Coronavirus, il commissario Venturi a fine incarico: “Arriverà presto il giorno in cui comunicheremo zero decessi”

Il commissario ad acta per l’emergenza Covid-19 in Emilia-Romagna, Sergio Venturi, ha salutato oggi i giornalisti in una videoconferenza stampa di fine mandato. Domani, 9 maggio, cesserà dall’incarico, “venute meno le ragioni di una gestione commissariale dell’emergenza”.

In queste settimane il suo appuntamento quotidiano in streaming, con l’aggiornamento dei dati relativi all’andamento dell’epidemia in regione, è diventato un appuntamento molto seguito e apprezzato non solo dagli addetti ai lavori, ma anche da tanti cittadini, a tal punto che su Facebook è sorto un gruppo spontaneo di fan che conta circa mille iscritti.

“Il momento più difficile di questi mesi – ha detto Venturi, rispondendo alle domande dei giornalisti collegati – è stato a metà marzo, quando non si vedeva ancora arrivare il picco dei contagi. Oggi siamo in una fase di riduzione fortissima. I casi positivi sono solo negli ospedali, nelle case protette e fra le persone in isolamento domiciliare”. “Il momento più bello – ha aggiunto il commissario uscente – è ogni giorno da quando siamo in grado di comunicare che ci sono meno casi. Arriverà presto il giorno in cui comunicheremo zero decessi”.

Venturi ha espresso “un’opinione personale”, quella che “il virus di oggi” sarebbe “diverso da quello di inizio emergenza”, dato che “i nuovi casi sono più lievi”.

Il presidente della Regione Stefano Bonaccini, accanto a Venturi nella videoconferenza, ha ricostruito come è avvenuta la nomina del commissario: “Per ragioni di vita e personali, il dottor Venturi non ha confermato l’incarico ad assessore regionale alla Sanità nel mio secondo mandato. Non solo perché si era ammalato l’assessore Donini, ma perché il Coronavirus assumeva il carattere della pandemia, ho richiamato il dottor Venturi, ritenendo che fosse la persona giusta per gestire l’emergenza, in quanto abbinava la competenza specifica a cinque anni di esperienza politica“, oltre alla “sobrietà” che sempre l’ha contraddistinto.

Venturi ha parlato di tamponi: “A inizio emergenza si facevano solo al Sacco e allo Spallanzani. Con l’aumento dei contagi, le regioni si sono rimboccate le maniche e hanno iniziato a fare da sole. A livello centrale sono rimasti spiazzati dal Coronavirus. Inizialmente facevamo duemila tamponi al giorno, appoggiandoci ai due centri nazionali. Entro maggio saremo in grado di farne diecimila al giorno“. Se oggi “non c’è un problema di approvvigionamento di tamponi”, l’auspicio di Venturi è di “creare una rete nazionale, in grado di affrontare l’epidemia se si dovesse ripresentare in autunno“.

Su questo punto Venturi ha specificato che “nessuno oggi – neanche l’Oms – è in grado di saperlo. Non faccio previsioni, ma sono sicuro che le persone sono preparate e in queste settimane hanno imparato buone abitudini che mi auguro possano continuare a praticare”.

Sul tracciamento dei contagi, Venturi ha detto che “nei prossimi mesi sarà messa a punto una strategia, mettendo insieme i sistemi informativi della Region” anche se una sorta di “georeferenziazione si fa già con il 118, contando gli interventi in emergenza” e osservando dove sono concentrati.

Sul via libera ai test sierologici, il commissario uscente ha tagliato corto: “la Giunta nei prossimi giorni comunicherà il piano che sta predisponendo”.

Nella nuova fase che si apre, Bonaccini ha sottolineato che “siamo obiettivamente nelle condizioni di riaprire le attività ancora chiuse“, dato che, da giorni, il “numero dei guariti supera quello dei contagi”.  “Abbiamo chiesto al Governo di aprire bar e ristoranti a metà maggio – ha specificato Bonaccini -. Probabilmente nelle prossime settimane assisteremo a una fase di aperture diversificate regione per regione. Se da una parte c’è fretta di riaprire, dall’altra non dobbiamo far passare il messaggio che l’emergenza è finita. È sbagliato. Un allentamento dell’attenzione farebbe virare verso l’alto la curva epidemiologica”.