Coronavirus. La morte di don Giuseppe Berardelli. Ha donato il suo respiratore a chi aveva più bisogno di lui

Quella di don Giuseppe Berardelli, arciprete di Casnigo (Bergamo) dal 2006, è una storia che rispecchia appieno la carità cristiana. Sì, perché anche in un momento di estrema difficoltà, dovuto alla malattia, non si è tirato indietro dall’imitazione di Cristo. E ha regalato la sua vita. E così ha vinto l’angoscia della morte con un atto eroico, donando a un “fratello” sconosciuto il respiratore che i parrocchiani avevano acquistato appositamente per lui.

“È morto da prete. E mi commuove profondamente il fatto che l’arciprete di Casnigo, don Giuseppe Berardelli vi abbia rinunciato di sua volontà per destinarlo a qualcuno più giovane di lui”, queste le parole di un operatore sanitario della Casa di riposo “San Giuseppe” di Casnigo. Il sacerdote settantaduenne aveva contratto il Covid-19 e aveva già avuto, in precedenza, altri problemi di salute. Nonostante tutto, l’amore per il prossimo ha avuto la meglio e, seppur l’evidente necessità, ha scelto di farne dono a una persona più giovane. Un “piccolo Cristo” che ha dato la sua vita per salvarne un’altra.

Gli abitanti del paese, che lo aveva accolto e che era diventata la sua seconda casa dopo Fonteno, città in cui era nato nel 1947, gli hanno espresso affetto e riconoscenza, salutandolo per l’ultima volta dal balcone con un caloroso applauso.