Anche a Cesena la 40esima Giornata per la vita. Ieri sera l’esperto Gino Soldera ha parlato della vita prenatale

Vita prenatale: nove mesi valgono un’intera esistenza. Alla scoperta di un nuovo umanesimo. Questo il titolo della serata svoltasi ieri sera a Cesena al Palazzo del Ridotto in occasione della 40ma Giornata per la Vita. Relatore dell’incontro, organizzato dal Centro di Aiuto alla Vita, Gino Soldera, psicologo e psicoterapeuta presidente della associazione nazionale di Psicologia e di Educazione Prenatale.

“Una società basata sull’avere e non sull’essere sempre più accondiscendente e con meno valori porta a sentirsi sempre meno genitori – ha esordito Soldera – questioni delicate come l’utero in affitto, difficoltà di relazione fra uomo e donna e il bullismo hanno molteplici cause fra le quali quella di trascurare il mondo interiore fin dal concepimento”.

Per lo psicologo la vita prima della nascita condiziona il futuro del bambino: “Nell’antichità l’età di un individuo si contava fin dall’inizio del concepimento il quale inizia interiormente con il desiderio della madre, del padre e del figlio. Vi è una identità genetica già dalla 13ma settimana di gestazione in quanto il bambino in quel periodo comincia ad avere stimoli propri, preferenze per l’uso dell’arto destro o sinistro. Le esperienze della madre vengono trasmesse al nascituro. Dopo studi fatti su individui serial killer, si è scoperto che le madri avevano avuto una esperienza prenatale devastante”.

Per l’esperto un buon concepimento è un presupposto fondamentale per realizzare una buona vita prenatale:

“L’importanza di integrazione e amore fra la coppia influenza positivamente il concepimento. Un essere concepito è ‘uno di noi’ e fin da quel momento l’essere umano è dotato dell’individualità. Il progetto di vita è la nostra missione e il motivo per cui siamo al mondo è lo strumento per la nostra realizzazione e la bussola che guida la nostra esistenza”.

Soldera, che nei primi anni ’90 è stato il primo docente a tenere corsi pre-parto ai papà, ha ribadito anche l’importanza dell’appoggio delle strutture e istituzioni: “Durante la gravidanza bisognerebbe seguire la donna oltre che dal punto di vista sanitario anche fornendo in caso di necessità sostegni educativi o economici perché la serenità della madre porta ad un buon sviluppo cerebrale del bambino”.

“Trattare il bambino fin dal concepimento come una persona parlandogli attraverso il grembo materno lo rende consapevole della sua esistenza – ha concluso – e per rivalutare l’umanesimo occorre afferrare la centralità della vita recuperando il ruolo della maternità e paternità”.