Dall'Italia
Cei: Presidenza, “non far mancare al popolo gesti di preghiera, partecipazione e speranza” in “condizioni di sicurezza”
“Ove ricorrano condizioni di sicurezza, non far mancare al nostro popolo questi gesti di preghiera, partecipazione e speranza perché la Chiesa sia presente in questo tempo così particolare”. Così la Presidenza della Conferenza episcopale italiana in una lettera indirizzata ai vescovi: “Sin dal giugno 2020, molte diocesi e parrocchie italiane hanno organizzato le processioni, adottando sia la modalità ‘tradizionale’, aperta ai fedeli che possono seguire tutto il percorso, sia una modalità ‘a stazioni’, in cui solo un piccolo gruppo (composto da sacerdoti, ministri ed eventualmente membri di confraternite) percorre il tragitto, mentre i fedeli partecipano ad alcuni tratti dell’itinerario in chiesa o all’aperto”.
“Per via della varietà di tradizioni e di prassi – precisa la Presidenza della Cei – non è possibile fornire indicazioni valide e puntuali per tutte le Chiese locali. Il confronto con le istituzioni (anche in relazione alla sanità locale) e il buon senso, come già avvenuto nei mesi precedenti in altre occasioni, restano criteri imprescindibili con cui affrontare le varie questioni”. La ripresa autunnale delle attività pastorali sarà probabilmente ancora condizionata dalla pandemia: “Siamo però convinti che il Cammino sinodale, che entrerà nel vivo proprio dopo l’estate, costituisce un’occasione propizia di rilancio e di accompagnamento delle comunità, oltre che una voce profetica rispetto alle istanze del presente e del futuro”, conclude la lettera.
“La certificazione non è richiesta per partecipare alle celebrazioni”. Lo si apprenda da una scheda informativa che accompagna la lettera ai vescovi diffusa oggi dalla Presidenza della Cei e che fa il punto sul Decreto Legge del 23 luglio 2021 che introduce l’obbligo di munirsi di certificazione verde (“Green Pass”) per usufruire di alcuni servizi o prendere parte ad alcune attività determinate dalla Legge. Si continuerà a osservare quanto previsto dal Protocollo Cei-Governo del 7 maggio 2020, integrato con le successive indicazioni del Comitato Tecnico-Scientifico: mascherine, distanziamento tra i banchi, comunione solo nella mano, niente scambio della pace con la stretta di mano, acquasantiere vuote.
Nella scheda si precisa che, come per le celebrazioni, “non è richiesta la certificazione per le processioni”. Sono ancora valide le raccomandazioni e le misure comunicate l’11 giugno 2020: obbligo d’indossare la mascherina e di mantenere una distanza interpersonale di 2 m per coloro che cantano e 1,5 m per tutti gli altri fedeli. Ciò, in modo particolare, per evitare assembramenti. “Queste misure, tenendo conto della varietà di tradizioni e delle diverse prassi nelle diocesi, sono ancora attuali e possono continuare a essere garantite. Criteri di riferimento restano il buon senso e l’andamento della situazione epidemiologica nel luogo e nel momento in cui si svolge la processione”, prosegue la scheda.