Agnese è una santa romana

Il nome Agnese viene dal greco hagnòs vuol dire puro. Sulla base dell’origine ellenica del nome, Agnese può anche voler dire “casta” oppure “pura”. In seguito il nome venne associato alla parola latina agnus “agnello” ed è proprio per questa ragione che l’iconografia di sant’Agnese riporta spesso la figura di un agnello.

Molto varie e talvolta contrastanti sono le notizie circa la sua vita e il suo martirio. È il solito cliché: il figlio del prefetto di Roma si era invaghito di Agnese senza essere ricambiato, avendo la giovane fatto voto di castità a Gesù. Dopo il rifiuto della ragazzina, il padre del giovane, saputo del voto di castità, le impose la clausura fra le vestali, con le quali avrebbe dovuto rendere culto alla dea che proteggeva la città di Roma. Siamo alle solite: lui la vuole, in verità solo per possederla, lei risponde picche perché ama un Altro; lui si arrabbia, gli si gonfia la vena, non ci vede più e si vendica. 

Al rifiuto di Agnese, il prefetto l’avrebbe fatta rinchiudere in un postribolo. Qui però nessun cliente aveva osato toccarla, tranne un uomo che la tradizione religiosa vuole accecato da un angelo, cui per intercessione della stessa Agnese, Dio rese poi la vista.

La tradizione racconta anche che Agnese, accusata di magia, fu a quel punto condannata al rogo, ma le fiamme si divisero sotto il suo corpo senza neppur lambirlo e i suoi capelli crebbero tanto da coprire la sua nudità. Dopo questo miracolo, Agnese fu trafitta con colpo di spada alla gola. Tale morte spiega il motivo per cui la martire viene rappresentata con un agnello, in quanto anche quest’animale subiva la stessa sorte.

Dopo la sua morte, il suo corpo fu sepolto nelle catacombe oggi note come Catacombe di sant’Agnese, mentre il suo cranio è esposto in una cappella nella chiesa di Sant’Agnese in Agone (in piazza Navona). Secondo la tradizione latina, nacque da una famiglia nobile a Roma nel 290-293 appartenente alla gens Claudia che subì il martirio durante la persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano all’età di 12 anni. Morì in Roma, il 21 gennaio del 305 d.C.