Cesenatico. Inaugurata la Stanza rosa, prima accoglienza delle vittime di violenza

Da gennaio a novembre 407 persone denunciate, 18 arresti

Inaugurata a Cesenatico la stanza rosa, luogo protetto allestito nella Caserma dei Carabinieri, dove una vittima può denunciare la violenza subita. I dati del territorio di Forlì-Cesena forniti dall’Arma mostrano un aumento importante del fenomeno che dall’1 gennaio al 15 novembre 2024 ha visto 495 interventi delle forze dell’ordine.

I dati sono in aumento, una violenza ogni giorno e mezzo

I dati sono aumentati. Solo nella provincia di Forlì-Cesena dall’1 gennaio al 15 novembre 2024 i Carabinieri hanno effettuato 495 operazioni relative a episodi di violenza di genere, tra interventi di iniziativa, chiamate al 112 o ricezione diretta di denunce; hanno perseguito 441 reati, con 15 persone arrestate in flagranza di reato e 407 denunciate in stato di libertà. Sono state inoltre eseguite 92 misure cautelari di cui 18 arresti, in carcere o ai domiciliari.

È come se – nel periodo monitorato – ci fosse stato un episodio di violenza ogni giorno e mezzo. Un numero importante, reso noto stamane, 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, a Cesenatico, presso la Caserma dei Carabinieri, dove è stata inaugurata la stanza rosa.

L’importanza di denunciare

“Sono numeri importanti che stanno a indicare che il fenomeno purtroppo c’è, nonostante le campagne di informazione che si stanno moltiplicando, è importante. Anche la nostra azione di contrasto è importante, cerchiamo di fare il nostro meglio per intervenire tempestivamente e chiediamo anche ai cittadini che vengono a conoscenza di casi, di denunciare, invitiamo le donne vittime a non restare in silenzio, a trovare il coraggio di venire da noi perché troveranno una risposta dello Stato e troveranno le migliori condizioni per venire supportate e aiutate”.

Con queste parole  il colonnelo Samuele Sighinolfi, comandante provinciale dei Carabinieri ha presentato il taglio del nastro di oggi, evento che non ha niente di cerimonioso ma anzi attesta una consapevolezza, come hanno confermato i presenti, tra i quali il prefetto Rinaldo Argentieri, Massimiliano Iori, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Cesenatico, Federica Messina, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Forlì e Matteo Gozzoli sindaco di Cesenatico.

La stanza rosa è un luogo protetto dove una vittima può denunciare la violenza subita. Un ambiente che nel contesto del Comando Provinciale Carabinieri di Forlì trova analogia nella “Stanza tutta per se”, inaugurata nel giugno 2021 presso a Meldola, che verrà utilizzato per l’audizione delle donne e soggetti fragili che denunciano atti persecutori, maltrattamenti, stalking e ogni altro atto violento.

Un momento lacerante che può trovare aiuto nello Stato

“Tra tutti i tavoli che facciamo in Prefettura sulla sinergia tra le istituzioni sul tema della violenza di genere, mi sono sempre chiesto come avviene la denuncia – ha detto il prefetto Argentieri –. Noi invitiamo a denunciare, ma quello è un momento drammatico e lacerante nella vita della vittima, un passaggio difficile in cui si mette in discussione una vita in cui si sono vissuti una serie di rapporti familiari consolidati, nei quali si credeva. Quindi un fatto molto lacerante. Chi ha il coraggio di farlo deve essere messo in condizioni di viverlo con la minore sofferenza possibile e con delle prospettive di protezione, assistenza e aiuto anche economico. Confesso l’emozione nel vedere realizzato qui quell’ambiente che mi prefiguravo”.

“In questi anni nell’Arma – ha aggiunto Rinaldo Argentieri – ho visto crescere la consapevolezza e la capacità di risposta a questo grave fenomeno. È aumentata la sensibilità e la capacità tecnica ma anche empatica degli operatori. E l’ambiente è quello che favorisce l’espressione di chi è vittima di reati così brutti, insieme al fattore umano, in questi contesti fondamentale. Non potevamo celebrare meglio la Giornata di oggi, con una testimonianza concreta”-

Sono sette le figure specializzate nel contesto di Forlì- Cesena che si occupano di volenza di genere, due marescialli del Nucleo investigativo di Forlì e altre cinque, marescialli e brigadieri, nelle Compagnie Carabinieri della provincia – addestrate per sostenere le vittime nel loro percorso di denuncia nonché supportare tutte le Stazioni Carabinieri del territorio.

La stanza rosa

Pareti verdi, arredamento accogliente (realizzato in collaborazione con Ikea), angolo per eventuali bambini a seguito della donna, luce studiata, accesso dal retro della caserma, protetto rispetto ai percorsi del personale in servizio in caserma.  La stanza rosa rappresenta una normalità che la vittima di una violenza ha perso ma che forse potrà recuperare un giorno e rappresenta anche il luogo dove in qualche modo tutto ha inizio.

La rete per accompagnare le vittime

“In questo luogo – ha detto la viceprocuratrice Federica Messina – inizia il lavoro di noi magistrati. Dalle parole di chi denuncia. Ci rendiamo conto di come le dichiarazioni di della persona offesa siano fondamentali per dare il via all’attività investigativa e alle indagini. Quindi consentire un ambiente agevole in cui le dichiarazioni vengono rese, anche alla presenza di psicologi, è un atto importantissimo per strutturare la notizia di reato. È anche vero che il momento in cui una persona offesa viene sentita dai Carabinieri e dai magistrati non è il momento iniziale del fenomeno di violenza e questa interazione tra più istituzioni deve partire a monte, per esempio a scuola, con l’educazione all’affettività. Mettere insieme nei tavoli interistituzionali tanti soggetti, dalle associazioni ai centri antiviolenza alle forze dell’ordine permette di conoscere questo fenomeno dai diversi punti di vista, perché sia efficace il lavoro di tutti”. “Questa sinergia – ha sottolineato la vice procuratrice – è necessaria non solo all’inizio ma deve accompagnare le persone offese anche durante tutto il procedimento fino all’eventuale processo perché, lo vediamo nel nostro lavoro quotidiano, una cosa è una fase iniziale, dove il coinvolgimento emotivo è forte. Ma nel tempo, anche se c’è celerità di intervento da parte nostra, se la persona non viene adeguatamente supportata e guidata, il rischio è che ci siano ritrattazioni o remissioni di querela anche rispetto a fatti che meritano comunque di andare a denuncia. Ecco, il lavoro di tutti deve sempre riguardare la fase prodromica, il mentre e il post. Sono esperienze che spesso vedono travolti anche i minori, e che coinvolgono moltissimo tutti gli operatori, chiedono un costante approfondimento da parte di tutti. Penso anche alla parte relativa agli uomini maltrattanti, con l’attivazione di tutti i corsi previsti dal codice penale. Anche questo come tutti gli aspetti deve essere curato, per avere una risposta sociale con un senso”.

Ha concluso il sindaco Matteo Gozzoli: “Questa è una giornata importante e non solo perché inauguriamo la Stanza rosa. I numeri che il colonnello ci ha raccontato solo per il nostro territorio sono drammatici, È importante e fondamentale l’attività di indagine di forze dell’ordine e magistratura, tutti insieme alzare il livello di prevenzione, a partire da scuole e famiglie”.