Coronavirus. Le suore cappuccine di clausura: “La paura ce l’abbiamo anche noi, ma confidiamo nel Signore che sta dalla nostra parte”

“Stiamo pregando tanto – dice la madre superiora delle 14 suore cappuccine del monastero del Corpus Domini, suor Maria Pia Presepi – perché il Signore ci risparmi. Facciamo tante preghiere ogni giorno di supplica e di intercessione per tutta l’umanità perché ci preservi da questo flagello”.

In clausura erano le suore e in clausura ora rimangono. All’apparenza sembra non sia cambiati molto. “Non è così – prosegue l’abbadessa –. Per noi è cambiato tanto, invece. Non abbiamo più la celebrazione dell’Eucaristia. L’ultima l’abbiamo avuta il 10 marzo. Questa mancanza ci serve per sperimentare la privazione che può trasformarsi in dono, perché alla fine quel che conta è l’offerta che si fa di sé. E’ il chicco di grano che deve morire per portare frutto. E’ il Mistero pasquale”.

“In noi aumenta il desiderio del Signore, in circostanze come queste – precisa la religiosa -. Può essere un momento di grazia per tutta la Chiesa. Noi, per fortuna, abbiamo l’Eucaristia nel tabernacolo. Ogni giorno facciamo la liturgia della Parola e seguiamo la Messa di papa Francesco alle 7 della mattina da Casa Santa Marta. E facciamo la Comunione nel momento in cui la fanno anche a Roma. E poi riceviamo la benedizione. Così abbiamo il privilegio di partecipare alla celebrazione del Papa. Occasione che non ci sarebbe mai capitata. Una grazia che non avremmo mai avuto”.

La preghiera in queste settimane si è intensificata a motivo del Coronavirus. “Da un mese – aggiunge la madre – abbiamo iniziato la processione con il Crocifisso all’interno del convento. Se è bello usciamo anche nel giardino. Poi diciamo le litanie dei santi e quelle della Madonna e le preghiere particolari per difenderci dall’epidemia. E il Rosario e l’adorazione, come ogni giorno”.

Un pensiero va a chi lotta contro questo virus; medici, infermieri e altro personale sanitario, e anche a chi muore senza nessuno. “Sappiamo di tanti sacerdoti che sono morti e di diversi padri cappuccini – aggiunge la madre -. E poi i numerosi che muoiono senza nessuno accanto. Una tragedia nella tragedia”.

Il quotidiano Avvenire, il Corriere Cesenate e il computer collegato a internet sono le fonti di informazione che arrivano fin dentro il monastero. “Stiamo seguendo tutto – assicura suor Maria Pia -. Noi siamo qua e qua non viene nessuno, a parte la provvidenza grazie alla quale ci viene lasciato tutto all’esterno dei nostri locali. Poi noi disinfettiamo e cerchiamo di stare attente. Confidiamo nella preghiera. Due volte la settimana ci alziamo a mezzanotte per 45 minuti durante i quali recitiamo l’ufficio delle letture. Ogni giorno facciamo la Via Crucis con l’intenzione di sconfiggere questo male. La paura ce l’abbiamo anche noi. Ma confidiamo nel Signore che di certo sta dalla nostra parte”.