Dall'Italia
Coronavirus, prof. Cauda: “cittadini non perdano fiducia in vaccini. Sono unica arma per uscire da pandemia”
“Non sappiamo ancora se gli eventi avversi segnalati siano legati al vettore virale impiegato nei due vaccini sotto osservazione – l’adenovirus di scimpanzé utilizzato da AstraZeneca o l’adenovirus umano di Johnson&Johnson – oppure al Dna, come ipotizzato da alcuni ricercatori”. Così Roberto Cauda, ordinario di malattie infettive all’Università Cattolica e direttore dell’Unità di malattie infettive del Policlinico Agostino Gemelli Irccs di Roma.
“È prematuro – afferma – trarre conclusioni perché ad oggi non ci sono dati a favore o contro una determinata ipotesi”.
L’infettivologo precisa tuttavia che “ci sono state segnalazioni di eventi trombotici a carico dei seni venosi cerebrali anche in soggetti affetti dalla malattia naturale. È chiaro che in questi casi il vaccino non c’entra nulla. In ogni caso è bene non addentrarsi in valutazioni senza prove scientifiche”.
Ieri, dopo la sospensione provvisoria dello scorso 11 marzo, la Danimarca ha definitivamente sospeso le vaccinazioni con AstraZeneca e il siero verrà ritirato dal piano vaccinale. Intanto nel nostro Paese aumentano i timori dei cittadini che hanno disdetto diverse prenotazioni nei centri vaccinali dove si somministra il siero anglo-svedese, ma Cauda invita a non perdere la fiducia: “Il rischio zero non esiste. I cittadini devono continuare a fidarsi dei vaccini. Non ci sono alternative. Senza vaccinazioni la malattia continuerà a imperversare con continue mutazioni e un altissimo costo di vite umane”.
“Sono convinto – conclude – che in questa fase, salvo imprevisti, l’unica nostra certezza per uscirne in tempi brevi e senza troppi danni consista nella vaccinazione di massa”.