fabbri. Il Comune di Cesena ha previsto prossimamente la realizzazione di quattro appartamenti a Calisese per un importo complessivo di 540mila euro, finanziati anche con parte dei proventi degli incassi derivanti dalla vendita di immobili comunali (edifici vetusti appetibili ai privati che possono usufruire del Superbonus 110 per cento). È in corso un programma di ristrutturazione di alloggi popolari: nei prossimi anni ne finiranno sotto i ferri altri dieci, al momento disabitati per renderli nuovamente disponibili.

Intanto, per tamponare l’emergenza la ‘Rete antisfratto’ sta valutando di aprire un conto corrente di raccolta fondi di solidarietà per cui avrebbe già ricevuto diverse adesioni. Gli attivisti potrebbero essere chiamati presto a bloccare un altro sfratto. Questa volta si tratta di una famiglia composta da quattro persone, tra cui un’anziana allettata, che ha ricevuto l’ordine di lasciare entro i primi di giugno la villetta in cui risiede in via De Sica a San Mauro in Valle (venduta all’asta per fallimento con tanto di pignoramento dei mobili). La ricerca di una nuova abitazione fino al momento è stata vana a causa degli affitti troppo alti e delle garanzie richieste dai proprietari.