“Avete ricevuto un dono. Il vescovo don Pino è stato questo per la Chiesa materana”. Le testimonianze

I legami e l'affetto nelle parole di chi ha fatto un lungo viaggio dalla Basilicata e dalla Calabria per accompagnare il vescovo Antonio Giuseppe Caiazzo a Cesena. "Siamo qui in 250, con il cuore. E quando si ama una persona, si accettano le decisioni non subito comprensibili"

Cattedrale di Cesena, domenica 16 marzo: il vescovo Antonio Giuseppe Caiazzo in uscita dalla Messa di inizio del suo ministero episcopale (foto Sandra&Urbano, Cesena)

“Avete una perla preziosa”. Hanno affrontato un lungo viaggio – 650 i chilometri che separano Matera da Cesena – con tre pullman e altri mezzi privati. Con la famiglia, con il gruppo parrocchiale, con amici. In tanti anche dalla ancora più lontana Calabria, terra di origine del vescovo Antonio Giuseppe Caiazzo, nato a Isola Capo Rizzuto e per trent’anni parroco a San Paolo di Crotone.

Dalla Basilicata e dalla Calabria in 250 per accompagnare e salutare il vescovo Caiazzo. Per tutti, il vescovo don Pino

In 250, materani e calabresi, sabato 15 e domenica 16 marzo hanno partecipato alle celebrazioni di ingresso del vescovo Antonio Giuseppe Caiazzo. Per tutti loro, il vescovo don Pino. Unanime il pensiero rivolto alla nuova comunità di Cesena-Sarsina: “Avete ricevuto un dono”.

Li abbiamo incontrati alla basilica del Monte (vedi articolo sotto), nel pomeriggio di sabato 15 marzo all’incontro che ha visto mille giovani salire al santuario mariano per dialogare con il nuovo pastore chiamato a guidare la Diocesi di Cesena-Sarsina. E anche domenica mattina in Cattedrale, di passaggio a poche ore dalla Messa solenne.

Valentina Epifania è organista a Matera: “La sua autorità è sorridere e appoggiare le mani in testa per la benedizione”

“Il vescovo don Pino è stato una grazia del Signore per la comunità materana. E oggi, con la fatica del distacco, siamo qui, mia sorella gemella e io, insieme ai nostri genitori, per manifestargli gratitudine -. Valentina Epifania è arrivata a Cesena in piena notte e approfitta delle prime ore della domenica per visitare il centro storico in compagnia della cagnolina Mia, ‘cattolicissima’ come sottolinea da subito -. Don Pino è stato un uragano di sorrisi che ci ha travolto nei nove anni vissuti assieme. Un uomo semplice, un sacerdote umile, un vescovo attento carico di umanità e amore per la sua gente. Non si è mai messo sul piedistallo, ma sempre ‘a terra’ in mezzo a noi: la sua mitria più bella era il cappello nero; il suo pastorale più bello era il borsello a tracolla, segno del viaggio e della missione quando veniva a trovarci nelle nostre parrocchie. La croce pettorale più bella era vederlo con la sciarpa: segni semplici che lo hanno reso grande in mezzo a noi, perché ha abbattuto ogni gerarchia e non ci ha mai fatto sentire in imbarazzo per essere accanto a un’autorità. La sua autorità è sorridere e appoggiare le mani in testa per la benedizione”.

Valentina Epifania di Matera, a Cesena insieme alla famiglia e alla cagnolina “Mia” (foto Sa.L.)

Rosa Albano e Anna Trotta, a Cesena da Pisticci: “Ci hanno segnato la sua umiltà e la capacità di riportare ordine in tutto con santa lievità”

“A che ora verrà aperta la Cattedrale oggi pomeriggio?”. Cercano informazioni e trovano una Cattedrale negli ultimissimi preparativi per la celebrazione di ingresso. Rosa Albano e Anna Trotta sono partite da Pisticci (Matera) alle 4 di notte: “Il vescovo don Pino ci mancherà, anche se immaginiamo che starà bene anche qui. Abbiamo fatto tanti chilometri, ma il cuore ci ha portato in Romagna. Ci hanno segnato la sua umiltà e la capacità di riportare ordine in tutto con santa lievità. Vi lasciamo un gioiello. E ora speriamo che quanto lasciamo andare… ci ritorni”.

