Addio al maestro Michelangelo Severi

“È il linguaggio dell’anima, la musica arriva dove non arrivano le parole”. Così descriveva la passione di una vita il noto chitarrista e concertista Michelangelo Severi, morto questa mattina, “con molta serenità”, all’età di 76 anni. Nella sua carriera si è esibito sia come solista sia in formazioni da camera in Italia, Francia, Spagna, Norvegia, Germania, Jugoslavia e Svizzera e invitato regolarmente come membro di giuria in concorsi nazionali e internazionali. Ha insegnato nei Conservatori di Ginevra (Svizzera), Andria e al “Maderna” di Cesena.

Nato a Bertinoro, l’incontro con la musica è arrivato prestissimo, a soli 5 anni. “I primi strumenti che ho conosciuto sono stati l’armonium in chiesa e la fisarmonica dei vicini”, ricordava Michelangelo Severi, che ha imparato a suonare la fisarmonica con il maestro Vittorio Borghesi. “Con l’avvento dei Beatles, negli anni ’60, in tutto il mondo esplose la moda della chitarra. Inizialmente mi dedicai a quella elettrica, poi a 15 anni passi a quella classica. La particolarità della chitarra è la sua intimità e proprio per la sua sonorità richiede ambienti più riservati”, diceva. Così dopo aver seguito i corsi al conservatorio di Pesaro, grazie a una borsa di studio ha proseguito gli studi all’Ecole Normale de Musique di Parigi, dove si è diplomato con il massimo dei voti e la lode.

Dopo la pensione, insieme alla moglie Gabriella Del Vecchio, è stato in Camerun come volontario per alcuni mesi all’anno dove, fra le diverse attività, si è dedicato all’insegnamento della musica e della chitarra.

I funerali si terranno martedì 24 settembre alle 15 nella chiesa di Monteleone (in piazza Byron), il borgo collinare sulle colline cesenati dove risiedeva con la famiglia.

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