Coronavirus, il messaggio del vescovo Douglas: “Messe sospese, si preghi in famiglia”

Come pastore e guida, responsabile della vita della comunità cristiana di Cesena-Sarsina, sento il dovere e il bisogno di rivolgermi a tutti i fedeli cristiani della Diocesi in occasione dell’emergenza Coronavirus Covid-19, che ormai ha toccato moltissimi paesi del mondo.

Dopo le indicazioni che come vescovi della regione Emilia Romagna abbiamo già emanato, in occasione di un terzo comunicato oggi reso pubblico vorrei invitare tutti a vivere questa situazione di emergenza, che crea tanta paura e smarrimento, con spirito di fede. Mi viene in mente l’episodio evangelico di quando interpellarono Gesù circa il crollo della torre di Siloe che causò tanti morti. Di chi fu la colpa?, gli chiesero. Di nessuno, rispose Gesù: ma questo è avvenuto per la vostra conversione (Cfr Lc 13, 1-9). Credo che siamo sulla stessa linea. Cogliamo da questo disastro, ormai mondiale, l’invito, a viverlo come il momento favorevole di cui ci ha parlato la liturgia quaresimale nel primo giorno: “Ecco ora il momento favorevole” (2Cor 5,20-6,2).  Può sembrare strano: ma è così per noi cristiani che ragioniamo e viviamo a partire dalla luce del Risorto. Dobbiamo e vogliamo vedere in ogni evento della nostra storia un’occasione per affidarci, per consegnarci, per fidarci di Dio riconoscendo che Egli è Colui che dirige la storia a un bene a noi spesso nascosto (Cfr Gn 50, 20). Proprio in questi giorni papa Francesco ha inviato al mondo il messaggio per la Giornata mondiale dei giovani 2020, dal titolo “Giovane, dico a te: alzati!”. Rilancio anch’io lo stesso invito: Alziamoci. Non c’è situazione di morte che non contenga anche il germe della Vita!

Credo importante e necessario che in questo tempo viviamo anche una certa forma di condivisione, con la preghiera anzitutto, per i malati contagiati da questo virus. Al tempo stesso dobbiamo davvero una grande riconoscenza ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari che si stanno spendendo all’inverosimile per curare e assistere queste persone.

Una serie di comportamenti concreti incombe su tutti noi; sono quei gesti ordinari che le autorità civili ci hanno già ampiamente indicato. Cercare di prevenire e garantirsi dal contagio è un dovere morale non solo per la nostra persona ma anche per la salute e il bene degli altri. Sono indicazioni che facciamo nostre, e che anche noi vescovi abbiamo ripetuto e riproposto nei diversi comunicati. Siamo richiamati tutti a un grande senso di responsabilità. Ognuno faccia la sua parte affinché – per quanto è possibile – il contagio sia contenuto.

Queste disposizioni, sia civili che ecclesiali, non devono impedirci di vivere con intensità la nostra fede. Non saranno certo le mancate celebrazioni eucaristiche a cancellare in noi il desiderio di Dio. Questo desiderio deve piuttosto rafforzarsi e consolidarsi. È ovvio che anche noi, come dicevano i primi cristiani, ‘sine dominico non possumus vivere’ (Senza la domenica – con la celebrazione eucaristica – non possiamo vivere). Ma in tempi di emergenza questa privazione può rendere ancora più forte la dimensione contemplativa della nostra vita. A questo contribuirà certamente la capacità di creare spazi di preghiera in casa, da soli o insieme alla nostra famiglia, momenti di ascolto della Parola e di assistenza alla Santa Messa attraverso la Tv, con la comunione spirituale.

Ed ecco le disposizioni che, insieme ai vescovi della regione Emilia Romagna, ho deciso di indicare a tutti:  

I vescovi dell’Emilia-Romagna, in comunione con i vescovi della Lombardia e del Veneto, a seguito del decreto del presidente del Consiglio dei Ministri, confermano che nelle Diocesi Emiliano Romagnole è sospesa anche per domenica 8 marzo la celebrazione dell’Eucarestia con la presenza dei fedeli, così come restano sospese le celebrazioni eucaristiche feriali.

Inoltre, tenendo conto delle disposizioni ministeriali circa la chiusura delle scuole, confermiamo la sospensione della catechesi e la chiusura degli spazi aperti al pubblico fino al 15 marzo.

La decisione, assunta in accordo con la Conferenza Episcopale Italiana, si è resa necessaria dopo l’entrata in vigore del nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri con il quale si è definito il quadro degli interventi per arginare il rischio del contagio del “coronavirus” ed evitare il sovraccarico del sistema sanitario.

La mancanza della celebrazione eucaristica comunitaria deve portarci a riscoprire forme di preghiera in famiglia – genitori e figli insieme –, la meditazione quotidiana della Parola di Dio, gesti di carità e a rinvigorire affetti e relazioni che la vita di ogni giorno rischia di rendere meno intensi.

Le chiese rimarranno aperte durante il giorno per consentire la preghiera personale e l’incontro con i sacerdoti che generosamente donano la loro disponibilità per un sostegno spirituale che consenta a tutti di sperimentare che “il nostro aiuto viene dal Signore”.

“Il sabato è fatto per l’uomo”, dice Gesù nel Vangelo. La situazione attuale e il rischio di contagio richiedono ai cristiani un supplemento di carità e di prudenza per non mettere a rischio la salute dei più anziani, dei più vulnerabili e anche la propria.

Le Chiese che sono in Emilia-Romagna, in comunione con la Chiesa italiana, testimoniano che la situazione di disagio e di sofferenza del Paese è anche la nostra sofferenza in questo tempo quaresimale.

Restano ferme le disposizioni del precedente comunicato, riservandoci la possibilità di ulteriori interventi a seconda dell’evolversi della situazione.

Per completezza riporto anche le indicazioni date sempre dai vescovi della nostra Regione nel precedente comunicato del 2 marzo 2020, ancora in vigore:

1. Si tolga l’acqua benedetta dalle acquasantiere.

2. Per i funerali è consentita la celebrazione delle esequie senza Messa, con i soli familiari. Sono sospese le veglie funebri. Si propone di celebrare SS. Messe di suffragio solo al termine di questa fase critica.

3. Sono sospese le visite alle famiglie per le benedizioni pasquali.

4. Sono consentite le consuete visite ai malati e l’Unzione degli infermi.

5. Gli incontri di catechismo e del dopo-scuola riprenderanno alla riapertura delle attività scolastiche.

6. Sono sospese feste e sagre parrocchiali.

7. I Centri d’ascolto e i servizi della Caritas diocesane e parrocchiali svolgeranno la propria attività in accordo con le rispettive diocesi e secondo le indicazioni delle competenti autorità territoriali.  

Domenica 8 marzo alle 18 celebrerò la Messa in forma privata nella cappella del vescovado. Si potrà seguire la celebrazione sul canale Youtube del Corriere Cesenate. Nella settimana che va dall’8 al 15 marzo restano in vigore le norme indicate; entro venerdì 13 marzo saranno date ulteriori indicazioni.

Affido alla responsabilità di tutti, ma in special modo dei miei primi collaboratori, i presbiteri e i diaconi, l’attuazione di queste disposizioni, invocando su tutti la materna protezione della Madonna del Popolo, nostra celeste patrona.