Cesena
Al TedxYouth del liceo “Righi” i giovani protagonisti
“Stop the loop”. Per uscire dagli schemi del quotidiano. Questo il tema messo al centro dal TedxYiouth del liceo Scientifico Righi di Cesena. Una mattinata intensa quella proposta oggi dall’equipe composta da 34 studenti, da alcuni loro docenti e dal team di Tedx Cesena. E un lavoro intenso, quello avviato ad aprile scorso e oggi approdato davanti a oltre 200 persone che hanno seguito gli interventi dei sette speaker e dalle classi del “Righi” collegate in streaming. All’evento hanno preso parte anche la dirigente del liceo “Monti” Simonetta Bini e quella del liceo “Alpi” Valentina Biguzzi. Presenti, tra gli altri, anche i presidenti del Rotary club di Cesena, Paolo Montalti, del Lions di Cesena, Marco Della Rosa, del Roatract, Karina Fedorenko, e il direttore di Cesena fiera, Luigi Bianchi. Per l’Amministrazione comunale era presente l’assessore Camillo Acerbi.
La preside Lorenza Prati (foto qui sotto) introduce i lavori richiamando la costanza dimostrata dagli studenti nel progetto che fa parte delle proposte di alternanza scuola-lavoro. In 34 sono partiti e in 34 questa mattina erano impegnati: nessuno si è perso per strada, e questo è già un risultato da mettere in evidenza.
“Ho 18 anni e ogni mattina prendo il treno da Gambettola”. Con una voce fuori campo si presenta Wen Wen Hu (foto sotto) che frequenta la V al liceo linguistico “Alpi”. “Ma tu di dove sei? Questa è la domanda che mi viene posta di frequente – prosegue mostrandosi al pubblico con i suoi tratti orientali -. Sono nata in Italia, ma ho origini cinesi, come si può ben vedere. Al compimento dei 18 anni, nel novembre appena trascorso, ho dovuto decidere se diventare cittadina italiana o cinese”.
Poi la confessione. “In Italia ho finora vissuto tutte le mie esperienze, ma qua ci sono tanti stereotipi per i tratti fisici – aggiunge la giovane -. Vivo su di me una contraddizione: sono italiana, con tratti cinesi. In Cina sarei cinese, ma considerata quella italiana. Potete immaginare come ci si può sentire in queste situazioni? È una crisi di nazionalità che vale per tanti come me”.
“Tanti Paesi, non solo la Cina, non consentono di avere la doppia cittadinanza. A chi chiedere aiuto in questo caso? Occorre cambiare la visione delle cose. I figli degli immigrati hanno vissuto le tue stesse esperienze – è schietta Wen e non lascia molto spazio alle intuizioni -. Occorre allenarsi, occorre sensibilizzare sulle discriminazioni”.
Ma quale scelta avrà fatto, si chiedono molti in sala. La scelta dell’Italia sarebbe stata razionale, quella sulla Cina sarebbe stata nella tradizione, precisa Wen. “Il 28 novembre, il giorno del mio compleanno – dice in conclusione la studentessa spiazzando non pochi, ma facendo ben intendere la libertà che occorrerebbe lasciare a questi figli di immigrati – sono diventata cittadina cinese, ma l’Italia è parte di me”.
Licia Ciocca, impegnata nelle risorse umane del Banco Bpm si è chiesta cosa sia il rispetto. È deferenza, apprezzamento o riconoscimento? Può essere forse riconoscere l’altro per quello che è? E riconoscerlo in maniera attiva, non solo non facendo nulla di male. Essere rispettosi, allora, significa “dedicare tempo (ascolto) – dice la Ciocca – tempo e attenzione. Significa mettersi nei panni degli altri. Significa applicare la reciprocità perché tutti, anche l’ultimo degli ultimi, ha una storia da raccontare. Rispetto vuol dire anche valorizzare e saper dire grazie e anche lavorare insieme per un obiettivo comune (cooperazione)”.
“La diversità è un valore – aggiunge la speaker -. Dobbiamo lavorare per un futuro sostenibile. Siamo in un mondo in cui è meglio seguire gli esempi che non i consigli. Un grammo di comportamento vale più di un chilo di parole”.
“Il grido genera ascolto?” si chiede Giuditta Clerici (foto sotto) del liceo “Righi”. “Da dove viene questo nostro grido?. Ho provato a dare un nome a questa mia inquietudine. Sono partita per l’Africa a 17 anni. Un bambino di 4 anni, Mistara, mi ha fatto sentire vera e utile. Poi a Reggio Calabria in una casa di accoglienza per minori non accompagnati ho capito la loro condizione e la vita che avevano trascorso per arrivare fino a lì. Io di sogni ne avevo pochi, ma la speranza dei loro sogni è molto più potente della mia”.
