Valle Savio
Cicloturismo: il più bello d’Europa si può fare in Valsavio
Un giro in bicicletta di 160/180 chilometri, attraverso i sei comuni della Valle del Savio, Bagno di Romagna, Cesena, Mercato Saraceno, Montiano, Sarsina e Verghereto, corredato di fontane per bere, punti di riparazione per la bici, colonnine per la ricarica delle e-bike, ristorazione bikefriendly.È una delle novità del progetto Valle Savio Bike Hub, finanziato dalla Regione con 44 mila euro per potenziare in vallata l’offerta turistica sulle due ruote. Dentro però ci sta tanto altro.
IL FUTURO NEL CICLOTURISMOIl Sole 24 ore scrive che secondo la European Tourism Commission, il 60 per cento degli europei sta già programmando la prossima vacanza su due ruote. Nel 2019 il cicloturismo ha generato quasi 55 milioni di pernottamenti, pari al 6,1 per cento di quelli complessivamente registrati in Italia, il 63 per cento del movimento cicloturistico è composto da viaggiatori internazionali e l’Emilia-Romagna è al terzo posto come provenienza del cicloturismo dopo Veneto e Lombardia, al secondo posto invece come destinazione di cicloturisti italiani e al quarto posto come destinazione di turisti stranieri. Ce n’è abbastanza per decidere di investire.
A CASA COME IN VACANZA “Con la pandemia – spiega Silvia Livoni, esperta di marketing territoriale che lavora sul progetto Vallesavio Bike Hub per l’Unione dei Comuni della Valle Savio insieme a uno staff del Comune di Cesena – è tornato in voga lo staycation”. Un neologismo da stay e vacation, altrimenti definibile “turismo di prossimità”. In questa modalità di “vacanza casalinga” la bicicletta pare sia la migliore interprete. “Abbiamo capito il valore del turismo su due ruote, che permette di stare all’aria aperta, con distanza di sicurezza naturale – spiega Silvia Livoni -. Quando siamo in bicicletta, ci sentiamo in vacanza anche a casa e apprezziamo il borgo o la chiesa che abbiamo sempre avuto dietro l’angolo e mai guardato davvero”.
TUTTI BIKEFRIENDLYIl progetto Valle Savio bike hub prevede altri percorsi, mappati da Atlantide, che si dirameranno ’a margherita’, ovvero per chi, partendo dallo stesso luogo, vorrà esplorare destinazioni diverse della Valle del Savio. Da Cesena anche due percorsi legati all’alfabetizzazione della bicicletta con Ceas Cesena, Centro di educazione alla sostenibilità. Un’altra parte del progetto è rivolto ad alberghi e strutture di accoglienza ma anche ristoranti, aziende agricole e vinicole, bar perché si attrezzino in versione bike economy. Spiega l’assessore Francesca Lucchi: “Workshop e webinar metteranno in condivisione un disciplinare sulla carta dei servizi, sia in chiave bikefriendly che in rispetto alle linee guida dell’agenda 2030”. Allo studio anche il censimento delle strutture e il decalogo dei servizi cicloturistici. Avere un deposito sicuro per la bici, un’attrezzeria per la manutenzione e la pulizia, offrire una colazione rinforzata, informazioni specifiche su guide, punti noleggio e ristoro. E – ultimo ma non ultimo – saper comunicare i servizi. Questi i must per un operatore turistico bikefriendly.“Il cicloturista è un cliente d’oro – spiega ancora Livoni – lascia molto sul territorio, consuma, va al ristorante in cerca di specialità”. Gli esempi di hotel bikefriendly in Romagna a dire il vero si sprecano. Eppure il lavoro da fare è ancora tanto.
C’È ANCORA TANTO DA FARE“Sicuramente c’è una riscoperta del turismo slow- spiega Loriana Massi, dell’Hotel Miramonti di Bagno di Romagna -. Noi da più di dieci anni proponiamo un bike tour ’Mare e monti’ che consente ai nostri clienti di fare qualche giorno in collina e qualche giorno al mare dove abbiamo attrezzato per i bikers il nostro Grand Hotel da Vinci. Soffriamo lo scollegamento dei percorsi tra un territorio e l’altro, mai pensati in continuità se non ultimamente con l’Alta via dei parchi”.
Aggiunge Maria Cristina Merloni, guida cicloturistica e titolare del sito Digibike: “Quello di iniziative scollegate e prive di una cabina di regia è il problema principale nella nostra Regione tranne per Ferrara dove il collegamento tra le piste ciclabili rende attraente anche la pianura, di per sé ’povera’. La Valle del Savio invece dal punto di vista naturalistico offre moltissimo. Lo si può apprezzare percorrendolo sulla vecchia statale, a bassissimo traffico, per non dire degli spettacolari percorsi del Parco delle foreste casentinesi, con i suoi 800 km di sentieri, un tesoro unico in Europa”.