“Aspettando Godot”, viaggio in un’altra dimensione

«Niente da fare». È la battuta iniziale di un testo che in 70 anni è diventato una pietra miliare del teatro e della cultura moderni, Aspettando Godot di Samuel Beckett.

Dal 1953 Vladimiro ed Estragone appaiono su una scena post-apocalittica, in cui si parla di un lontano passato, quando ancora si poteva ridere pubblicamente, e non si veniva picchiati senza motivo dalle persone che si incontravano lungo la strada. Non sappiamo nulla su questa formidabile coppia, ultima erede della tradizione circense del clown bianco e del clown augusto, e da lì di tutte le coppie comiche (fra gli altri, ma ai massimi livelli, dobbiamo ricordare Stan Laurel e Oliver Hardy): sappiamo solo che loro due sono costretti, non si sa perché, ad aspettare Godot, che dovrebbe giungere a salvarli. Solo che Godot non arriva, e il suo servo non fa altro che annunciare che sicuramente il giorno dopo Godot arriverà. La solitudine di Vladimiro ed Estragone è interrotta dall’arrivo di un altro duo, formato da Pozzo e Lucky: violento il primo, sottomesso l’altro, rappresentano bene una umanità ormai demolita, in cui i rapporti umani sono distrutti. Enigmatico come deve essere un testo che dell’incomunicabilità ha fatto la sua natura, sono stati versati i proverbiali fiumi d’inchiostro per commentare un testo che, di per sé, nei suoi elementi base, è in realtà molto chiaro. In un mondo distrutto (dalla guerra atomica?) l’umanità è regredita ai più bassi livelli, e qualcuno osa ancora sperare, anche se questa speranza viene continuamente frustrata. Il nome del personaggio atteso, infatti, non a caso contiene la parola «God», cioè Dio: Beckett la trovò in una commedia di Balzac, Mercadet l’affarista, in cui il protagonista, sempre privo di denari, per tacitare i creditori, faceva riferimento all’imminente arrivo del suo amico Godeau, che avrebbe pensato lui a sistemare tutto. Beckett non fece altro che cambiare leggermente la grafia del nome, ed ecco apparire il più affascinante e sfuggente personaggio del teatro moderno.

L’opera di Beckett, con regia, scene, luci e costumi di Theodoros Terzopoulos va in scena al “Bonci” di Cesena da giovedì 18 a domenica 21. In scena Paolo Musio, Stefano Randisi, Enzo Vetrano, Giulio Germano Cervi, Rocco Ancarola. Il pluripremiato regista greco sceglie di eliminare del tutto ogni riferimento naturalistico: una grande scatola racchiude tutti i personaggi, a sottolineare la disumanizzazione. Al centro, una grande croce. La simbologia è evidentissima, come nella scelta musicale, con l’esecuzione, ripetuta più e più volte, del Miserere di Allegri, brano rinascimentale di straordinaria drammaticità. Forse, se una pecca si vuole trovare in questa scelta registica, è di avere palesato con grande, forse troppa chiarezza, un sottotesto religioso che l’autore voleva rimanesse sospeso: percepibile, ma non così evidente. Ad ogni modo, gli interpreti sono stati bravissimi, da elogiare anche per la difficoltà di recitare molto a lungo sdraiati: solo una tecnica di fonazione eccellente permette di reggere un’impresa del genere. Grazie alla particolare sensibilità del regista, emerge la “classicità” di quest’opera, che sembra provenire da un futuro remotissimo come da un passato sprofondato nella notte dei tempi: c’è il respiro del grande teatro tragico greco, mitigato dal mondo circense, che l’autore amava, così come il cinema comico (memorabile ciò che realizzò con Buster Keaton). Giovedì sera il teatro non era pienissimo, ma il pubblico ha apprezzato, richiamando gli interpreti molte volte a ricevere i meritatissimi applausi: nei 90 minuti del dramma si fa davvero un viaggio in un’altra dimensione.

In occasione della replica di sabato 20, il foyer del Teatro ospita alle 18 l’incontro con la Compagnia. Modera lo studioso e docente di Storia del teatro e dello spettacolo al Dams di Bologna, Gerardo Guccini. La replica di domenica 21 gennaio sarà audio descritta per persone con disabilità visiva: l’iniziativa si svolge nell’ambito del progetto del Centro Diego Fabbri di Forlì Teatro No Limits, con il sostegno di Bcc Romagnolo. Informazioni e prenotazioni: info@centrodiegofabbri.it – tel. 0543-30244. Domenica 21 gennaio è previsto anche il laboratorio di grafica e collage Personaggi spettacolari a cura di CreaViva, nell’ambito del progetto Vengo anch’io!, che offre alle famiglie la possibilità di assistere ad alcuni spettacoli del cartellone mentre le bambine e i bambini (dai 6 agli 11 anni) partecipano a laboratori creativi a cura di associazioni e realtà artistiche del territorio, in spazi interni al Teatro.

Per informazioni: Teatro Bonci, Piazza Guidazzi, Cesena – tel. 0547 355959; info@teatrobonci.it