Poi un anno di scuola, per Giuditta, a Rondine, in Toscana, in una scuola internazionale, là dove si incontrano tanti conflitti. “Noi cosa possiamo fare? – si chiede Giuditta ad alta voce -. Amare è bello – dice – ma è ancora più bello farsi amare. Sto imparando a convivere con la mia inquietudine. Il grido è la nostra opportunità di spogliarci delle nostre sicurezze”.
“Che aspetto deve avere uno scienziato – si è chiesta Nicole Ticchi (foto sotto) chimica farmaceutica e comunicatrice scientifica -. Dobbiamo uscire dagli stereotipi, per una scienza più equa e accessibile. Le donne di solito sono più brave e ottengono i voti più alti, ma poi finiscono in fondo alla piramide, quando ci sono”.
“La scienza è prima di tutto collaborazione, meno individuale e più collettiva. È il momento di creare opportunità per tutti, in particolare per le donne”.
Flavio Gaudiello è nato a Napoli 41 anni fa, geometra, è bolognese da sempre. Nel 2005 iniziò anche l’attività di speleologo. Flavio è in carrozzina dal 2012, a motivo di un incidente. “Mi è cambiata la vita in un attimo – racconta ricordando quei momenti -. Di colpo quasi tutte le mie certezze sono sparite. Mi sono rimasti gli amici e la famiglia. Tornare a guidare l’auto è stato per me importante. Potersi muovere di nuovo in autonomia è stato decisivo, come anche tornare al lavoro. Mi mancava ancora l’attività fisica. Qui allora, entra in gioco Obiettivo 3 di Alex Zanardi, l’incontro dello sport con il mondo della disabilità. Ne fanno parte oggi 120 atleti. Io sono stato uno dei primi cinque”.
“Grazie a Obiettivo 3 – prosegue Gaudiello (foto sotto) – ho conosciuto nuovi amici, nuove realtà e lo sport che mi fa stare bene, con quel carico di adrenalina. Andare in bicicletta con le braccia, potete immaginare, non è per nulla semplice. Si fanno quattro o cinque allenamenti a settimana e le gare durano da un’ora a due ore e mezzo”.
“Adesso ho una nuova consapevolezza – conclude Gaudiello -. Durante i momenti di sconforto, guardatevi attorno e tenetevi stretto ciò che avete. Un motivo per sorridere ci sarà sempre”.
Benedetta Rosamilia (foto sotto), 20 anni, è un’ex studentessa del linguistico “Alpi”. Ora è al primo anno di Lettere, arti e archeologia a Ferrara. Nel tempo libero scrive racconti, poesie e testi di canzoni e sta imparando a suonare la chitarra. “Un giorno anche noi saremo considerati obsoleti, rispetto a quanti ci seguiranno. La storia di questo Paese e del mondo, comunque, si scrive ogni giorno. Mi fa imbestialire quando dicono dei giovani che seguono le mode, che non hanno un loro pensiero. Non è così. Ritengo sia sempre importante verificare la fonte, per non rischiare di vedere manipolati i fatti. Finché continueremo a pensare, anche le fake news non riusciranno a manipolare le nostre coscienze”.
Da oltre 30 anni Francesca Landi si occupa di comunicazione sociale, prima per l’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati, di seguito al Consiglio italiano per i rifugiati, per ActionAid e oggi per Sos Villaggi per i bambini in Italia. “Nella moda – dice – occorre riconoscere quali diritti sono stati calpestati. Per realizzare un paio di jeans occorrono 3781 litri di acqua. La moda influenza l’ambiente e incide su tante popolazioni, soprattutto in Asia trattate molto male dal punto di vista dei diritti”.
Negli ultimi 20 anni la produzione di abiti nel mondo è raddoppiata, con tutte le conseguenza sull’ambiente e sulle persone che ciò porta con sé. La speaker ricorda il disastro avvenuto in Bangladesh il 24 aprile 2013 quando morirono sotto le macerie di un capannone industriale 1135 persone e oltre 2550 rimasero ferite. A tutte veniva riconosciuto un salario di 35 dollari al mese. “Quel giorno segnò per me uno spartiacque. Ci vuole un ciclo produttivo che non sfrutti lavoratori e ambiente. E questo dipende molto da noi. Siamo attenti, in Italia, allo spreco alimentare, ma non a quello dei capi di abbigliamento”.
L’invito finale, da parte della Landi, è ad aderire alle campagne di sensibilizzazione, ad acquistare capi di seconda mano, a rendere di nuovo utilizzabili abiti usati, ad acquistare abiti realizzati con tessuti naturali, a non acquistarne di nuovi nei prossimi mesi.
L’evento di questa mattina è stato reso possibile grazie a numerosi partner: Illuminotecnica Materie plastiche, Rotary club Cesena, Maurizio Abbondanza consulente funanziario di Banca Widiba, Lions club Cesena, Gibi, Decathlon, Stilgraf, Cesena fiera, Nonsolotetti, Conad Ponte Abbadesse, Zani work, Onit, Filando la rete, Mercato ortofrutticolo