A piedi da Cesena a Santiago di Compostela

La titanica impresa di percorrere a piedi da Cesena fino a Santiago di Compostela, in Spagna, è stata completata. Già ci aveva provato nel 2020 Antonio Di Placido poi, per via dello scoppiare della crisi del Covid, aveva dovuto rinunciarvi. Ora invece il sogno è diventato realtà e segue l’altro viaggio da record da San Pietroburgo-Bali, affrontato dal romagnolo senza l’ausilio di trasporto aereo. Partito il 10 giugno scorso con zaino, scarpe e attrezzatura minimale, il cesenate è giunto a destinazione lo scorso 2 ottobre.

L’itinerario è stato lungo e complesso.

“Ho fatto la via Emilia fino a Bologna, poi son passato in Toscana a Pistoia, Lucca, risalendo tutta la Liguria fino al confine. In Francia ho superato Nizza, Antibes, Arles, Tolosa, per poi arrivare alla catena dei Pirenei. Da qui ho imboccato il cammino francese passando da Pamplona e giungere a destinazione”.

Le insidie non sono mancate.

“A Leon sono stato male fisicamente: ho avuto un’intossicazione alimentare. Ho preso un giorno di riposo per via della febbre e dei dolori addominali. La maggior difficoltà penso sia stata mentale perché all’inizio non c’è un sentiero. Fino a Bologna ho camminato lungo la strada asfaltata. Un altro aspetto importante son stati gli alloggi. A volte son stato ospitato, in Toscana ad esempio sono andato dalle suore del convento della Madonna del Giglio a Sambuca, poi in altre città ho trovato una sistemazione nelle parrocchie, come a Sant’Anna di Rapallo, Don Stefano a Marina di Andora e Don Paolo a Imperia. In Costa Azzurra ci son anche delle associazioni che aiutano i pellegrini”.

Il tratto più difficile?

“La Francia dal punto di vista mentale è stata lunghissima, oltre al caldo afoso e molto pesante. Ho passato un mese e mezzo da solo, poi ho conosciuto Camiel, un ragazzo belga, che anche lui camminava nella mia stessa direzione. In generale le tappe son state lunghe e prive di persone, senza contare che spesso avevo nello zaino il cibo della giornata”.

Il cammino però è stato interrotto per una settimana.

“Sono dovuto tornare a Cesena a metà luglio perché avevo la proclamazione di laurea nel corso ‘International tourism and leisure industries’. Son ripartito da Arles, vicino a Marsiglia, da dove avevo interrotto il cammino”.

Che cosa hai imparato da questa lunga sfida con te stesso?

“Forse il viaggio è troppo fresco per avere una visione chiara di ciò che ho appreso. Sicuramente oggi ho più consapevolezza nei miei mezzi: in un viaggio a piedi del genere pochi mi davano credito prima di partire, anche confessandomelo dopo. Ho acquisito una grande propensione nello stare con gli altri. Nella prima parte del tragitto ero quasi sempre da solo, invece in Spagna sono stato sommerso dalle persone. Mi son trovato bene con loro e quei mesi di solitudine mi hanno fatto bene per capire la bellezza di stare con gli altri e scoprire le loro qualità”.

 

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