Comunione e Liberazione saluta il vescovo Douglas

In tanti all'appuntamento che si è tenuto ieri all'Osservanza

Tutti i sacerdoti all'altare con monsignor Regattieri (foto: Pier Giorgio Marini)

Comunione e Liberazione saluta monsignor Douglas Regattieri, al termine del suo servizio come vescovo della diocesi di Cesena-Sarsina.

Chiesa dell’Osservanza gremita

Tanti i presenti alla Messa di commiato con la Comunità che è stata celebrata ieri sera nella chiesa dell’Osservanza. Diversi i sacerdoti all’altare con il presule: don Gian Piero Casadei, don Maurizio Macini, don Mirco Bianchi, don Silvano Ridolfi, don Onerio Manduca e don Stefano Pasolini.

Chiesa dell’Osservanza gremita (foto: PG Marini)

Al termine della celebrazione, festa nei locali parrocchiali dell’Osservanza, dove monsignor Regattieri si è unito al canto di “Romagna mia”.

Un momento di festa nei locali dell’Osservanza (foto: PG Marini)

Diversi i saluti e i ricordi letti nell’occasione. Qui sotto le parole rivolte al vescovo Douglas da parte di Paolo Chierici, responsabile diocesano della fraternità di Comunione e liberazione

Grati per la paternità paziente

Le siamo grati, Eccellenza, per aver guidato in questi anni non facili l’imbarcazione della nostra diocesi e, in modo particolare, per la paternità paziente che ha sempre espresso nei confronti del nostro movimento.

In questi anni abbiamo sempre avvertito il suo accompagnamento affettuoso alla nostra storia generata da un carisma che ci ha educato a prendere sul serio l’avvenimento di Cristo presente nella storia attraverso la Chiesa e per questo a prendere sul serio l’uomo e la grandezza delle aspirazioni del suo cuore.

La sua amicizia ci ha confortati

La sua amicizia, che ci ha confortato nel nostro cammino, confidiamo permanga negli anni che verranno. Nella preghiera che accompagnerà le sue giornate non si dimentichi di noi. Noi pregheremo per lei. Grazie di cuore.


Riportiamo di seguito l’intervento di Massimo Bassi, responsabile di CL per numerosi anni, fino al passaggio delle consegne a Paolo Chierici, lo scorso anno.

Abbiamo imparato ad amare Gesù e la Chiesa

Eccellenza, la volevo salutare e ringraziare per questi anni vissuti assieme, per il cammino fatto insieme. Ho imparato e abbiamo imparato (come movimento di CL) a seguire e amare Gesù e la sua Chiesa.
Non posso non riconoscere che sono cresciuto nella fede attraverso i confronti vicendevoli, mettendo a tema la nostra esperienza (personale e del movimento) condividendo anche le fatiche (che lei spesso ha ricordato in questi giorni riorganizzazione della Diocesi, la crisi della fede, la fuga del post catechismo ecc). Confronti che avvenivano nei vari luoghi istituzionali come il Consiglio pastorale diocesano e le Aggregazioni  laicali. In questa condivisione ho imparato da esperienze diverse dalla nostra e ho imparato come lei stava di fronte alla bellezza della diversità e di come ci fosse bisogno di sensibilità diverse all’interno della Chiesa.

Spero di averla aiutata

Al consiglio pastorale lei, come un allenatore, chiedeva sempre a ognuno contributi, di volta in volta, per aiutarla nella creazione delle linee pastorali e in questo spero di averla aiutata.
I Consigli pastorali erano spesso, se non sempre, di domenica pomeriggio. I miei figli, in particolare i maschi, mi dicevano: dai, babbo, oggi andiamo allo stadio o guardiamo la partita assieme. E io: “Non riesco, oggi devo andare con il vescovo Douglas”. E i miei figli  (quando erano piccolini o per prendermi in giro) “ma dai babbo lo sappiamo che vai a giocare a calcetto e Douglas, il tuo amico, dove gioca?”. Ma no ragazzi, è il vescovo, quello che viene a salutarvi all’asilo o a scuola. E loro: quello vestito di nero farà l’arbitro. E io, stando allo scherzo, dicevo: ma non è detto. Se manca il portiere gioca anche in porta.

