Autoriparatori, cala il fatturato ma aumentano le competenze

Il settore della manutenzione e riparazione di autoveicoli è coinvolto in modo rilevante dalla crisi Covid-19, registrando nei primi sei mesi dell’anno un calo del fatturato del 17,9%, pari a minori ricavi per 1,3 miliardi di euro. Lo mette in luce Confartigianato Federimpresa Cesena.

“La ripartenza ora è in atto, con le naturali difficoltà che comporta, ma i meccanici autoriparatori stanno lavorando in sicurezza garantendo gli abituali alti standard dei servizi e della prestazioni alla clientela. Una nota positiva che che emerge da un’indagine nazionale di Confartigianato – afferma il presidente Autoriparatori Confartigianato cesenate Carlo Gasperini – è che la quota di giovani lavoratori nel nostro settore è più elevata rispetto agli altri segmenti della filiera e, più in generale, superiore alla quota di under 30 presenti nei macro settori dell’economia italiana. Ciò si verifica anche nel territorio cesenate. Nelle imprese della manutenzione e riparazione autoveicoli il 22,5% dei dipendenti ha meno di 30 anni, quota di oltre otto punti più alta rilevata nella filiera auto (14,3%) e ampiamente superiore al 18,4% della media dei servizi, al 14,9% delle costruzioni e all’11,9% delle attività manifatturiere”.

La filiera dell’auto, composta dai settori della fabbricazione di autoveicoli, fabbricazione di carrozzerie, produzione parti e accessori, fabbricazione di motociclette e del commercio, manutenzione e riparazione di autoveicoli, conta 176 mila imprese con oltre 545 mila addetti.  Nella filiera 7 addetti su 10, lavorano in micro e piccole imprese, di cui il 71,0% in imprese con meno di 10 addetti.

“Nel settore – aggiunge il presidente Gasperini – assistiamo a un crescente utilizzo delle tecnologie digitali. Nel 2019 al 60% delle assunzioni di meccanici artigianali, riparatori di automobili sono richieste competenze digitali, come l’uso di tecnologie internet, e la capacità di gestire e produrre strumenti di comunicazione visiva e multimediale; al 46,3% sono richieste capacità di utilizzare linguaggi matematici e informatici per organizzare e valutare informazioni qualitative e quantitative; e al 39,6% è richiesta la capacità di gestire soluzioni innovative nell’ambito di ‘impresa 4.0’, applicando tecnologie robotiche, big data analytics e internet delle cose ai processi aziendali”.