Caro energia, Confartigianato Cesena: “Servono aiuti immediati”

“Lo tsunami avanza e bisogna fare in fretta con interventi consistenti e soprattutto semplici nella fruibilità perché la complicatezza delle procedure burocratiche costituiscono per le piccole imprese una barriera all’accesso agli sgravi e i ritardi nelle erogazioni possono favorire l’ecatombe del settore produttivo“. È quanto chiede Confartigianato Federimpresa Cesena per sostenere le imprese afflitte dalla nuova gravissima emergenza del caro bollette che, dopo la traversata pandemica, mette in pericolo la sussistenza stessa del tessuto produttivo.

“In questi giorni abbiamo avviato la campagna informativa con lo slogan “Non togliete energia allo sviluppo delle imprese!” – mette in luce il Gruppo di presidenza Confartigianato Cesena (Stefano Ruffilli, Daniela Pedduzza e Marcello Grassi)- e siamo accanto alle imprese per le quali questo è ora il problema numero uno. In un anno le micro e piccole hanno pagato per l’energia elettrica 21,1 miliardi in più, una batosta senza precedenti che rischia di ingigantirsi ulteriormente. Il problema dei tempi e delle modalità di accesso ai sostegni è prioritario, perché il dramma è adesso e i soldi servono subito. Il Governo ha introdotto un meccanismo attraverso cui la singola impresa può accedere a un credito d’imposta, ma con procedure enormemente complesse e discriminatorie verso una buona parte di piccole aziende che non hanno i requisiti per accedervi ma che subiscono anch’esse rincari allucinanti. Per richiedere il credito d’imposta vengono richiesti troppi documenti, sono troppi complessi calcoli, la procedura è estenuante e, soprattutto, l’impresa deve prima pagare le fatture per scontarsi solo successivamente il proprio credito entro fine anno. Ma potrebbe essere troppo tardi. Sarebbe stato molto più utile e pratico prevedere dei benefici come quelli già messi in campo nel Decreto Sostegni, che prevedeva aiuti immediati e automaticamente ricompresi in fattura (azzeramento degli oneri di sistema e la riduzione Iva sul gas al 5 per cento)”.

“Un altro serio problema – aggiunge il Gruppo di presidenza Confartigianato – è che un gran numero di imprese artigiane di servizio o di altra tipologia che si stanno vedendo le bollette triplicate, come ad esempio parrucchiere ed estetiste, non avrà modo di avere alcun ristoro appunto perché sotto la soglia di potenza disponibile fissata che qualifica un’azienda energivora e questo è iniquo perché anche la loro situazione è insostenibile. Anche tra le nostre aziende territoriali si moltiplicano i casi di lockdown energetico e molti imprenditori rischiano la chiusura. Confartigianato ha proposto di confermare e potenziare le misure già attuate da questo esecutivo: azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, proroga del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore. Inoltre va fissato un tetto europeo al prezzodel gas e va recuperato il gettito calcolato sugli extraprofitti, per non aggravare la situazione del bilancio pubblico. Questa è anchel’occasione per riformare la tassazione dell’energia, che tocca il 51 per cento della bolletta e penalizza con maggiori oneri proprio le piccole imprese che consumano meno, in barba al principio chi inquina paga. Ma prima di tutto bisogna agire sull’immediato con aiuti subiti e accessibili, sfoltendo le complicazioni burocratiche, per evitare l’ecatombe”.