Bombe su Kiev e Kharkiv: il risveglio delle città sotto attacco russo

Ucraina sotto attacco. Bombe, esplosioni, interruzioni di elettricità, ovunque. Le persone sono al riparo, nei rifugi. Chi nel corridoio di casa, chi è rimasto bloccato sul posto di lavoro, chi è andato a rifugiarsi nei sotterranei della metropolitana. Fuori, una pioggia di missili e fuoco. Dalle App, l’invito delle autorità a non abbandonare i rifugi. “Rimane alta la minaccia di attacchi missilistici”, dicono. E infatti, fuori si sentono in continuazione le esplosioni. Dopo mesi di relativa calma, le bombe hanno di nuovo preso di mira la capitale Kiev. Otto morti e 24 feriti. Questo il bilancio – provvisorio – delle vittime causate dall’attacco missilistico russo su Kiev questa mattina secondo quanto riporta Rostyslav Smyrnov, consigliere del ministro degli Interni ucraino. Le notizie piovono in continuazione. I dettagli di quanto sta accadendo, saranno dati in seguito. Intanto – assicura il presidente Zelenski via telegram – la difesa antiaerea sta lavorando intensamente nella regione di Kiev. Una delle esplosioni è avvenuta in via Vladimirskaya, nel quartiere di Pechersk, dove si trova l’edificio del Servizio di sicurezza ucraino. È stato colpito anche un parco giochi per bambini al centro di Kiev. I video pubblicali sul web mostrano un cratere vicino alle altalene.

La mappa dei bombardamenti è diffusa su tutto il Paese. Sul suo canale Telegram – racconta al Sir da Kiev Cristina Makar, 22 anni, operatrice salesiana del Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo) – il comandante in capo delle Forze Armate ha detto che questa mattina l’aggressore russo ha lanciato 75 razzi su tutto il paese e che 41 sono stati neutralizzati dalla difesa ucraina. I russi hanno preso di mira persone e impianti energetici. Leopoli, Dnipro, Vinnytsia, Zaporizhzhia, Sumy, Kharkiv, Zhytormyr. Dappertutto stamattina ci sono state esplosioni, morti, feriti, interruzioni di elettricità e comunicazioni mobili. “Tutto è iniziato attorno alle 8”, racconta Cristina. “Ero in casa e ho sentito una esplosione fortissima. In questo momento mi trovo nel corridoio dell’appartamento. Le esplosioni sono cominciate quando le persone si stavano recando al lavoro. La città si è bloccata. Tutto si è fermato. Anche la metropolitana è diventata di nuovo rifugio per molte persone. Le autorità ci stanno dicendo di mantenere la calma ma di rimanere al sicuro. I russi vogliono intimidirci. Certo, siamo scioccati. Non ce lo aspettavamo ma gli ucraini non cederanno alla paura. Non siamo un popolo che si fa spaventare. Rimaniamo forti”.

Anche la Regione di Dnipro è sotto attacco missilistico. “Ci sono morti e feriti”, ha scritto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale di Dnipro, Valentyn Reznichenko. “Tutti i servizi stanno lavorando nei luoghi colpiti nel raid. Non lasciate i rifugi”. “Tutte le città dell’Ucraina sono sotto attacco. Kharkiv, Mykolaiv, Leopoli, Kiev”, racconta da Dnipro un altro salesiano, don Oleh Ladnyuk. L’attacco massiccio di oggi è la durissima risposta di Mosca all’esplosione che sabato ha colpito lo strategico ponte di Crimea, per la quale il presidente Vladimir Putin ha accusato l’Ucraina di “atto terroristico”. “Ma non possono essere stati gli ucraini a portare tutto quel materiale esplosivo sul ponte”, commenta subito il salesiano. “È impossibile. È piuttosto l’ennesimo atto programmato in una fase della guerra in cui la Russia sta arretrando rispetto alle posizioni conquistate nei primi mesi. È una dimostrazione di forza rivolta soprattutto al loro interno. Devono dimostrare che ci stanno colpendo”.

Caotica la situazione anche ad Kharkiv dove le forze di occupazione russe stanno attaccando la città. “Ci sono esplosioni. Fate attenzione e restate nei rifugi”, scrivono su Telegram le autorità locali. Anche qui, molti villaggi della regione stanno segnalando interruzioni nell’alimentazione elettrica. Don Grygoriy Semenkov, cancelliere della diocesi latina di Kharkiv-Zaporizhzhia, è appena tornato da Zaporizhzhia dove sabato il vescovo mons. Pavlo Honcharuk ha ordinato sacerdote don Ihor Sichenko. Segno di una Chiesa che non solo vive e resiste nonostante la minaccia delle bombe, ma vuole essere anche una presenza di vita e futuro. “Sabato – racconta don Semenkov – è stata una giornata tranquilla. Ma appena siamo ritornati ad Kharkiv, quella notte la città è stata nuovamente oggetto di un massiccio lancio di razzi. Ci hanno detto che l’attacco ha provocato 17 morti e 44 feriti”.