“Cambiare solo le persone, gli autisti, non basta”

 Il prossimo 12 giugno i cittadini di Longiano saranno chiamati a eleggere il nuovo sindaco. Le urne saranno aperte dalle 7 alle 23. I longianesi troveranno tre opzioni di voto in questo ordine: lista 1 – “Insieme disegniamo Longiano” con candidato sindaco Mauro Graziano, classe 1975, vicesindaco uscente e presidente della cooperativa Cofac di Cesenatico (appoggiato dal Pd); lista 2 – “Siamo Longiano” con candidato sindaco Matteo Venturi, classe 1985, giornalista; lista 3 – “Vivalongiano con Valerio Antolini” che candida a sindaco Valerio Antolini, classe 1963, tecnico informatico.

Per presentarvi i tre candidati abbiamo sottoposto loro alcune domande, pubblicate sul Corriere Cesenate in edicola da ieri, giovedì 2 giugno. Proponiamo qui la versione integrale delle interviste. In ordine di lista, ecco l’intervista a Valerio Antolini. 

Qual è il tema più importante di cui pensa che il nuovo sindaco dovrà occuparsi appena eletto? 

Il degrado in cui è finito il Comune, degrado in senso economico, sociale. Longiano è diventato una cartolina statica, ferma, senza attività, senza Pro loco, senza una vita sociale. Questo degrado continua da almeno 15 anni. Siamo arrivati a toccare il fondo. Onestamente, io che ci sono nato, ho visto dall’alba del nuovo millennio solo un peggiorare in tutti gli aspetti. Sono tutti valori negativi, penso che sia riconoscibile, c’è da lavorare tanto senza la presunzione che si possa rovesciare tutto in poco, c’è da lavorare a testa bassa. Probabilmente non esiste nemmeno un punto principale.

Quali sono i punti principali del suo programma? 

Il programma è complesso, difficile tracciare un programma di una situazione in poche righe. Lo posso riassumere che non si faranno almeno da parte nostra le cose che si sono fatte prima o le cose ritenute convenzionali o tradizionali. Abbiamo elaborato una teoria: se si continua sulla stessa strada è impossibile che si ottengano risultati diversi. Vogliamo cambiare il metodo, cambiare solo le persone, cioè solo gli autisti, non basta. Bisogna cambiare le tradizioni. Avere una visione diversa dell’insieme. Ad esempio, dagli ultimi lavori fatti, il rifacimento del centro storico, che tecnicamente può anche essere inappellabile, sotto il mero profilo tecnico, sottostrutture. Ma sul piano estetico, omogeneizzato a mille altri posti, invece per noi è stato un disvalore, una striscia d’asfalto in centro storico. Fatte finiture e altre opere che non servono, inutili. Tipo il giardino di via Giannini, quando si poteva mettere a posto il giardino d Budrio con una fontana in condizioni penose. Sono state fatte opere a spot, senza pensiero. Oltre alla normale amministrazione, sistemare buca o sfalcio, è dare qualcosa di particolare nuovo che la faccia diventare nuova, che lo renda appetibile.

Non è appetibile il marciapiede fatto anche a Gambettola in corten. La gente viene a Longiano perché ha una particolarità, i negozi chiudono.. il problema non è l’affitto ma è che non c’è gente e se non ci sono potenziali acquirenti, il negozio per forza chiude. Servono i presupposti perché nasca un circolo virtuoso perché un negozio nel deserto non ha vita. Se portiamo i clienti a Longiano avremo i negozi, se non li portiamo possiamo anche pagargli tutto ma non vengono lo stesso. Dobbiamo trovare il modo per portare gente a Longiano, il negozio è una conseguenza non l’atto iniziale.

Il nostro è un paese che viene apprezzato per il paesaggio, non il castello, quindi valorizzazione turismo green, percorsi per e-bike, attrezzature (non bastano i cartelli sulla città della bici ma serve strutturare un paese per esserlo). Non abbiamo una biblioteca nel senso che è chiusa, con testi anche antichi, per andarci bisogna chiedere permesso, gli spazi pubblici sono chiusi a chiave, se la gente non ha motivo di visitare, ovviamente tutto resta chiuso. Si aggiunge la mentalità di non cambiare nulla per cui non si aggiunge nessun risultato. Facciamo il rinfresco, la bevutina, ma le idee non ci sono.

In particolare le azioni che pensa di intraprendere per rilanciare Longiano e farla tornare ai fasti di trent’anni fa? 

Fare cose non convenzionali, la tradizionale amministrazione è quella del sistemare strade, sfalcio erba, non possiamo andare nel non convenzionale, c’è una parte che va fatta nei tempi dovuti. Oppure la scuola non è ancora a norma sismica, questa è una priorità nel convenzionale. Il non convenzionale è quello che si fa come avvenne 20 anni fa con il teatro Petrella che fece rivalutare Longiano, queste sono le cose . Questi progetti non convenzionali saranno illustrati alla cittadinanza, il calendario è da definire, non ci saranno incontri tradizionali, probabilmente sul web, tramite social faremo sapere quando e come. 

In una riga il messaggio che vuole lanciare ai suoi elettori

Se proseguiranno sulla stessa strada e cambieranno solo autista, sicuramente si ritroveranno nella stessa destinazione. La nostra è una scelta diversa, e ha una visione diversa. E più che altro ha una visione.