Coronavirus, don Giorgio Bissoni: “Prego che il virus non si diffonda in Venezuela”

Primi casi – finora un centinaio – e primi decessi accertati per Coronavirus anche in Venezuela, Paese dell’America latina già provato da una grave crisi politica e sociale. Il Governo ha imposto misure di “quarantena sociale” chiedendo a tutte le persone di restare a casa e ha sospeso scuole, attività e riunioni pubbliche. Sospesi dalla Conferenza episcopale venezuelana anche tutti gli “atti liturgici” con il popolo.

“Nella nostra zona non è stata ancora rilevata la presenza del Covid-19”, fa sapere don Giorgio Bissoni, sacerdote fidei donum, originario di Longiano, da molti anni in forza alla parrocchia di San Rafael di Playa Grande a Carupano. “L’area più colpita – dice – è quella attorno alla capitale Caracas. Al momento ci sentiamo abbastanza protetti. Gli esperti affermano che il caldo non favorisce la diffusione del virus e la regione in cui ci troviamo è piuttosto calda”.

“Celebro la Messa ogni giorno – fa sapere il sacerdote, non abituato a starsene con le mani in mano -. Con gli altoparlanti che abbiamo installato sul tetto della chiesa, riusciamo a coprire un raggio di 300 metri. In questo modo raggiungiamo diverse persone, aiutandole a pregare dalle loro case”.

Don Giorgio sta “pensando a come organizzare la Settimana Santa”. “La gente – dice – era abituata ad affluire in massa in chiesa. Quest’anno dovremo invertire il movimento e passare noi sacerdoti fra le strade a benedire il popolo”.

Il sacerdote nei giorni scorsi ha già guidato una processione con la statua del Cristo, “da solo, con i portatori dell’immagine”. Una “processione che si è svolta in tranquillità”, precisa il sacerdote, che rende noto di aver avuto inizialmente qualche grattacapo: “Un paio di settimane fa, sentita la Messa trasmessa dagli altoparlanti e pensando che la chiesa fosse piena di fedeli, durante la celebrazione, sono accorse le guardie. Hanno verificato che la chiesa era vuota e non hanno fatto storie”.

Andiamo avanti con la preghiera – conclude don Giorgio -. Prego che il Coronavirus non si diffonda in Venezuela. La situazione è già molto difficile. La medicina non è all’altezza, mancano i presidi sanitari e gli ospedali non riescono a garantire le condizioni igieniche di base. Se la sanità è sotto pressione in un Paese come l’Italia, non osiamo pensare a quanto potrebbe esserlo in Venezuela. Speriamo di scamparla!”.