Abbazia del Monte, lavori per 7,75 milioni di euro

Dopo tre anni di rilievi e ricerche, è stato presentato oggi il progetto per la messa in sicurezza dell’abbazia di Santa Maria del Monte a Cesena, complesso conventuale che da qualche anno presenta crepe e fessure preoccupanti su mura e pavimenti. Il conto totale dei lavori si annuncia assai salato, pari a 7,75 milioni di euro, tanto più che oggi sul piatto c’è appena il quattro per cento di quella cifra.

Ma il gioco di squadra tra istituzioni pubbliche e private (in tanti erano presenti oggi al Monte, ospiti dell’abate Mauro Maccarinelli), fa ben sperare per il futuro del santuario benedettino, punto di riferimento per la spiritualità dell’intera Romagna.

Notizia importante è che (salvo terremoti o cataclismi) non dovrebbero esserci crolli imminenti dell’abbazia: «Gran parte delle fessurazioni rilevate è di vecchia data – ha spiegato in conferenza stampa il progettista Vittorio Cecchini, dell’omonimo studio veronese –, alcune risalgono addirittura al terremoto del ‘700 e si sono riaperte di recente. Si può dire inoltre che i lavori di consolidamento passati abbiano funzionato: a crollare, sotto la pioggia del maggio scorso, è stato l’unico tratto di mura su cui non si era intervenuti».

Al muro franato penserà la struttura commissariale del generale Figliuolo, «con un corposo intervento» ha garantito la deputata Rosaria Tassinari. Per il resto, al momento, ci sono fondi per 300mila euro sull’anno in corso, annunciati da Federica Gonzato, dirigente della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.

L’ingegnere Marco Mocellini (foto sotto) ha parlato di «quadro fessurativo importante, con lesioni e spanciamenti riconducibili a movimenti fondazionali». In pratica, l’abbazia poggia su di un terreno marnoso con una forte componente di gesso, soggetto a variazioni a seguito di forti piogge. Dunque, la muratura “balla” seguendo gli scostamenti del terreno. «Per questo inseriremo una cinturazione alla base della fondazione, poi procederemo con tiranti alle pareti».

L’iter che ha portato al progetto è stato lungo (le prime fessurazioni rilevate sul fronte nord sono del 2020), con indagini sui terreni, sulle murature, sulle diverse fasi di costruzione del complesso conventuale. Ma i lavori di messa in sicurezza saranno ancora più lunghi, tanto che al momento non si può azzardare una data di completamento: «Si lavorerà per piccoli lotti – ha spiegato l’architetta Alessandra Del Nista, funzionaria della Soprintendenza per la zona di Cesena e Valle Savio – non solo a causa delle disponibilità finanziarie, ma per fare sì che non si interrompa mai l’accessibilità dell’abbazia, un bene caro ai cesenati e ai romagnoli. Solo una volta che il complesso sarà in sicurezza penseremo al ripristino dei pavimenti e degli intonaci».

Sull’importanza del Monte in molti hanno speso parole. Il sindaco di Cesena Enzo Lattuca ha paragonato l’intervento sull’abbazia a quello sulla Garisenda in corso a Bologna. L’abate Mauro ha definito il Monte «luogo identitario per la città di Cesena», un concetto ribadito dal vescovo di Cesena-Sarsina Douglas Regattieri «Se il Monte non ci fosse più, sparisse, sarebbe un guaio enorme per la spiritualità, oltre che sul piano culturale e artistico. Il legame tra la comunità diocesana e quella benedettina è strettissimo».

Per fare marciare i lavori servirà un impegno economico importante come ha ribadito nel finale l’abate del Monte: «L’attenzione verso l’abbazia, manifestata da tutti, deve tradursi in stanziamento di fondi. Forse non basterà solo l’intervento dello Stato».

A lui ha fatto eco Bruno Piraccini di Orogel, azienda che tramite la fondazione For ha sostenuto gran parte del costo delle indagini triennali (50mila euro di contributi erogati a fine 2021): «Considerando un costo di otto milioni di euro, penso che il territorio potrà partecipare per un 10-20 per cento. Saremo pronti a intercettare finanziamenti facendo vedere che c’è un interesse attivo a cofinanziare».

«Stiamo parlando del più importante santuario mariano della Romagna – ha concluso Piraccini –, punto di riferimento per la spiritualità di un territorio ampio. Il territorio farà la propria parte».

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