Dall'Italia
Coronavirus. La parola all’esperto: “La quarantena è fondamentale. Senza contatti umani non possono esserci contagi”
Divulgare il metodo scientifico e combattere le notizie errate, le fake news: ecco un ulteriore impegno di Francesco Maria Galassi in questo periodo. Galassi, trentenne, è medico e paleopatologo, originario di Santarcangelo (Rimini). Nel 2017 è stato inserito dalla rivista americana Forbes nella lista dei 30 scienziati under 30 più influenti in Europa. Autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche a 30 anni è inoltre un divulgatore scientifico e socio fondatore del Patto Trasversale per la Scienza. E’ professore associato presso la Flinders University (Australia) e direttore del Fapab Research Center di Avola, in provincia di Siracusa. A lui chiediamo chiarimenti sulla situazione attuale e come comportarsi.
Perché questo virus sta avendo delle conseguenze così devastanti per la vita di tutti e che differenza ha rispetto alle altre centinaia di migliaia di virus esistenti?
Partiamo da due dati di fatto inoppugnabili. Anzitutto, si tratta di un nuovo virus, quindi di una entità patologica che non conoscevamo prima e che per la prima volta ci troviamo ad affrontare. In secondo luogo, essendo un agente patogeno a cui la popolazione mondiale non è stata precedentemente esposta (come invece è il caso di vari ceppi del virus dell’influenza), nessun individuo disponeva di immunità contro di esso. A questi due aspetti va aggiunto sicuramente che non disponiamo ancora di un vaccino e che i posti letto nei reparti di terapia intensiva negli ospedali italiani sono limitati. L’arrivo di questa pandemia è una catastrofe che si è abbattuta sulla specie umana, quando si cullava ormai nell’illusione che scenari del genere appartenessero ormai solo ai libri di storia.
Si giungerà a un vaccino? In che tempi?
La scienza molecolare dei nostri tempi è molto avanzata e numerosi gruppi di ricerca internazionali stanno lavorando alla realizzazione di un vaccino efficace. I tempi, però, sono difficili da prevedere e un risultato del genere non sarà immediato. Proprio per questo motivo, dobbiamo letteralmente “dare tempo alla scienza”, limitando la diffusione del virus e la crescita dei contagi. La quarantena è una forma di prevenzione non farmacologica (come è invece un vaccino), ma è fondamentale: senza contatto interumano, infatti, non possono verificarsi contagi. Riflettiamo anche sull’etimologia della parola “contagio”, deriva dal latino “contingere”, che significa “toccare, entrare in contatto”.
Ora è tornato il freddo, ma presto esploderà la primavera e poi l’estate: le zanzare possono trasmettere il virus?
No. Non hanno alcun ruolo nella trasmissione del virus. Non stiamo parlando della malaria.
Disinfezione delle strade, magari con nebulizzazione tramite atomizzatori degli agricoltori: ha una qualche verifica scientifica di efficacia?
Mentre c’è grande consenso sull’importanza di disinfettare le superfici (inclusi oggetti con cui entriamo spesso in contatto), la questione è più complessa con le strade, dove non si hanno evidenze definitive sull’efficacia della procedura, come anche sottolineato in una recente circolare del Ministero della Sanità. E’ importante sottolineare che esistono informazioni contrastanti circa l’utilizzo di ipoclorito e la sua capacità di distruggere il virus su superfici esterne (strade) e in aria. L’efficacia delle procedure di sanificazione per mezzo dell’ipoclorito su una matrice complessa come il pavimento stradale non è peraltro estrapolabile in alcun modo dalle prove di laboratorio condotte su superfici pulite.
Superata la tempesta, quali comportamenti dovremmo avere per evitare una nuova situazione del genere?
La storia può insegnarci tanto. Superata la tempesta, avremo fresco il ricordo degli errori commessi e delle strategie non messe in campo con il giusto tempismo. Bisognerà effettuare una forte sorveglianza nei confronti di questo genere di malattie infettive, come pure finalmente investire adeguatamente nel sistema sanitario nazionale, sia in termini di ricerca di base sia di personale medico ed equipaggiamento. Un conto è affrontare una emergenza “ben armati”, un altro in condizioni precarie. Duole, comunque, leggere che a certi ragionamenti e proposte si sia arrivati solo quale conseguenza di tanti decessi e problemi.
In questa fase di emergenza, quali cose la rendono più orgoglioso e quali la deludono profondamente?
Il grande sforzo messo in campo dai medici, dagli infermieri, dai biologi, da tutti gli operatori sanitari e dai comunicatori scientifici è veramente ammirevole. Senza un tale grande sforzo collettivo, saremmo già al tappeto. Mi deludono, invece, lo scarso senso civico di molti cittadini che non rispettano la quarantena, la volontà di molti di concentrarsi su problemi privati in un momento in cui servirebbe la massima compattezza generale, le polemiche Nord-Sud e Sud-Nord, la grande abbondanza di fake news distribuite ad arte per ingenerare caos. Le falsità, quando si tratta di salvaguardare la salute, possono essere ugualmente foriere di gravi conseguenze.