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Coronavirus. Padre Pio Pasini racconta del Giappone: “Qua gli ospedali sono tutti di altissimo livello”
Nella prefettura di Miyazaki, estesa come l’Emilia Romagna, che si trova nell’isola di Kyushu a sud dell’arcipelago giapponese sulle rive dell’oceano Pacifico, fino a mercoledì 29 aprile i contagiati dal Coronavirus erano solo 17. Lo riferisce padre Pio Pasini, missionario saveriano nel paese del Sol Levante, che vive dal 1967 in quella regione.
L’ho raggiunto via Whatsapp. Mi ha confermato il buono stato della sua salute. L’82enne sacerdote cesenate ha lasciato ultimamente i fedeli e i bambini dell’asilo della parrocchia di Minami. Ora si trova nella casa dei saveriani, un convento, dove vive con alcuni confratelli anziani, aiutati da una signora come cuoca, nella città di Miyazaki, più grande di Bologna, dove era stato parroco tempo fa.
L’altra domenica in auto si era fatto una quarantina di chilometri per andare a celebrare la Messa a Nichinan, nella parrocchia dove aveva già prestato servizio pastorale.
Con la proclamazione dell’emergenza sanitaria nazionale fino al 6 maggio da parte del presidente Abe, è arrivata la chiusura delle chiese e delle scuole, ma non degli asili per permettere alle mamme di andare al lavoro. Il lockdown in Giappone è meno severo rispetto a quello italiano che padre Pio conosce anche attraverso il Corriere Cesenate, che legge prima che arrivi a casa dei nostri abbonati. Il controllo della situazione è affidato ai prefetti.
Alla domanda sulla qualità della sanità giapponese ha risposto che “gli ospedali, da quelli dei comuni ai più grandi, sia statali sia privati, sono di altissimo livello”.