Cesena
Coronavirus e ripresa economica. Il manager Lorenzo Tersi: “Nasceranno nuove opportunità. Occorrerà fare massa critica”
“Siamo di fronte a un combinato disposto di fattori. Non eravamo pronti, ce lo dobbiamo dire. Ora siamo chiamati a reagire con passione, tenacia e positività, come noi romagnoli sappiamo fare”. Lo dice Lorenzo Tersi, noto manager del settore vitivincolo e attento osservatore di vicende nazionale e internazionali.
Lo raggiungiamo al telefono mentre scruta la bellezza di questa nostra terra che si estende verso il mare, in un pomeriggio senza foschia come grazie al vento di oggi. “C’è voglia di tornare a confrontarsi con la normalità – aggiunge -. Abbiamo avuto e abbiamo ancora a che fare con il distanziamento sociale. Grazie a questa difficoltà, abbiamo colmato il gap tecnologico che l’Italia scontava verso gli altri Paesi. Abbiamo compiuto, in pochi giorni, un gran balzo in avanti”.
“Si è trattato di un’innovazione comportamentale – prosegue Tersi -. Pensiamo al mondo delle fiere, a come cambierà. Al tema della mobilità e degli incontri realizzati grazie alle chat in Rete. Nulla sarà più come prima. Il famoso 4.0 porterà il sistema fieristico a ragionare tenuto conto anche di ciò che si può mettere in campo grazie alla tecnologia. La connessione ha cambiato i nostri approcci. Ci vorranno nuove professionalità, tenuto conto di questo avvicinamento digitale”.
“Le fiere si dovranno confrontare con un nuovo conto economico. Sarà inevitabile – insiste il manager -. Nasceranno nuove opportunità, grazie anche alla capacità di investire. Oggi occorre ragionare a lungo termine. Di cento stabilimenti balneari presenti a Cesenatico, tra due-tre anni ne conteremo diversi in mani a una singola famiglia. Dalla frammentazione si passerà alle aggregazioni per fare massa critica. La massa dimensionale sarà importante anche nella micro impresa. Penso alle 47 mila aziende vitivinicole: si creeranno nuovi poli”.
Si dovrà guardare ancora di più all’estero? “Questo processo di crescita necessità di un’impresa più strutturata in grado di affrontare i mercati internazionali – dice l’esperto -. Teniamo conto che nel campo dei vini una bottiglia su due viene venduta fuori Italia. E per l’innovazione c’è bisogno delle nuove generazioni. Giovani e meno giovani insieme per coniugare cultura e tecnologia. La Romagna è una terra che deve riscoprire questi temi per portare maggiore valore. Per farlo occorre alzare lo sguardo. Come ho già in altra occasione qua a Cesena, gli albergatori non possono portare i turisti all’iper di Savignano. Li devono invitare a scoprire le bellezze dell’entroterra”.
Cosa ha messo in luce questa emergenza da Coronavirus? “Ha messo in evidenza i nostri limiti – prosegue Tersi -. Ad esempio: come sarà la prossima estate qua in Romagna? I nostri vicini emiliani verranno da noi e noi probabilmente rimarremo qui. Visiteremo Sarsina e Longiano, per fare alcuni esempi. Riscopriremo i borghi, che saranno più amati se saranno in grado di intuire questo cambiamento in atto”.
Anche le nostre rassegne, le nostre fiere dovranno mutare. Da sempre una fiera è un luogo/strumento di maggiore accredito per tutto il mondo imprenditoriale. Può e deve diventare un elemento per toccare tutti i tasti del nostro patrimonio culturale. La Romagna, da sempre, è socialità e gastronomia. Quindi, in questo inizio di fase 2 suggerirei di andare oltre gli aspetti tecnici dei divieti e dei permessi in modo da sapere cogliere le opportunità che si presenteranno”.
Ce la faremo a uscire da questa palude in cui rischiamo di rimanere invischiati? “Non abbiamo idea di quanto bene ci vogliamo tra noi romagnoli – risponde Tersi -. Poi la finanza dovrà fare la sua parte per fare traghettare quanti hanno bisogno di arrivare al sereno dopo il temporale. Il ceto bancario, molto rinnovato e lungimirante da noi, dovrà fornire concrete risposte a imprese e famiglie. La gente sa che deve rimboccarsi le maniche. In ogni caso, io voglio pensare positivo, in questo frangente di grandi mutazioni”.
Infine, Tersi, dall’estero ora come vedono l’Italia, dopo un primo momento in cui siamo stati presi per untori? “Operatori internazionali e in particolare quelli asiatici, non vedono l’ora di venire in Italia, di vedere Firenze, Roma, Verona, le Langhe. Anche gli americani voglio tornare da noi – dice il manager in conclusione -. Il vero tema sarà quello logistico, soprattutto del trasporto aereo. Per 6-7 mesi giocherà ancora molto l’aspetto psico-emotivo. Nel 2021 avremo il grande ritorno. Per ora dovremo convivere con un turismo regionale e interregionale. Che comunque rimane un tema di valore. Come ad esempio è avvenuto con la riscoperta dei negozi di prossimità, dove si perde meno tempo e il rapporto umano è tornato decisivo”.
Al centro, Lorenzo Tersi, in una foto dello scorso anno, al Rotary club di Cesena del quale è socio. A destra il presidente del sodalizio Alessio Avenanti.