I suoi ‘vicini di casa’, a Matera: “Ha la capacità di dare valore a ciascuno. Anche quando c’è una moltitudine di persone, ognuno si sente guardato e amato come se fosse unico al mondo”

Sono stati per nove anni i suoi ‘vicini di casa’, in piazza Duomo a Matera. Lo vedevano ogni mattina alle 5,30 recitare il Rosario camminando attorno alla Cattedrale. Gabriella Savino e il marito hanno conosciuto bene anche la famiglia, sempre presente nella vita della Chiesa diocesana. “Il vescovo ha la capacità di dare valore a ciascuno. Anche quando c’è una moltitudine di persone, ognuno si sente guardato e amato come se fosse unico al mondo. Si è creato un legame unico. Quando ci ha salutato, a Matera, ha detto: ‘Vi porto nel cuore’. Ci porteremo a vicenda nel cuore. Il legame non si spezza, ma si sposta in altra sede. E non mancheranno le occasioni per venire a trovarlo e conoscere di più questo vostro territorio”.

Il vescovo don Pino in uscita dalla Cattedrale, domenica 16 marzo a conclusione della Messa solenne (foto Sandra&Urbano, Cesena)

Alberto D’Ettoris: da Crotone a Cesena, un legame profondo di famiglia

Nei trent’anni in cui il vescovo Caiazzo è stato parroco a San Paolo, a Crotone, ha stretto legami profondi che tali sono rimasti anche quando è stato nominato arcivescovo di Matera-Irsina. “Ha impartito i sacramenti ai nostri due figli, e presto torneremo a Cesena per la celebrazione dei nostri 50 anni di matrimonio: mia moglie desidera che sia il vescovo don Pino a presiedere la Messa”. Sono le parole di Alberto D’Ettoris, ex dirigente scolastico come la moglie, Diana Marullo: “La parrocchia di San Paolo in 30 anni ha avuto una forte espansione e oggi è la più popolosa della città – prosegue D’Ettoris -. Il vescovo don Pino ha curato la costruzione della chiesa parrocchiale con il sostegno del babbo; noi parrocchiani siamo intervenuti per il campanile. Ha sempre avuto tanta attenzione per i ragazzi: da giovane parroco acquistò un pulmino di seconda mano con il quale andava a prendere i bambini a casa per fare catechismo in parrocchia. Non si è mai risparmiato”.

I giornalisti della testata diocesana di Matera: “La nostra è stata una Chiesa in uscita. Con laici operativi che, valorizzati, hanno lavorato con responsabilità”

Sono arrivati in forza a Cesena anche gli operatori della comunicazione di Matera-Irsina e Tricarico. Giuseppe Longo è redattore del sito della Diocesi “Logos” (www.logosmatera.it): “In questo ultimo mese abbiamo curato una rubrica dal titolo ‘Grazie don Pino’ dove abbiamo fatto una sorta di sintesi dei suoi nove anni di ministero episcopale – sottolinea Longo -. Abbiamo notato un cambio di passo nella vita della comunità diocesana materana: è stata una Chiesa in uscita, con laici operativi che, valorizzati, hanno lavorato con responsabilità. Abbiamo avuto due momenti ‘forti’ con la Settimana liturgica nazionale e il Congresso eucaristico nazionale, li abbiamo vissuti con entusiasmo e pastoralità. Don Pino ha conservato il suo essere parroco. È un vescovo-parroco”. “Monsignor Caiazzo è molto attento alla vita del territorio. Ricordo in particolare una situazione che dice della cura che dedica alle singole persone – dice il direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali, Erasmo Bitetti -. L’ho accompagnato da un signore di Matera a rischio sfratto, che si è visto arrivare il vescovo a casa, con sorpresa. Il vescovo lo ha ascoltato. Il suo gesto e la sua presenza hanno segnato quell’uomo in quel difficile momento. In don Pino ho visto Cristo che si fa compagno di viaggio”.

