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Cesena-Imolese, troppo soporifera per essere reale
C’è poco da dire. Anzi, pochissimo. La partita del Cesena contro l’Imolese sarebbe stata apprezzata solo dagli anestesisti di un ospedale: senza idee, senza spunti, troppo soporifera per essere reale. In campo e sugli spalti: appena duemila biglietti staccati, nonostante lo sciopero del tifo, segnalano una crisi depressiva da tempi bui mai vista a Cesena.
Se a Lucca alla fin fine era andata bene (e infatti mister Viali ha confermato per intero la formazione) contro l’Imolese si doveva (e poteva?) fare qualcosa di più. È vero: gli ottimisti trattano e discutono di un Cesena che si è dimostrato ordinato, con una manovra certamente e leggermente più fluida rispetto alle prime partite. Purtroppo però gli ultimi venticinque metri, ancora una volta, si sono dimostrati un terreno impervio per i bianconeri: elettroencefalogramma piatto per i due centravanti e anche per Ardizzone, chiamato ad ispirare le due bocche da fuoco.
L’imolese resta ben chiusa e riparte, sempre con accortezza, solo in contropiede. E una squadra così non la metti al tappeto svolgendo il compitino facile-facile. Addirittura negli ultimi venti minuti i bianconeri hanno avuto addirittura il vantaggio di un uomo in più (espulsione ingenua di Vona per doppia ammonizione), ma quando le idee sono poche non c’è santo che tenga e tutto è filato via liscio come le strade d’agosto, quando anche le mosche vagano quiete in cerca dell’ombra.
Resta un pareggio a reti bianche, sconsolato e scialbo, che ha incupito i pensieri di molti patiti del Cavalluccio: ma se non si riesce a ben figurare neppure contro una pericolante in inferiorità numerica, che ne sarà del Cesena?