A sette anni dalla morte il ricordo di Ilario Fioravanti è più vivo che mai

A distanza di sette anni dalla scomparsa dell’artista cesenate Ilario Fioravanti, l’associazione “Zaccagnini” ha organizzato presso la Biblioteca Malatestiana un incontro dedicato da una parte all’aspetto più umano ed esistenziale di Fioravanti, esposto da Pier Guido Raggini, e dall’altra all’aspetto più “professionale”, come artista e architetto, attraverso le parole di Priya Baldazzi.

I ricordi di Ilario

Dopo i saluti istituzionali di Michelangelo Bucci, presidente dell’associazione, e di Ercole Acerbi, che ha ricordato la profonda religiosità di Fioravanti, e ha annunciato che l’associazione ha intenzione di destinare a una chiesa cesenate l’importante opera sacra di Fioravanti di cui è in possesso, Pier Guido Raggini ha tratteggiato un legame umano iniziato nel 1961, quando lo stesso Raggini era studente alle scuole medie, ed aveva Ilario come insegnante di disegno.

«Il linguaggio di Ilario era quello dell’emozione», ha detto Raggini. Una lunga amicizia ha lasciato soprattutto un segno, nel ricordo di Raggini, quello di un uomo libero, che non apparteneva a nessuna parte, e soprattutto ha trasmesso l’insegnamento di osservare orizzonti che dilagano oltre l’esperienza umana.

Molto diverso il ricordo di Priya Baldazzi, già studentessa del Liceo “Monti” di Cesena, e laureata in architettura a Firenze, come lo stesso Fioravanti, che nel 2011 studiò per la sua tesi di laurea la “Casa dell’upupa”, il vecchio frantoio di Sorrivoli che Ilario Fioravanti aveva restaurato e ristrutturato. Priya Baldazzi ha ricordato quanto Ilario fosse orgoglioso che il suo lavoro venisse studiato all’università, la stessa dove aveva studiato lui, e in particolare la casa di Sorrivoli, dov’era il suo studio e dove si era maggiormente espressa la sua abilità nel rielaborare senza demolire, nel saper riprendere i frammenti del passato con occhio nuovo. Durante il suo intervento Priya Baldazzi ha proiettato il film “Tracce” del 2001, opera di Vincenzo Fattorusso, un cortometraggio dedicato all’opera di Fioravanti, poco noto, ma che ha viaggiato parecchio, essendo stato proiettato anche in Brasile e negli Stati Uniti.

Verso il futuro

A conclusione dell’intenso pomeriggio, in una Sala lignea della Malatestiana stipata di persone, Ercole Acerbi ha rivolto al pubblico alcune comunicazioni. La prima è che l’idea dell’associazione “Zaccagnini” di ornare la restaurata piazza Almerici con una fontana comprendente due opere di Ilario Fioravanti è stata approvata dall’Amministrazione comunale, che ha annunciato di trasmettere alla prossima Amministrazione la sua volontà in proposito, e la seconda è che Davide Trevisani ha donato all’associazione cinque tavole originali di Fioravanti con i disegni per la ristrutturazione di piazza della Libertà.

Davide Trevisani, intervenuto a sua volta, ha ricordato che, studente presso l’Istituto per geometri, nell’estate 1953 lavorò nello studio di Fioravanti, il quale insegnava ad osservare scrupolosamente proporzioni e colori. «Nel 1993 – ha ricordato Trevisani – chiedemmo, come Parcheggi SpA, a Ilario di disegnare un progetto per piazza della Libertà. Sono disegni eccezionali, che lui fece a mano libera, senza pantografo, di straordinaria qualità». Le cose sono andate diversamente, ed ora quei disegni entrano a far parte dell’archivio della “Zaccagnini”.

Infine Adele Briani, moglie di Fioravanti, ha salutato i presenti, dicendosi sempre commossa per l’affetto tributato a Ilario, e ha ringraziato l’associazione “Zaccagnini”, l’Amministrazione di Cesena, e studenti e insegnanti del Liceo “Monti”, che da anni portano avanti la catalogazione delle opere di Ilario.

A breve sarà inaugurato il “Museo Fioravanti” (nei locali della chiesa dello Spirito santo, in pieno centro storico di Cesena), un progetto che nacque da parte del Comune di Cesena nel 2012, pochi giorni dopo la scomparsa di Ilario. Fioravanti è dunque un artista scomparso, ma le sue opere rimangono vive testimonianze della sua arte.