Dall'Italia
Alluvioni in Romagna, Bonaccini: “L’emergenza non è finita. Al più presto la raccolta dei danni”
La situazione è in miglioramento, ma l’emergenza non è finita. È questo il messaggio lanciato questa mattina dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, nel fare il punto a Faenza sulle alluvioni che hanno colpito la Romagna. La città romagnola è infatti una delle più colpite, con diverse aree del rione Borgo completamente allagate, ma altrettanti disagi ci sono stati fino a Bagnacavallo, oltre che gli episodi franosi nelle nostre colline, Modigliana e Brisighella su tutte. Più di 450 gli sfollati nella provincia di Ravenna. A Faenza chi non ha trovato amici o parenti a ospitarli, ha potuto trovare alloggio al palaCattani, dove ieri sera hanno dormito una ventina di persone a cui è stato garantito un pasto caldo. Si registrano in Emilia-Romagna anche due morti: uno a Fontanelice e uno a Castel Bolognese. Dopo le forti piogge dei giorni scorsi – in 36 ore sostanzialmente si è avuto un quinto delle precipitazioni che solitamente cadono in un anno – al momento le acque si stanno ritirando, ma si invita a non abbassare la guardia. “Temiamo in particolare, nei prossimi giorni – spiega Bonaccini – ulteriori frane e smottamenti”. A Faenza le vie più colpite (via Pellico, via Cimatti…) continuano a essere in gran parte sott’acqua.
Alluvione a Faenza, un evento inedito in queste proporzioni: il fiume Lamone è arrivato fino a 10 metri
Un evento disastroso e inedito, di cui non c’è memoria storica, con 15 fiumi oltre i livelli emergenziali. In linea generale gli argini hanno tenuto, ma l’altezza dei fiumi, come il Lamone, è arrivata a livelli mai visti prima, anche oltre i 10 metri. Da qui la richiesta del presidente della Regione dello stato di emergenza nazionale. “Ringrazio innanzitutto tutto il sistema fatto da Protezione civile, Vigili del fuoco, Carabinieri e Polizia per quello che hanno fatto e stanno facendo con le altre istituzioni – dice il presidente Bonaccini -. In tempi rapidi dobbiamo continuare a mettere in sicurezza le persone e ripartire, tenendo conto dell’aiuto dello Stato e le sinergie con il Governo. Al di là delle appartenenze politiche abbiamo ricevuto tanto sostegno”. Nei prossimi giorni si partirà con la raccolta di danni., tanto di privati quanto di aziende, per avviare gli indenizzi. “Speriamo di ricevere fondi ingenti per ripartire, e ci auguriamo già oggi che nel Consiglio dei Ministri in programma siano anticipate le prime risorse. Vogliamo comunque nel giro di pochi giorni raccogliere tutto quello che serve per quantificare i danni”.
Il presidente della Regione ha ribadito gli importanti investimenti che sono stati fatti in questi anni sulla prevenzione ai disastri idrogeologici, in nove anni quasi un miliardo di euro “ma bisogna fare di più – ribadisce – anche per via dei cambiamenti climatici che rendono questi fenomeni sempre più frequenti”. L’invito del sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, è quello non solo di ripristinare la situazione di prima, ma di migliorare lo status quo per quanto riguarda l’attenzione idrogeologica dei nostri territori. “Dobbiamo fare più meglio e siamo al lavoro per agevolare l’afflusso delle acque, ma bisogna intervenire in maniera strutturale e intervenire in maniera chiara e paradigmatica su questi temi. La sicurezza della vita delle persone viene prima di qualsiasi altro tema”.
“Il fiume Lamone è arrivato fino a 10 metri di altezza – aggiunge il sindaco di Faenza, Massimo Isola -. Per dare un’idea delle proporzioni, già a 6 metri siamo in una situazione emergenziale. Siamo riusciti a contenere i danni. I problemi ci sono stati e ci sono ancora, ma li stiamo affrontando facendo un grande lavoro di squadra”. “Sono state ore pesanti e drammatiche – aggiunge la sindaca di Bagnacavallo Eleonora Proni – con la rottura del Sillaro a Conselice e Massa Lombarda, poi la frana a Sant’Agata sul Santerno e la rottura dell’argine del Lamone a Bagnacavallo. Sono state colpite anche numerose aziende”.
Il tema della comunicazione in emergenza
Tra le note critiche che hanno segnalato diversi residenti a Faenza, è stata la comunicazione dell’emergenza, specie prima dei momenti più critici. Alle 22 le soglie del fiume Lamone hanno cominciato a diventare preoccupanti, ma la situazione è precipitata improvvisamente tra l’1 e le 2 di notte: è stato in quel momento che l’acqua ha iniziato a salire all’interno delle case, ma molti residenti lamentano di avere ricevuto comunicazioni quando la situazione era già irreparabile, dopo le 3 di notte. Anche il parlamentare Jacopo Morrone (Lega) durante la conferenza ha evidenziato diverse problematiche su come sono stati condotte le operazioni. “In tarda serata abbiamo dato consigli di comportamento – ha evidenziato il sindaco Isola – che hanno evitato danni peggiori. C’è però il tema di una comunicazione più capillare durante l’emergenza”.
Centinaia di interventi per salvare le persone
Notevole il dispiegamento dei mezzi di soccorso, con anche mezzi anfibi chiamati a soccorrere le persone fino anche tarda sera. In tutto sono stati circa 300 gli interventi dei soli Vigili del Fuoco di Ravenna, a cui si aggiungono tante altre forze dell’ordine attive in queste ore, un centinaio in tutto. “Ringrazio i sindaci e i cittadini di questo territorio, così come tutte le forze dell’ordine – dice il prefetto Castrese De Rosa – e qui si è fatto il massimo di coordinamento per garantire la sicurezza della persone. Sicuramente dobbiamo fare comunque meglio per il lavoro. L’emergenza continua”.