Dalla Chiesa
Beata Maria Lorenza Longo, fondatrice delle Clarisse Cappuccine
“Mentre spirava, tenne al petto stretto a sé il Crocifisso. E poco dopo baciandolo, disse tre volte: Gesù. E spirò.” (M. Bellintani Cappuccino)
Nacque nel 1463 a Lleida, centro della Catalogna nell’allora regno degli Aragonesi. Si sposò con Joan Llonc, vice reggente della Cancelleria di Ferdinando II d’Aragona; seguì il marito a Napoli nel 1506. Ebbero dalla loro unione tre figli. Rimase vedova tra il 1509 e il 1510. Soffriva di una forma di artrite reumatoide, causatale da un avvelenamento. Questa malattia le impediva l’uso normale delle mani e dei piedi. Si recò in pellegrinaggio alla Santa Casa di Loreto, per impetrare una grazia. Guarì e decise di entrare nel III Ordine francescano, il ramo secolare assumendo il nome di Maria Lorenza. Di ritorno a Napoli si mise a servizio della contessa Maria Cardona, come tutrice e governante. Nel tempo libero andava a prestare le cure presso l’ospedale di san Nicola al molo presso il Castel Novo.
Passarono gli anni e chiedendo aiuto al Signore ottenne di fondarne uno nuovo, per soddisfare le richieste dei sempre più numerosi indigenti. E infermi. Diede il nome di ospedale di santa Maria del Popolo degli Incurabili presso Porta san Gennaro, inaugurato il 23 marzo del 1522. Diversi papi e vescovi le diedero numerosi privilegi: Gian Pietro Carafa, vescovo di Chieti, (amico carissimo di Gaetano da Thiene e futuro Paolo IV) da Leone X, Adriano VI, Clemente VII che con la bolla Ex supernae dispisitionis del dicembre 1523. Dieci anni più tardi arrivò a Napoli Gaetano da Thiene con i suoi Canonici Regolari Teatini, Maria Lorenza si accordò per lasciare a Gaetano la cura e la direzione dell’ospedale.
Il suo destino era “altrove”. Il Signore la chiamava a ben altro. Prese sempre più in lei il desiderio di consacrarsi totalmente a Dio dentro a un chiostro in monastero. Papa Paolo III le concesse grazia, con la bolla Debitum pastoralis officii, di aprire alla fondazione del tanto desiderato monastero, sottoposto alla regala di santa Chiara di Assisi. Il primo “monastero” sarà intitolato a Santa Maria in Gerusalemme. Il monastero non fu costruito ex novo, ma ai primi anni le sorelle cappuccine abitarono in un ala annessa all’Ospedale degli Incurabili. I padri Teatini assunsero la direzione spirituale delle religiose.
Un aneddoto racconta che Maria Lorenza ottenne dal papa (Paolo III con la bolla Alias nos) di allargare a 33 il numero delle consorelle in omaggio agli anni di Cristo. Finalmente una casa tutta per loro. Nel 1538 le monache lasciarono l’ospedale, in processione dietro alla croce, e arrivarono alla chiesa di santa Maria della Stalletta, che trasformarono nel proto-monastero come avevamo già detto consacrandolo in Santa Maria in Gerusalemme. La direzione spirituale passò dai Teatini ai Cappuccini.
La Longo, badessa, adottò alcune costumanze cappuccine alla I regola di santa Chiara alle Costitutiones di santa Coletta di Corbie. Questo rapporto tra i Cappuccini e le monache Cappuccine si rafforzò grazie anche ad un motu proprio (sempre di Paolo III) Cum Monasterium del 10 dicembre 1538. Oramai il passo più importante era fatto. La salute cominciava a “singhiozzare”. Un collasso colpì la madre, che nel 1539 lasciò la carica di badessa. Nello stesso anno morì. Era il 21 dicembre. Altre fonti citano l’evento in data 1542. Il 9 ottobre del 2017, papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto di riconoscimento delle virtù eroiche di madre Lorenza Longo. Il 9 ottobre di quest’anno è stata iscritta nel Martirologio Romano e proclamata beata nella cattedrale di Napoli.
“Con tutta te stessa ama Colui che per amor tuo tutto a te si è donato” (Santa Chiara d’Assisi)