Conte: ecco i risultati del governo giallo-verde. E conferma i tagli all’editoria

È il governo del cambiamento. Giuseppe Conte ne è convinto e lo ha ribadito nel corso della conferenza stampa di fine anno svoltasi ieri a Roma. Il premier, rispondendo alle domande dei giornalisti parlamentari, ha elencato una serie di provvedimenti attuati, o in fase di progettazione, che a suo avviso “rivolteranno il Paese come un calzino”. Conte ha parlato di “un’esperienza di governo assolutamente innovativa”, quella a guida Lega-5 Stelle, che ha prodotto un “significativo mutamento di passo” nella politica italiana.

“Non siamo il governo delle lobby”. Dopo le elezioni del 4 marzo scorso si è formato, ha spiegato Conte, l’esecutivo che fonda il suo operato su un “contratto di governo che ora stiamo progressivamente realizzando, con coerenza, tra impegni assunti e azioni” conseguenti. “Stiamo contribuendo a ridurre la frattura tra classi politiche e cittadini”, ha sottolineato il presidente del Consiglio; “non siamo il governo delle lobby e dei comitati d’affari”. Lungo l’elenco degli argomenti affrontati: aumento pressione fiscale (“che non graverà sui cittadini”), Tav, Tap e infrastrutture; investimenti per la crescita economica; violenza e sicurezza negli stadi (“personalmente sarei per un segnale forte”, interrompendo il campionato); interventi a favore del meridione; aumento dell’Iva; legge sulla legittima difesa. Inoltre: reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni, obiettivi sui quali starebbero lavorando i ministri. Sottotraccia, invece, flat tax e questione migrazioni.

Un esecutivo che funziona. “Non ho consentito che in Europa – ha dichiarato Conte – mettessero in discussione i punti qualificanti della nostra manovra finanziaria” e “devo dare atto a loro di non aver mai valutato nel merito le nostre proposte”. L’interlocuzione “con la Commissione europea ha riguardato i saldi finali, mai le misure contenute nella manovra”. Conte ha “rivendicato la natura populista di questo governo”, ribadendo la vicinanza dell’esecutivo alle attese dei cittadini. “Questa esperienza di governo funziona e continuerà a farlo perché si regge su un amalgama perfettamente riuscito del giallo e del verde”, alludendo ai colori simbolo di M5S e Lega. E subito dopo: “Vi do una notizia: durante i numerosi vertici” con i vicepremier Di Maio e Salvini e tra le forze che sostengono il governo “non c’è mai stata una seria litigata o un’articolazione dialettica vivace. Forse siamo anche un po’ noiosi”.

Tagli all’editoria. Fra i nodi particolarmente delicati toccati durante l’incontro con la stampa il “contenimento dei fondi per l’editoria”, ritenuto da Conte “un sacrificio imposto a tutti” anche per “sollecitare le imprese editoriali a stare sul mercato”, ma da non intendersi “come un attentato alla libertà di informazione”. Sullo stesso tema in apertura di conferenza stampa era intervenuto il presidente dell’Ordine del giornalisti, Carlo Verna, citando varie testate (fra cui, a titolo d’esempio, Avvenire e Radio radicale), che farebbero le spese di un simile provvedimento. Verna aveva ribadito il valore costituzionale della libertà di informazione e la “necessità del pluralismo informativo” che sarebbe messo a dura prova dalle decisioni assunte dal governo giallo-verde. “Auspichiamo un ripensamento” del governo, ha affermato Verna, mentre Conte ha ribadito la volontà di tagliare progressivamente i fondi finora disponibili per i mass media. Poi la promessa di un tavolo per dirimere la questione.

Aumento Ires, “un mio errore”. “Quando si commette un errore bisogna ammetterlo” e “assumersene la responsabilità”. Lo ha dichiarato il premier Conte parlando poi dell’aumento dell’Ires per il non profit deciso dal governo e inserito nella manovra finanziaria. Si è trattato, ha detto il premier, di “un tentativo di recuperare fondi” nella “concitazione del rush finale” per far quadrare la manovra. “Ora ho valutato meglio le ricadute di tale decisione” sulla quale il governo – ha promesso il premier – rimedierà già da gennaio. “Non era nostra intenzione penalizzare questo settore” con una particolare “e preziosa rilevanza” sociale.

“Non farò campagna elettorale”. Infine, parlando del suo futuro, Giuseppe Conte ha affermato che l’impegno politico a Palazzo Chigi è “una parentesi meravigliosa che mi rende orgoglioso di realizzare un servizio al Paese”. “Ma è pur sempre un’esperienza limitata ai cinque anni della legislatura. Poi libererò la poltrona”. Quindi un impegno dichiarato a chiare lettere: “non farò campagna elettorale per le europee; continuerò a tempo pieno nel mio ruolo di presidente del Consiglio”.