Come un arbitro ha diretto la partita e come un portiere ha difeso la porta. Da lì iniziava l’azione

Continuando su questa battuta diciamo così: come un “arbitro” lei ha diretto la partita, così come un “portiere” lei ha difeso la porta e come un “portiere” lei iniziava a costruire l’azione della sua squadra, la Chiesa. In questo modo ci ha espresso una paternità. In questo mi ha sempre colpito. Ricordo con affetto la sua paternità partecipando ai vari momenti della vita del movimento, dalle Messe per don Giussani e la fraternità alle Messe per i nostri amici come don Ezio ma anche le visite durante l’estate, dalla Val di Sole ci veniva a trovare per condividere una giornata del campo estivo così come le giornate al meeting e cosi tanti altri momenti.

Ridestare il senso di Dio. In questo ha fatto gol

Concludo riprendendo una cosa che mi ha colpito e che ci ha detto alcuni giorni fa alla cena dopo la messa per don Giussani e la fraternità di quest’anno. Ci diceva che in noi (inteso come movimento di CL) ha sempre riconosciuto il tentativo di calare la fede nella vita nei vari ambiti (scuola, lavoro…). Ci diceva che una delle prime preoccupazioni che le avevano espresso prima di venire a Cesena come vescovo era questa: “Mi avevano detto che eravate chiusi. Poi ho visto che non è vero”. Spero di averla aiutata a vincere questo preconcetto.  Sempre in questa cena ci diceva, e per questo la ringrazio a nome mio e del movimento, che una delle sue preoccupazioni (l’ho trovata in diversi suoi interventi), ovvero la prima grande “partita” da giocare è quella di fare riemergere nelle persone la domanda e il desiderio di Dio. E che noi siamo chiamati a far rinascere e ridestare il senso di Dio!! 
Su questo penso sia riuscito: ha fatto gol. Grazie, eccellenza.


Di seguito il saluto di Ombretta Sternini, già preside delle scuole del Sacro cuore.

Un arrivederci

Eccellenza carissima, in questo saluto, che è anche un arrivederci, vorremmo ringraziarla per tutto l’affetto e la condivisione che in questi anni ha manifestato nei confronti delle opere nate dalla nostra storia, piccole o grandi che fossero.

Sempre presente ai nostri gesti

Da quel 2010 in cui ha preso il timone di questa diocesi, rispondendo con umiltà alla chiamata del Papa, in quanti momenti abbiamo avuto la gioia di vederla vicina ai nostri gesti. Quanti incontri lo hanno visto presente, quante celebrazioni sono state da lei presiedute come segno di una partecipazione attiva ai nostri tentativi di presenza in città.

Ma in modo particolare, siamo rimasti colpiti dalla sua attenzione alla nostra preoccupazione per una presenza educativa efficace attraverso le nostre scuole. Non solo ha accompagnato il Sacro Cuore nei frangenti di difficoltà, ma soprattutto si è fatto una presenza viva negli incontri con i nostri bambini e i nostri ragazzi. Ci sono stati i presepi viventi, i recital delle Medie, le Vie Crucis, ma in questo momento mi piace ricordare particolarmente  la modalità con cui tante volte, in occasione della visita quaresimale, si è avvicinato alla ingenua festosità con cui lo accoglievano i bambini della scuola dell’infanzia, a testimonianza della sua paterna umanità.

L’età della meditazione e della preghiera

Prima di concludere, riconfermando la nostra gratitudine, mi permetta una osservazione personale. La modalità con cui si affaccia a questa nuova stagione della sua vita ci h colpito ed è di particolare edificazione per me, che in questi mesi mi sono congedata sia dalla scuola che da mio marito, e per tutti quelli fra noi che condividono questa che è soprattutto l’età della meditazione e della preghiera.

Con le parole che lei ha rivolto alla Madonna del Monte chiediamo dunque:

Donaci giorni di pace, Veglia sul nostro cammino, fa’ che vediamo il tuo Figlio, pieni di gioia nel cielo“.