Atlante della Romagna: concertazione e area vasta per rilanciare il territorio

“Atlante della Romagna – Un territorio che cambia” è il titolo della ricerca svolta da Cisl Romagna e Antares (Centro ricerche per lo sviluppo regionale e le politiche industriali), presentata questa mattina in Fiera a Cesena e confluita in un volume dallo stesso titolo.

Numeri alla mano, a seguito di un’attenta analisi sul territorio, l’obiettivo della ricerca è “interrogarsi sul presente per ragionare sulle scelte strategiche del futuro”, ha detto, nella sua introduzione, il segretario generale di Cisl Romagna Francesco Marinelli.

“Non abbiamo la presunzione di trovare soluzioni facili a problemi che sappiamo essere complessi – ha spiegato Marinelli – ma crediamo possa essere un contributo importante in questa fase di elaborazione di area vasta Romagna, che deve vedere una collaborazione tra istituzioni, parti sociali e realtà economiche”. Per il segretario Cisl, in Romagna “le potenzialità ci sono, ma una ripresa solida è possibile solo se i benefici della crescita sono condivisi”.

La strada indicata da Marinelli è quella della concertazione, con un no a visioni antagoniste e campanili e un sì a “mettere a confronto idee e progettualità”.

“Accogliamo con favore il piano strategico Romagna Next, con una rinnovata cultura amministrativa in termini di area vasta per sviluppare al meglio quelle che sono le potenzialità della Romagna, come già è possibile vedere in esempi positivi quali Ausl Romagna oppure Romagna Acque o il Campus universitario romagnolo”, ha rimarcato Marinelli.

Entrando nello specifico della ricerca, Lorenzo Ciapetti, direttore del centro ricerche Antares, ha delineato la prima sfida: quella demografica. Lo scenario “medio” al 2030 prevede una contrazione della popolazione residente pari all’1,1 per cento, con una diminuzione del 3 per cento della fascia 0-14 anni e un aumento degli over 75 di un punto percentuale. La popolazione inattiva su quella attiva salirà di 10 punti percentuali, non solo nelle aree interne, come è già oggi, ma anche nelle principali città. Questo avrà un impatto sulla domanda di servizi e sulle scelte di welfare pubblico, che dovranno essere di “silver economy”, cioè più a favore di persone anziane e meno dedicati all’infanzia.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, in Romagna è caratterizzato da un tasso di occupazione al 67 per cento, minore rispetto a quello regionale del 68,8 per cento. Il numero dei “neet”, ragazzi che non studiano e non lavorano, è del 18,16 per cento in Romagna, rispetto al 15,9 per cento della media regionale. Aumenta anche il gap fra il tasso di occupazione maschile e femminile. Il 13,9 per cento delle donne fra i 15 e i 74 anni in Romagna non lavora, soprattutto per motivi familiari, mentre la controparte maschile si attesta all’8,1 per cento. La necessità che emerge dalla ricerca è di un maggiore investimento in servizi che concilino vita e lavoro e permettano un maggiore impiego femminile.

Per quanto concerne il potenziale economico, la manifattura è diffusa sul 91 per cento del territorio romagnolo, mentre i servizi sono concentrati nella fascia costiera. Le aziende romagnole sono in maggioranza di piccole dimensioni e a basso contenuto tecnologico. Questo influisce sui redditi, più bassi rispetto alla media regionale, anche se con differenze però meno accentuate tra più ricchi e meno ricchi, con un appiattimento però verso il basso. Le ricette proposte riguardano il rilancio della formazione professionale che permetta ai lavoratori di specializzarsi e crescere durante tutta la loro vita lavorativa.

Al termine della presentazione, il sindacato si è confrontato, in due tavole rotonde assieme ai sindaci delle città capoluogo (Cesena, Forlì, Rimini e Ravenna), ai presidenti delle associazioni Confcooperative Romagna, Confindustria Romagna e Legacoop Romagna, ai rappresentanti delle Camere di Commercio e alla Regione con la presenza dell’assessore Paolo Calvano. Presenti anche il segretario della Cisl regionale Filippo Pieri e il segretario nazionale confederale Ignazio Ganga. “Solo dialogando insieme sarà possibile affrontare al meglio le sfide che ci aspettano nei prossimi anni”, ha tirato le somme Marinelli.