Dalla Chiesa
Assemblea Fisc, il presidente Ungaro: “Nuovo patto con le Chiese locali per ribadire il ruolo del settimanale diocesano”
“Sottoscrivere un nuovo “patto” con le Chiese locali volto a ribadire il ruolo che il settimanale diocesano ha al loro interno. Non dobbiamo mai dimenticare che la nostra è una Federazione di direttori, rappresentanti degli editori. E come direttori dobbiamo farci carico di pensare per aiutare le nostre Chiese a pensare, mettendo al centro del dibattito i temi della Chiesa e quelli dei territori”. Lo ha detto Mauro Ungaro, direttore del settimanale diocesano di Gorizia “Voce Isontina” e presidente della Federazione italiana dei settimanali cattolici (Fisc), oggi nella relazione di apertura della XX Assemblea nazionale ordinaria elettiva sul tema “La Fisc: una voce a servizio del Paese. Informazione, cultura e sinodalità”, in corso a Roma fino a domani, 25 novembre.
Dopo aver ricordato i numeri in crescita, con 157 soci e 190 testate aderenti, Ungaro si è soffermato sul cammino sinodale della Chiesa italiana: “Perderemmo parte del nostro Dna se non ci mettessimo quotidianamente in ascolto dei territori nella consapevolezza, non mi stancherò mai di ripeterlo, che per noi il territorio non è solo un luogo fisico ma prima di tutto il luogo teologico dove la Chiesa risponde al mandato affidatole dal Concilio Ecumenico Vaticano II in Gaudium et Spes”.
Quindi il presidente ha citato i “compagni preziosi di cammino” del mondo Cei (TV2000, Avvenire, Sir, Corallo) e “la collaborazione intensificata in questi anni, grazie al prezioso coordinamento dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei: sappiamo bene che insieme possiamo costituire il primo network informativo italiano offrendo ai nostri lettori e radioascoltatori un servizio davvero a 360 gradi per comprendere quanto avviene nel nostro Paese e nelle Chiese locali”.
Da Ungaro anche una preoccupazione: “Abbiamo assistito all’aumento esponenziale dei costi per l’acquisto delle materie prime ma anche delle spese per la produzione dei nostri giornali. Il lievitare dei costi è motivo di particolare preoccupazione anche in vista della scadenza dei contributi pubblici all’editoria”. Il presidente della Fisc ha sottolineato che “al momento non abbiamo alcuna certezza. Solo vaghe promesse e questo ci preoccupa fortemente come abbiamo avuto modo di sottolineare più volte negli incontri avuti con i rappresentanti del Governo e i funzionari del Dipartimento per l’informazione e l’editoria. L’attuale Legge 70 è una buona legge per i nostri giornali anche se non perfetta, perché moltissimi non raggiungono i requisiti minimi per accedervi. Non è perfetta ma ora si presenta il rischio che venga cancellata definitivamente. Dobbiamo lavorare insieme perché questo non accada. Dobbiamo lavorare insieme perché, con poche ma fondamentali modifiche, chi c’è rimanga ma si possa anche recuperare chi in questi anni è rimasto fuori”.
Per il presidente della Fisc, “la strada non è certamente quella di alzare il numero minimo dei giornalisti perché i nostri settimanali si reggono a volte su poche persone ma su una rete di collaboratori volontari distribuiti in tutti i paesi, in tutte le città, anche dispersi fra i monti. La nostra forza è essere nel territorio: e ormai sempre più spesso siamo gli unici a garantire questa presenza”.
“La Fisc c’è per riscrivere alcune regole purché queste garantiscano il sostegno ad un sempre maggior numero di testate diocesane”, ha concluso Ungaro: “Il futuro dell’editoria nel nostro Paese non può e non deve essere solo digitale”.
“I nostri giornali sono laboratori di corresponsabilità, perché operano quotidianamente l’ascolto e il discernimento, il racconto e la lettura di fede, a servizio di tutta la comunità. La vostra azione è aperta a servizio delle Chiese e delle comunità che abitano i nostri territori. La corresponsabilità informativa diventa specchio per l’agire ecclesiale”. Così monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, intervenendo all’Assemblea Fisc.
“Viviamo il Cammino sinodale non semplicemente dandone notizia ma cercando di portare in questo percorso la ricchezza delle comunità, in un ascolto accogliente che si fa parola. È la bellezza dell’informazione locale, di quella prossimità che è frutto di conoscenza intima, in forza di un’esperienza condivisa. La peculiarità delle vostre testate sta proprio in questa intimità di rapporti: non dare solo notizie, ma raccontare storie, divenire punti di incontro e ponti di comprensione verso tutti. I nostri giornali devono poter intercettare e accompagnare le domande e le ansie degli uomini”.