Confindustria Romagna: “Imprese ripartite anche senza ristori”

“Dopo l’alluvione, le industrie romagnole stanno ripartendo senza alcun ristoro dal Governo”. Lo ha detto Roberto Bozzi, presidente di Confindustria Romagna, questa mattina, nel corso di una conferenza stampa di aggiornamento a cinque mesi dall’alluvione, nell’ambito di Romagna Business Matching, manifestazione in corso a Cesena Fiera.

La ricognizione è stata effettuata nella prima decade di ottobre dal Centro studi dell’associazione in una cinquantina di attività rappresentative della manifattura e dei servizi, indicativamente il 40 per cento di quelle colpite dagli eventi alluvionali del maggio scorso.

“Nei giorni appena successivi all’alluvione – ha rilevato Bozzi – abbiamo riscontrato una grandissima solidarietà fra le imprese. Nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna le aziende associate danneggiate sono state 120 per circa 200 milioni di euro di danni. Le zone più colpite sono quelle fra Cesena e Forlì e di Conselice. Ci conforta che, delle aziende intervistate, solo l’11 per cento afferma che deve ancora ripartire. Tuttavia, l’83 per cento dice che non ha ancora ricevuto nessun tipo di ristoro, mentre il 17 per cento ha ottenuto dei risarcimenti facendo ricorso ad assicurazioni e tramite gli enti camerali. Confindustria Romagna si è dimostrata il perno centrale per allocare le risorse che le aziende associate avevano bisogno per ripartire”.

Fra gli altri dati trasmessi alla stampa, il 58 per cento è riuscito a mantenere intatta la catena di fornitura mentre il 42 per cento si è dovuto affidare a nuovi fornitori, confermando una sentita preoccupazione per le filiere locali. Per quanto riguarda i clienti, l’83 per cento del campione ha dichiarato di non averne ricercati di nuovi. L’80 per cento conferma poi che intende mantenere i programmi di investimenti previsti. Il 92 per cento dei rispondenti ha mantenuto gli stessi livelli occupazionali, mentre l’11 per cento prevede di accedere alla cassa integrazione.

In particolare, a essere più in affanno risultano le aziende della montagna e dell’alta collina, con problemi consistenti legati alla logistica e alla viabilità. “Si deve fare tutto il possibile – ha detto il presidenti Bozzi – per evitare la desertificazione di queste zone”. 

“Il territorio e le imprese romagnole hanno dato prova della loro forza di riuscire a fare da sé – ha commentato il presidente di Piccola Industria e vicepresidente di Confindustria nazionale Giovanni Baroni -. Tuttavia, non possiamo lasciarle sole. Vanno sostenute sia nella ripartenza post emergenza sia stimolando una cultura della prevenzione a tutto tondo perché si facciano trovare pronte di fronte a future catastrofi”. Il riferimento è a “premialità di tipo automatico per le aziende che investono in prevenzione, incentivi da parte del sistema assicurativo e una maggiore valorizzazione da parte del sistema bancario nella valutazione del merito di credito degli investimenti in prevenzione. Dobbiamo costruire una rete salda tra pubblico e privato in grado di preservare la popolazione e le attività produttive“.