Cesena
Coronavirus. Dopo quasi due mesi la guarigione di Sara Casadei: “La ricaduta è stato un impatto fortissimo”
Può gioire e finalmente dire ‘basta’ al Coronavirus. Sara Casadei da martedì è ufficialmente guarita, l’esito del doppio tampone è stato ‘negativo’ e liberatorio. Poco meno di due mesi son trascorsi dal giorno in cui, il 6 marzo scorso, la barista ha accusato i primi sintomi. Un calvario vissuto dalla donna insieme al proprio compagno Mirko e al loro piccolo. Tutti e tre rinchiusi presso la propria abitazione di Cesena.
Come ci si sente dopo un lungo percorso di guarigione passato tra le mura domestiche?
Io e il mio fidanzato siamo stati a casa tanto di quel tempo che ora mi sento impreparata a uscire all’esterno. L’ultima volta, il mondo era normale e noi non abbiamo vissuto niente di quello che tutti gli altri hanno passato. Siamo felicissimi ma consapevoli di essere stati isolati e lontani da ogni cosa aspettando solo di guarire. E’ un aspetto strano.
Riavvolgendo la vicenda, il percorso che ha portato alla guarigione è stato molto lungo.
Lo scorso 6 marzo, tornando dal lavoro, il mio compagno si è ammalato: febbre alta e spossatezza sono stati i primi sintomi. Così debole però io non lo avevo mai visto, di solito è una persona che gode di buona salute. Dopo appena due giorni anche il nostro bambino di sei mesi si è ammalato, con la temperatura che ha toccato 39,5° combinata alla tosse. E’ stato poi il mio turno ad essere contagiata, non sentivo né odori e né sapori, come ha confermato il primo tampone ‘positivo’.
L’impatto emotivo non è stato facile da elaborare.
Siamo stati davvero male, soprattutto psicologicamente, quando abbiamo iniziato a sospettare che fossimo stati contagiati dal Covid-19. In quei giorni, ancora l’Italia non era soggetta al lockdown, eravamo tra i primi malati. Ci siamo fatti coraggio, confidando che tutto sarebbe passato presto. La positività di Mirko mi ha permesso di non farmi sopraffare dall’angoscia del momento. Grandi aiuti ce li hanno dati sia la mia dottoressa di fiducia che il 118. Sono stati tutti disponibili e premurosi, soprattutto nei riguardi del mio bambino.
Oltre a dover combattere con il virus, vi siete occupati del figlioletto.
È stato difficile farlo da ammalati. In alcuni giorni facevo fatica ad alzarmi dal letto a causa dei dolori allo sterno, alla stanchezza, al forte mal di testa e alla febbre. Ho sempre cercato di mantenere la mia routine, fingendo quasi di non essere malata.
Quando il calo del virus?
Dopo 10 giorni i sintomi sono passati quasi per magia. Avevo ‘solo’ i battiti cardiaci accelerati e la spossatezza da smaltire. Una settimana vissuta nell’insegna della normalità e poi…
E poi?
La ricaduta. L’impatto è stato fortissimo, i dolori sono stati peggiori rispetto all’inizio della malattia. Quello è stato il momento più difficile da superare. Era trascorso un mese ma eravamo ancora positivi ai secondi tamponi. Il crollo emotivo l’ho accusato molto e per qualche giorno ho temuto il peggio. Per fortuna Mirko non ha avuto la ricaduta, seppur ancora positivo. Il mio medico ha prescritto subito una cura per me, così nel giro di sette giorni sono tornata a stare bene senza nessun problema, se non il persistere dell’assenza di gusto e olfatto.
Una pietra sopra alla vicenda è stata messa martedì 28 aprile con gli ultimi due tamponi consecutivi negativi. Sconfitto il Coronavirus cosa vuole dire ai malati che ancora combattono?
Auguro a tutti tanta forza, è quello che ci vuole. Consiglio anche di accantonare l’ansia e la paura, di spegnere il televisore e di allontanarsi almeno mentalmente dalla malattia. Non perdete mai l’obiettivo: uscirne presto per tornare a vivere normalmente.
I suoi familiari come hanno vissuto la situazione?
Ci sono stati molto vicini, a tutti e tre. Hanno sofferto e gioito con noi tutti i giorni, ad ogni sintomo o aspetto di questa malattia. La paura provata dai miei genitori è stata tanta, forse più di quella nostra.
Nella foto Sara Casadei