Le fotografie sono a cura di Cristina Garzone, materana di origine e da diversi anni a Firenze. Nelle occasioni particolari, torna a servizio della sua Chiesa d’origine. “Ricordo il 2016, in occasione della festa della Madonna della Bruna, per la prima volta presieduta dal vescovo Caiazzo – le parole di Cristina -. Notammo con piacevole meraviglia come preferiva stare tra la gente. È sempre stato disponibile, con tutti”.

Domenico Infante, direttore del sito diocesano “Logos”: “Ha qualità che aiutano la comunicazione. Noi stretti collaboratori abbiamo fatto famiglia con don Pino”

A Matera il vescovo Caiazzo ha creato tante realtà di accoglienza per migranti e donne in difficoltà. Ha realizzato un centro polifunzionale per persone autistiche e potenziato due mense per i poveri che ogni giorno preparano 500 pasti, anche da asporto. Domenico Infante è il direttore del sito diocesano “Logos”. Prosegue: “È stato un piacere lavorare accanto a don Pino – le sue parole -. È persona sensibile al dialogo, ha la capacità di trasmettere messaggi e di entrare con empatia in connessione con le persone. Qualità che hanno aiutato il nostro lavoro di comunicatori. E una buona comunicazione facilita la testimonianza. Un pastore così aiuta chi gli sta vicino a fare meglio il proprio lavoro. Noi stretti collaboratori abbiamo fatto famiglia con lui e oggi vi faccio l’augurio di buon lavoro e di una bella comunicazione, per una comunità sempre più unita”.

Giornalisti e operatori della comunicazione di Matera-Irsina. Da destra, Erasmo Bitetti direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali e Domenico Infante, direttore del sito online ‘Logos’ (foto Sa.L.)

Erminia D’Adamo: “Lui ti dà il tempo… E quando si ama una persona, si accettano anche le decisioni non subito comprensibili”

Con il suo “portabandiera” multicolor Erminia D’Adamo guida i materani dal pullman parcheggiato davanti alla chiesa di San Domenico, fino alla Cattedrale. “Quest’uomo è sulla via della santità. In questi nove anni ho avuto la grazia di poter conoscere bene il vescovo don Pino: ha cuore per tutti, con uno sguardo particolare per i giovani. Il momento di ieri sera all’abbazia del Monte è stato emozionante. Muove gli animi, anche delle persone lontane dalla Chiesa. Lui ti dà il tempo… Siamo qui dopo un lungo viaggio, perché ce lo sentiamo. Siamo dispiaciuti di non averlo più come pastore, ma quando si ama una persona, si accettano anche le decisioni non subito comprensibili”.

Francesco Riillo: “Sono suo figlio nella fede e continuo a sentirlo vicino, pur abitando lontano…”

In Cattedrale a Cesena accanto alle tre sorelle del vescovo Gina, Lucia e Sara, sono arrivati tanti familiari da Isola Capo Rizzuto e da tutta Italia. Francesco Riillo è di Isola Capo Rizzuto, è stato cresimato da Caiazzo e dal 1988 vive a Milano. “Custodisco tra i ricordi più belli la sua ordinazione episcopale, a Crotone, con l’abbraccio subito dopo, come da padre a figlio. Ogni mattina il vescovo invia un pensiero via smartphone a tante persone. Così continuo a sentirlo vicino, pur abitando lontano. Sono suo figlio nella fede, e lo sento padre dello Spirito”. 

La famiglia del vescovo don Pino, insieme a 250 persone tra materani e calabresi (foto Sandra&Urbano, Cesena)
(foto Sandra&Urbano, Cesena)