Cesena
Comune riorganizzato e un “quasi dirigente” per la Malatestiana
Presentata oggi in conferenza stampa, dal sindaco Enzo Lattuca e dalla dirigente Stefania Tagliabue, la riorganizzazione delle aree del Comune di Cesena. Una macchina complessa, con oltre 500 dipendenti a tempo indeterminato, cui vanno aggiunti precari e personale distaccato all’Unione dei Comuni.
I numeri dei dipendenti
Sindaco e dirigente (la Tagliabue segue il Settore Personale e Organizzazione tanto per il Comune di Cesena quanto per l’Unione Valle del Savio) sono partiti dai numeri della forza lavoro comunale in servizio oggi: 508 unità con contratto a tempo indeterminato, cui si sommano 11 dirigenti e 38 dipendenti a tempo determinato (inclusi 26 supplenti scolastici).
Tra i dipendenti fissi, molti lavorano sul territorio: 69 sono agenti di Polizia municipale, 35 sono impiegati nei nidi, 40 nelle scuole materne, 26 come “bidelli” e 26 come cuochi scolastici.
“In questo palazzo lavorano circa 300 persone – ha spiegato Lattuca – altri 200 sono impiegati altrove”.
Ci sono poi 115 dipendenti dell’Unione comuni Valle Savio, 65 dei quali trasferiti dal Comune di Cesena: “Svolgono i loro compiti per tutti i Comuni, senza steccati” ha spiegato la Tagliabue.
L’età media sta scendendo per effetto dei pensionamenti in atto (anche se Quota 100 non ha impattato più di tanto sul Comune, a differenze di realtà vicine come Rimini) e i nuovi assunti entrano in servizio “con entusiasmo – ribadisce il sindaco –. È aumentato del 2 per cento il numero di laureati assunti, oggi il 27 per cento della forza lavoro, e il 90 per cento dei dipendenti segue annualmente corsi di formazione continua.
Le figure apicali vedono un 45 per cento di donne (il sesso femminile è pari al 55 per cento di tutti i dipendenti) e i precari sono in diminuzione, all’8,78 per cento.
Il rapporto tra numero di abitanti e dipendenti, rispetto a Comuni simili, vede un dipendente ogni 171 abitanti contro una media di uno a 141 di altre realtà.
Novità nelle aree
La riorganizzazione delle aree ricalca quella delle deleghe conferite agli assessori: “L’organizzazione è cambiata confrontandoci sulle linee di mandato del sindaco – ha spiegato la Tagliabue – cercando le competenze necessarie, all’interno o sul mercato del lavoro, e tenendo conto dei pensionamenti. Come Comune risultiamo molto attrattivi, abbiamo sempre numerose candidature. Agli aspiranti dipendenti non chiediamo solo competenze tecniche, ma anche attitudini e capacità trasversali. Servono abilità di gestione, capacità di problem solving, attitudine al lavoro in squadra, motivazione nel servizio al cittadino e gestione degli utenti”.
Tra le novità spicca l’istituzione del Settore sviluppo economico (concentrando servizi che oggi si trovano altrove) il quale, in collaborazione con lo Sportello unico delle attività produttive, avrà un dirigente che seguirà le imprese non solo dal punto di vista autorizzativo, la burocrazia mal tollerata dalle imprese, ma anche per politiche di programmazione e sviluppo dal punto di vista economico.
“Questa novità sarà possibile – ha spiegato il sindaco – dato che dal primo marzo, con il pensionamento di Natalino Borghetti – accorperemo il settore infrastrutture a quello dei lavori pubblici. La mobilità, invece, lascerà quel settore per approdare alla Tutela dell’ambiente e del territorio, replicando le deleghe dell’assessorato omonimo”.
Al settore Biblioteca Malatestiana e Cultura si toglie il turismo, che va allo Sviluppo economico e, in futuro, sarà gestito a livello dell’Unione dei Comuni (anche qui seguendo le deleghe dell’assessore Ferrini).
Novità di rilievo alla Malatestiana che avrà un direttore scientifico “quasi dirigente”: “Sarà sottoposto al dirigente – ha puntualizzato Lattuca – ma con competenze superiori a quelle di un semplice direttore, tanto che individueremo questa figura con una selezione analoga a quella dei dirigenti. Dopo di che riavvieremo la selezione per la posizione di responsabile del Servizio Biblioteca Antica e fondi storici e fotografici, oggi vacante”.
Il settore Scuola e Sport perderà la parte su partecipazione e Quartieri, spostata nell’area di staff. Quest’ultima oggi impiega meno del 20 per cento del personale.
Pionieri del lavoro agile
Cesena è una delle primissime realtà ad aver sperimentato (per sei mesi, grazie ad un provvedimento dell’allora ministro Madia) lo Smart working. Si tratta della possibilità, per particolari figure che lavorano non a contatto con il pubblico, di esercitare la propria attività ovunque: “Non si tratta di telelavoro – ha spiegato la Tagliabue – ma della possibilità di gestire pratiche al di fuori dall’ufficio, per qualche giorno la settimana, concentrandosi sugli obiettivi da raggiungere piuttosto che sull’orario. Siamo partiti con sei persone riscontrando un aumento di produttività”.
Il 24 ottobre il Comune illustrerà questa esperienza a Bologna alla prima Giornata del Lavoro Agile, organizzata dalla Regione, Comune di Bologna e Città metropolitana.