Cesena
“Cesena accessibile” taglia il nastro per il secondo anno. Studenti e tecnici a lavoro per le persone con disabilità
Una città per tutti e senza barriere architettoniche. Era il 20 maggio 2017 quando presso l’Istituto tecnico per geometri “Garibaldi/da Vinci” di Cesena, gli studenti aderenti al progetto “Cesena Accessibile” promosso in collaborazione con la Rete abilità diverse, presentarono al sindaco Paolo Lucchi i risultati del lavoro svolto al fine di rilevare e proporre soluzioni per l’abbattimento delle barriere architettoniche in alcune zone cittadine di pubblica viabilità.
Oggi, a distanza di pochi mesi gli stessi studenti, supportati dal preside dell’Istituto Camillo Giorgi e da figure tecniche di rilievo come Sara Valerio, psicologa, Livio Ceccarelli, presidente dell’Associazione paraplegici, e dagli architetti Carlo Verona e Lucia Brasini, hanno dato avvio alla seconda edizione del progetto socio-culturale “Cesena accessibile”, che si articolerà in diversi appuntamenti distribuiti nei prossimi tre mesi al centro dei quali sarà posto il concetto di “inclusione sociale”. Il 21 aprile, infatti, i ragazzi mediante una conferenza stampa presenteranno alla cittadinanza e al Comune il progetto.
Particolare importanza assumeranno le uscite di rilevamento con tre diversi tipi di percorso-indagine. Gli studenti minuti di carrozzine, deambulatori e occhiali specifici per ipovedenti si immedesimeranno nelle persone con disabilità per capire cosa migliorare nei percorsi pedonali cittadini. Tre le aree che in questa seconda edizione saranno prese in esame: il plesso scolastico dell’Istituto tecnico Geometri, il quartiere popolare Ina-casa “La Fiorita” e la Stazione ferroviaria che, come ha spiegato Carlo Verona, l’architetto che seguirà il progetto, “rappresenta un elemento positivo in quanto essa assieme ad altre stazioni della linea Bologna-Ancona è stata oggetto di interventi in materia”.
“Quando lo scorso anno ci arrivò questa proposta – ha spiegato il preside Giorgi – abbiamo accettato con entusiasmo perché il problema principale della scuola è motivare affinché i nostri ragazzi capiscano ciò che si studia tra i banchi di scuola. Piuttosto che iniziare dalle normative a loro è stato chiesto di scendere in campo prendendo una carrozzina o un deambulatore per comprende in prima persona quali sono le difficoltà. Lo scorso anno sono stati individuati dei punti critici e sono state consegnate al sindaco e all’assessore ai Lavori Pubblici Maura Miserocchi alcune proposte per le quali l’Amministrazione comunale ha riservato ben 150 mila euro. Per questo nuovo anno sono stati individuati altri percorsi sui quali si farà la stessa cosa”.
Architetto Verona, come seguiranno questi mesi?
Oggi siamo qui per dare vita a un incontro conoscitivo per capire cosa vogliamo fare assieme e per studiare assieme il programma che ci coinvolgerà. Nei prossimi appuntamenti si entrerà nel dettaglio fino ad arrivare ai primi rilievi e alla presentazione del progetto conclusivo.
Perché è importante parlare di accessibilità?
Perché essa fondamentalmente è sì un problema tecnico, ma soprattutto di cultura. Dobbiamo acquisire una cultura progettuale che ci porti a far sì che tanti errori non si ripetano più nel 2018. In Italia c’è una legislazione che risale alla legge 13 del 1989, ma ancora le barriere architettoniche rappresentano un problema per molti. ‘Non si può pensare a un’architettura senza pensare alla gente’, diceva Richard Rogers, ma questo spesso non avviene.
Oggi si è parlato di “ergonomia” e di “design for all”. Quale la differenza?
Ergonomia è un termine nato dalla somma di due nomi greci: ‘Ergon’ e ‘Nomos’, ‘lavoro’ e ‘legge’. Nello specifico si tratta di una disciplina legata alla progettazione di postazioni e strumenti di lavoro. Noi però non parleremo di ergonomia perché si ricollega al concetto di standard. Noi vogliamo cercare di applicare i concetti del ‘design for all’ che si rivolgono a tutte le persone e che hanno una propria filosofia: basso sforzo fisico, uguaglianza, flessibilità, dimensioni e spazio per l’avvicinamento e l’uso, semplicità nell’utilizzo.
Quali gli obiettivi che gli studenti dovranno raggiungere?
Calarsi nella persona che vive certe difficoltà: questo può essere possibile grazie alla collaborazione dell’Asl che ha fornito strumenti e apparecchi come carrozzine, deambulatori e occhiali appositi tanto da avere la percezione che ha un ipovedente per strada. Praticare per strada i rilevamenti. Realizzare progetti di gruppo e alla cui base ci sia la condivisione. E adattarsi a un linguaggio apposito spesso assente nello stesso quadro normativo nazionale. Pensiamo alla legge 118 del 30 marzo 1971 che parla di ‘mutilati, invalidi civili e menomati’. Termini sconvenienti che introducono un concetto sbagliato. Il linguaggio cambia con la legge 13 del 1989 la quale riguardava solo gli edifici pubblici. Nel 1992, ancora, si parla di ‘handicappato’. Si deve arrivare al 2001 per trovare il termine ‘disabile’. Non è però tutto perché nel 2006 con la Convenzione delle Nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità si parla finalmente di ‘persona con disabilità’: la prima definizione decente perché innanzitutto al centro ci sono le persone.
Nel novembre scorso l’assessore ai Lavori Pubblici Maura Miserocchi accogliendo una delegazione degli studenti che hanno lavorato alla prima edizione dell’iniziativa ha definito l’attività svolta da questi ragazzi nei termini di “un significativo contributo per migliorare l’architettura urbana, rendendola inclusiva e quindi accessibile a tutti senza alcun tipo di barriera”. “Il rilevamento delle barriere architettoniche presenti in città e la proposta di soluzioni per il loro superamento – hanno detto nella stessa occasione gli amministratori – ha rappresentato prima di tutto un importante apprendimento teorico per i ragazzi ma soprattutto una conoscenza concreta del territorio. Questo percorso li ha resi partecipi e propositivi nel progettare gli spazi pubblici, contribuendo a rendere inclusiva la nostra città. Su questo tema il Comune di Cesena è impegnato da tempo, avvalendosi anche del fondamentale apporto del Tavolo delle disabilità, di cui fanno parte rappresentanti delle principali associazioni di questo ambito: gli interventi che ogni anno programmiamo per l’abbattimento delle barriere architettoniche vengono individuati proprio a seguito del confronto con il Tavolo. In questo quadro, ci serviremo anche del lavoro svolto dagli studenti del “Da Vinci”. E infatti, durante l’incontro, abbiamo annunciato che l’Amministrazione ha intenzione di fare propri alcuni dei progetti proposti dagli studenti e, quindi, di realizzarli”.
Di seguito, la fotogallery della presentazione a cura di Sandra e Urbano fotografi, Cesena