Afghanistan: Presidenza Cei, “promuovere corridoi sanitari e umanitari”

Un confronto sulle “molte questioni ancora aperte”. È quello che ha visto protagonista la Presidenza della Conferenza episcopale italiana, riunitasi ieri pomeriggio in sessione straordinaria online, che si è concentrata in modo particolare sulla situazione relativa agli insegnanti di religione cattolica, al dibattito sul fine vita, alla crisi umanitaria in Afghanistan, al sisma che ha colpito Haiti. La Presidenza ha ribadito “la profonda stima dei vescovi per i docenti di religione cattolic

“Grave inquietudine” per la raccolta di firme per il referendum che mira a depenalizzare l’omicidio del consenziente, aprendo di fatto all’eutanasia nel nostro Paese. L’ha espressa la Presidenza della Cei: “Chiunque si trovi in condizioni di estrema sofferenza va aiutato a gestire il dolore, a superare l’angoscia e la disperazione, non a eliminare la propria vita. Scegliere la morte è la sconfitta dell’umano, la vittoria di una concezione antropologica individualista e nichilista in cui non trovano più spazio né la speranza né le relazioni interpersonali”. “Non vi è espressione di compassione nell’aiutare a morire”, prosegue la nota, ma “‘il Magistero della Chiesa ricorda che, quando si avvicina il termine dell’esistenza terrena, la dignità della persona umana si precisa come diritto a morire nella maggiore serenità possibile e con la dignità umana e cristiana che le è dovuta’ (Samaritanus bonus, V, 2)”.

“Angoscia per la gravissima crisi umanitaria dell’Afghanistan”. La Cei ricorda in una nota “come sempre avviene in queste situazioni, a pagare il prezzo più alto sono i più deboli: gli anziani, le donne e i bambini”. Da qui “l’appello all’Italia e alle Istituzioni europee a fare il possibile per promuovere corridoi sanitari e umanitari”. Quindi il richiamo alle parole del Papa, dopo la preghiera dell’Angelus di domenica 15 agosto: “Vi chiedo di pregare con me il Dio della pace affinché cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo. Solo così la martoriata popolazione di quel Paese – uomini, donne, anziani e bambini – potrà ritornare alle proprie case, vivere in pace e sicurezza nel pieno rispetto reciproco”.

La Presidenza della Cei invita a pregare domenica 22 agosto, in tutte le parrocchie, per la pace in Afghanistan e per le vittime del terremoto di Haiti. Qui il sisma di sabato scorso ha provocato numerosi morti, feriti e ingenti danni materiali. Caritas Italiana si trova nel Paese dal 2010, dopo che un altro grave sisma di magnitudo 7.0 colpì la capitale Port-au-Prince, causando più di 200.000 vittime. Da allora è costantemente presente con i propri operatori, sostenendo la Caritas nazionale e le Caritas diocesane e parrocchiali con interventi di emergenza e ricostruzione, ma soprattutto garantendo un accompagnamento volto allo sviluppo di capacità locali. La Presidenza della Cei ha deciso di stanziare un milione di euro dai fondi otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, per far fronte all’emergenza haitiana. La somma servirà a finanziare, attraverso Caritas Italiana, interventi efficaci per rispondere alle numerose nuove necessità.