Cesena
Coronavirus. L’opinione della Cdo agroalimentare: “L’immissione di denaro da parte della Bce è stato provvidenziale”
Non abbandonare la speranza, avere il rispetto per ogni persona e sapersi organizzare: ecco come gli imprenditori aderenti alla Compagnia delle Opere Agroalimentare stanno cercando di affrontare questo particolare momento storico. Se ne è parlato due giorni fa in un convegno (ovviamente online su una piattaforma digitale dedicata) nell’ambito del ciclo di incontri “Il Forum tutto l’anno”.
“E’ stato un grande successo anche di partecipazione – commenta per il Corriere Cesenate Camillo Gardini, presidente della CDo agroalimentare e originario di Cesena – con quasi 200 persone intervenute. Nulla sarà più uguale a prima, quando questa emergenza sarà passata: occorre fare tesoro dell’esperienza e calibrarsi in maniera adeguata”.
Hanno preso la parola Simone Pizzagalli, che dirige un laboratorio di fitopatologia a Rimini, Gino Agosta che produce pomodoro essiccato in Sicilia, Michele Falzetta della Latteria Soresina in Lombardia e l’europarlamentare altoatesino Herbert Dorfmann.
Il mondo agroalimentare è in prima linea, che ha sottolineato Dorfmann: “Gli agricoltori stanno dando da mangiare a tutti, come al solito, ma ce ne accorgiamo di più in queste emergenze perché, senza di loro e senza i trasportatori, gli scaffali dei supermercati rimarrebbero vuoti. Ma è proprio in questi frangenti che dobbiamo riflettere su come migliorare il sistema nel post emergenza”.
“L’immissione di denaro da parte della Bce – ha precisato – è stato provvidenziale, e infatti lo spread è rimasto entro limiti accettabili. Ora però, al di là dei 36 miliardi già stanziati, servono altri fondi per sostenere la ripartenza delle economie specie dei Paesi più colpiti dal virus. Non si può essere solidali a parole, e poi girare le spalle quando ci sono le emergenze vere e proprie”.
La parola è passata poi alle aziende che, a seconda del contesto in cui si trovano, hanno reagito in maniera differente all’emergenza. Michele Falzetta è dirigente della Latteria Soresina, una grande realtà che ritira il 5 per cento di tutto il latte italiano. “Noi ci troviamo nel mezzo dell’area peggiore dei contagi, fra Bergamo, Crema e Lodi. Ogni nostro dipendente ha un parente o un conoscente deceduto a causa del virus. Come abbiamo reagito a livello imprenditoriale? Sono tre le fasi affrontate o da affrontare: l’emergenza, la liquidità e le opportunità da cogliere. La prima l’abbiamo vissuta tutti, anche se in tempi leggermente diversi. La fase di liquidità è quella più importante, perché da essa dipende il futuro di ogni impresa. In questa fase ci sono 5 punti: ridurre i costi; ragionare con i fornitori; operare la cessione del credito; dialogare con i soci; ottenere liquidità dalle banche”.
E la terza fase è legata all’accelerazione dell’uso delle tecnologie: alcune scelte fatte oggi rimarranno come nuovo standard di lavoro anche dopo.
“In una situazione d’emergenza come questa – ha esordito Pizzagalli – la cosa più importante è rispettare le persone. Ognuno reagisce a modo proprio: c’è chi è più sicuro di sé e non abbandonerebbe mai il lavoro, e chi preferisce rimanere a casa. Noi abbiamo scelto la strada della disponibilità e del rispetto. Abbiamo messo in atto tutte le precauzioni del caso e, in breve, anche chi era più timoroso ha deciso di proseguire il lavoro di propria spontanea volontà. Continuiamo la nostra routine, anche se a ritmo diverso rispetto a un periodo normale”.
E’ stata poi la volta di Gino Agosta di Agriblea. “Produciamo pomodoro essiccato e, in questo periodo, stiamo lavorando molto. Abbiamo informato e formato il personale per operare con le massime precauzioni, consapevoli che lavoriamo per il settore primario, cioè quello che porta il cibo sulle tavole dei consumatori. Ma stiamo esportando anche molto prodotto, merito della qualità ormai riconosciutaci a tutti i livelli”.
Gardini, insieme ai coordinatori dell’evento Angelo Frascarelli ed Enrico Bucchi, ha poi tirato le conclusioni: “Occorre saper mettere al centro l’uomo soprattutto in queste situazioni, quando tutto sembra andare per il peggio. E la speranza che ci guida deve renderci consapevoli che non siamo soli e dobbiamo saper guardare oltre, al di là dell’immediato”.