Alluvione, cardinale Zuppi: “Prevenzione e messa in sicurezza non possono restare lettera morta”

“Vicinanza e solidarietà” alle tantissime persone sfollate a causa dell’alluvione e delle esondazioni in Emilia-Romagna e nelle Marche. È quanto esprime il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, invitando tutte le comunità parrocchiali a farsi prossime e a pregare per quanti stanno vivendo questa nuova sofferenza.

In contatto telefonico con i vescovi delle diocesi colpite, il cardinale fa suo l’auspicio di monsignor Mario Toso nella lettera indirizzata a tutta la popolazione della Chiesa di Faenza-Modigliana: “Il nostro cuore possa chiedere e sentire, in mezzo a tanta frustrazione, una nuova speranza”. 

“Speranza non è sinonimo di ingenuità, ma è quella forza che aiuta a guardare con fiducia al domani, anche quando tutto sembra, ancora una volta, perduto. Di fronte a questo dramma che torna ad abbattersi sul territorio dell’Emilia-Romagna e delle Marche, siamo chiamati, come Abramo, a restare saldi nella speranza contro ogni speranza”, afferma il presidente della Cei. 

Nel ringraziare quanti – forze dell’ordine, Vigili del fuoco, Protezione civile e volontari – si stanno adoperando nei soccorsi alla popolazione, il cardinale rinnova l’appello alle Istituzioni affinché si mettano in atto tutte le misure necessarie per andare incontro alle esigenze delle famiglie e delle comunità locali, oltre che per evitare che catastrofi del genere si ripetano con tale frequenza. “Ancora una volta – osserva – vediamo la fragilità del nostro territorio. Prevenzione e messa in sicurezza della Casa comune non possono restare lettera morta, ma sono azioni necessarie e doverose”.

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