Cantine Spalletti, il nuovo corso Baldacci Guidi

Il viale di cipressi di Ribano non ha niente da invidiare a quello di Bolgheri del noto spot della Lamborghini Huracàn. Folto ed esteso, termina dove inizia la corte dell’omonimo castello che sorge al centro di una tenuta di 130 ettari di vigneti e uliveti disseminati sulle colline tra Savignano, Santarcangelo e Longiano e scorci mozzafiato.

Quei filari sono il cuore della Cantina Spalletti Colonna di Paiano che dallo scorso 18 aprile è divenuta di proprietà delle famiglie Guidi di Roncofreddo e Baldacci di Savignano, acquirenti all’asta sia del castello che delle terre e pertinenze annesse. Fondata nel 1875 dal conte Gioacchino Rasponi e passata poi alle casate dei Conti Spalletti e dei Principi Colonna di Paiano, la cantina Spalletti è la più antica della Romagna, alle spalle una tradizione vitivinicola che risale agli inizi del 1500 quando il castello ospitava i monaci classensi in villeggiatura. 

Non sarà un caso, come scrive il professor Roberto Garattoni, che il castello si trovi esattamente sull’asse che va dalla Basilica di Sant’Apollinare in Classe al centro di San Marino, lungo una retta quasi intuibile quando si percorre il corridoio al piano terra dell’edificio medievale. Affacciato sia sul lato del mare che su quello delle colline, rappresenta il punto di incontro perfetto tra la salsedine dell’Adriatico e l’aria fresca della Carpegna, condizioni ideali perché i grappoli diano il meglio di sé.

Dopo l’acquisto, formalizzato la scorsa primavera, i nuovi patron hanno rigirato l’azienda come un calzino, proceduto con le operazioni di pulizia, potatura e concimazione delle viti. Stamane il rinnovato corso dell’azienda è stato presentato alla stampa da Rodolfo Baldacci, dinamico imprenditore savignanese, alle spalle un percorso iniziato nella zootecnia poi approdato alle energie rinnovabili, al mondo della finanza e ora tornato alla terra, e dal roncofreddese Roberto Guidi, con esperienza nella produzione avicola – il noto pollo Guidi – e di frutta, leggi albicocche di Albisole. I due sono soci al 50 per cento. Al centro dei loro sogni c’è il vino “e il vino si fa in vigna”.

La cantina di via Sogliano, rinnovata nel 2005 quando fu trasferita dalla sede castellana all’attuale, ha una capacità di un milione e 200 mila litri. I 130 ettari di terreno che circonda il castello sono coltivati a vite per il 50 per cento, con una resa di circa 300 mila litri, e per il restante a ulivi, due ettari, frutta, sette ettari, e orto, un ettaro, ma in programma, annunciano gli imprenditori, c’è la piantumazione di nuove aree vitate oltre che la produzione per conto terzi per far lavorare a regime l’impianto. Le tecnologie della cantina restano ancora all’avanguardia. Al timone del core business aziendale c’è l’enologo Francesco Bordini.

“Vogliamo riportare le Cantine Spalletti al centro della produzione vinicola non solo regionale ma anche nazionale – precisa Roberto Guidi -. Abbiamo dato molta attenzione, assecondando i principi dell’agricoltura biologica, al rispetto delle vigne e della sostenibilità ambientale, dell’etica del lavoro di squadra. In questo contesto – aggiunge Guidi – è fondamentale la nostra scelta di puntare sul biologico non solo sul vino, ma anche sulla produzione di olio dai nostri ulivi secolari, che sarà affiancata anche dalla produzione di aceto. Inoltre – conclude Roberto Guidi – vogliamo essere gli alfieri della “romagnolità”. La scelta di valorizzare questi vitigni puntando su due filiere al 100 per cento autoctone come l’Albana e il Sangiovese vuole essere un segnale forte di come Cantine Spalletti metta al centro del suo progetto la tutela e promozione del territorio”.

Nell’arco di tre anni l’azienda punta a raggiungere una produzione di circa 500.000 bottiglie annue da distribuire nei vari canali (horeca, grande distribuzione e vendita negli shop di proprietà). Ciò sarà sostenuto anche attraverso l’incremento del personale e delle quote di mercato. Verranno inserite, nuove figure professionali per sostenere la crescita nei vari settori aziendali: dalla cantina alla vigna, fino alle aree commerciali e di ospitalità.

L’altra colonna del progetto di rilancio sarà il Castello di Ribano, un luogo dedicato all’enoturismo, in cui degustare vini dell’azienda accompagnati da piatti tipici della regione,  ma anche all’incontro e allo scambio culturale per celebrare storia e creatività.

“Crediamo fermamente nel potenziale di questo territorio e nella forza del marchio Spalletti. Vogliamo valorizzare non solo la produzione vinicola, ma anche l’esperienza enoturistica, rendendo il Castello di Ribano una destinazione ambita per gli amanti del vino e della storia”, dice Rodolfo Baldacci -. L’idea è quella di accogliere le persone in un luogo dedicato alla riscoperta del territorio facendo anche splendide passeggiate a piedi, a cavallo, in bici”.

“Una sfida che non si poteva ignorare” commenta ancora Baldacci, vincitore dell’asta, cui i Guidi pure avevano partecipato, inizialmente perdendola per poi trovare l’accordo.  

Guidi, come si passa dal pollo al vino?

“Non sarà facile, il mondo del vino è competitivo, ma abbiamo esaminato tutti i punti di partenza e ci sono grandi potenzialità, con il trasferimento necessario del know out avremo sul territorio un fiore all’occhiello dell’accoglienza del territorio. Ci serve un po’ di tempo per aggiustare il progetto”.

Per fare accoglienza dovrete mettere mano alla struttura del castello?  

“La nostra sfida è restituire al territorio questo gioiello – conclude Baldacci -. Ci sono già alcuni appartamenti disponibili nella corte, ma potremmo anche pensare a un villaggio con casette mobili ben fatte, un agricampeggio. La struttura dovrà lavorare dal lunedì alla domenica, ma assecondando la natura del luogo, senza deturpare”.

L’orto biologico sarà la riserva per il futuro agriturismo e per la futura ristorazione, l’olio, le conserve, la verdura e la frutta si potranno acquistare allo spaccio del castello.

Il cantiniere Marco Rocchi durante la visita guidata di stamane alle cantine

  

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